Minima Cardiniana 269/5

Domenica 16 febbraio 2010, Santa Giuliana

UN ALTRO EPISODIO DI LIBERTICIDIO NEL MONDO DELLA SCUOLA
Pubblico un articolo comparso su “Il Giornale”, un quotidiano che ormai da tempo non rispecchia più quasi per nulla le mie posizioni e le mie scelte ma al quale sono sentimentalmente legato: Indro Montanelli mi volle con lui nel 1982 e ci scrissi regolarmente e spesso fino al 1994. D’altronde sono un uomo di mondo e ho fatto il militare a Cuneo: so come vanno certe cose. Temo quindi che le cose siano andate proprio come Sablone le racconta, e in ogni caso sono certo della sua buonafede: ma non posso escludere – non ero presente ai fatti – che alcuni aspetti dell’incresciosa vicenda siano stati taciuti o fraintesi e che quindi le responsabilità di politici e di dirigenti scolastici di Civitanova non siano così pesanti come dall’articolo risulta. Certo che, se le cose stanno così, siamo non solo dinanzi a un intollerabile episodio di scorrettezza e di abuso di potere ma forse addirittura a un episodio configurabile come reato. Qui si è criminalizzato un docente che a casa propria, vale a dire nell’Istituto nel quale insegna, è intervenuto non solo a tutela di quel che a suo giudizio è la verità storica, ma anche in difesa dei suoi studenti, per proteggerli da una manipolazione ideologica che, oltretutto, rischia di compromettere sul suo luogo di lavoro il suo dovere d’insegnante. Che qualcuno, estraneo al mondo della scuola, si permetta di apostrofare in modo ingiurioso e intimidatorio un professionista che, nell’esercizio delle sue funzioni di docente, è anche pubblico ufficiale, è argomento di competenza della Procura della Repubblica.
Esprimo quindi formalmente al collega Matteo Simonetti tutta la mia personale solidarietà e mi metto a sua disposizione nel caso egli voglia reagire a un insulto che, attraverso di lui, è stato diretto alla scuola e a tutti gli insegnanti del nostro paese. Sul piano pubblico e intellettuale non dubito che, a Civitanova o altrove, vi saranno sedi nelle quali sarà possibile organizzare un incontro pubblico sull’accaduto e avverto il collega Simonetti che, ove ciò accedesse, sarei onorato di venir annoverato tra i relatori. Sul piano professionale gli chiedo di precisare l’ammontare dei danni economici ai quali l’ha esposto la scellerata censura comminata dall’Ufficio scolastico regionale in modo che una colletta organizzata tra i colleghi lo risarcisca (l’apro io mettendo a disposizione 500 euri e assumendomi la responsabilità di raccogliere i fondi che perverranno). Sul piano giudiziario esorto il collega a costituirsi parte lesa e a intraprendere tutti i passi che riterrà opportuni per ottenere piena soddisfazione. Sul piano politico esorto i senatori e i deputati eletti nell’area interessante la città di Civitanova ad attivarsi presso competente Ministero affinché sul fatto segnalato da Sablone sia fatta sollecita e piena luce, con esplicita condanna degli eventuali responsabili di un fatto che rappresenta l’ennesimo attacco alla dignità della scuola e alla libertà d’insegnamento nonché, più in generale, di pensiero e di parola.

LUCA SABLONE
PROFESSORE CRITICA L’ANPI: UN MESE DI SOSPENSIONE E STIPENDIO DIMEZZATO
Il docente aveva contestato un incontro a scuola: “Un comizio senza contraddittorio”. Gli studenti si schierano a suo favore: “Questa è una soffocante censura”
Vietato criticare l’Anpi. Su segnalazione dell’Anpi di Civitanova, un docente è stato sanzionato per aver polemizzato contro la presentazione del libro Dopo Mussolini. I processi ai fascisti e ai collaborazionisti dello storico Andrea Martini tenutosi il 28 novembre scorso. Matteo Simonetti, professore di storia e filosofia nella scuola Leonardo Da Vinci, l’aveva etichettato come un “comizio senza contraddittorio”. Ma gli è costato caro: sospensione dall’insegnamento per 30 giorni e decurtazione dello stipendio del 50%. Come riportato da Libero, è questa la decisione intrapresa dalla direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale.
L’incontro era riservato ai ragazzi frequentanti le classi quinte. Improvvisamente alcuni di loro avevano iniziato a lasciare l’auditorium, provocando l’irritazione degli organizzatori. Il prof, seccato dalla situazione, aveva espresso la propria posizione al termine del convegno: “Questo è un comizio, un dibattito a senso unico”. Parole che avevano provocato la dura reazione da parte di Pier Paolo Rossi, consigliere del Partito democratico: “Si vergogni, se lei oggi può dire quello che dice è solo perché siamo in democrazia e perché c’è chi ha lottato per ottenerla”.
In difesa del docente si erano schierati gli studenti della classe quinta N del Liceo Da Vinci di Civitanova. A loro nome Mattia Cervellini aveva scritto un posto su Facebook per tentare di ricostruire la vicenda: “Con la riduttiva espressione ‘chiamati a partecipare’ intendo sottolineare che il coinvolgimento di tutte le classi quinte dell’istituto era obbligatorio nonostante non fossero passate le adeguate circolari di preavviso nelle classi”. Un incontro che ha assunto una “evidente piega politica”. Il che ha scatenato “una reazione abbastanza forte da parte degli stessi studenti. Sono stati alcuni di loro infatti, a chiedere ai professori di poter andarsene… Al termine della seconda ora di convegno, erano pochi gli studenti rimasti, tra cui, quelli della mia classe”.

Soffocante censura
Successivamente è arrivato il momento degli interventi. Il prof Simonetti “ha esordito dicendo che coloro che ancora oggi si definiscono fascisti hanno una visione estremamente anacronistica della realtà e sarebbe l’equivalente di definirsi giacobini”. Poi ha ribadito che, davanti a tematiche così delicate, è fondamentale garantire “una pluralità di opinioni e fonti, in linea con un vero approccio storiografico”. Il docente infatti ha affermato che “il valore di una democrazia sta proprio nel garantire la libera espressione del proprio pensiero, trascendendo ogni forma di componente politica”.
Le risposte ricevute sono state però tutt’altro che democratiche: “In una democrazia non tutte le opinioni possono essere accettate”; “Quando si parla di Resistenza non occorre una controparte”. All’uomo hanno tolto il microfono e “contro di lui si è schierato, maleducatamente, uno dei consiglieri comunali di Civitanova. Il docente è stato accusato di non essere degno di insegnare a noi studenti, di catechizzare pericolosamente, mettendo così in dubbio la sua serietà riguardo l’insegnamento”.
In seguito al prepotente comportamento, gli studenti hanno deciso di abbandonare l’auditorium: “Questa reazione decisamente impertinente e arrogante ha catalizzato una risposta da parte di noi studenti, che abbiamo preferito uscire dall’auditorium”. E alcuni ragazzi rimasti hanno sentito ulteriori attacchi provenire dai relatori: “Lei è un fascista e dunque se la prende”; “Nazista”. E in tutto ciò gli studenti sono stati accusati anche di “essere delle marionette, senza la minima capacità peculiare di ragionare”. Il ragazzo ha così concluso il suo post sul vergognoso comportamento tenuto dai relatori (e non solo) nel corso del convegno dell’Anpi: “Grazie a questo però, abbiamo capito quanto sia soffocante la censura, specialmente se giustificata dal buon nome della democrazia”.
(www.ilgiornale.it, 9 febbraio 2020)