Il Graal. «Ludus scaenicus» in due atti
Il Graal. «Ludus scaenicus» in due atti di Franco Cardini e Luigi Tani, Rimini, Il Cerchio, 2015, pp. 86.
Un “Ludus Scaenicus” che unisce un rispetto sostanzialmente rigoroso allo spirito della cosiddetta”Vulgata – Lancelot/Graal” due-trecentesca, sorta di “soap opera” medievale che mette insieme i vari motivi e le relative varianti del mito graalico, a suggestioni riprese da motivi cavallereschi ispirati ora a leggende al ciclo graalico prossime ma di differente natura – i temi morganatici, quelli melusiniani, la leggenda del veglio della Montagna, la “Sibilla Picena”, l’incontro tra sir Galvano e il cavaliere verde – e a un costante riferimento all’esegesi junghiana.
La cristofania di Galaad, tema centrale e definitivo di tutta l’opera, è il punto d’arrivo d’un percorso metastorico nel quale il Cristo-re e il Cristo-cavaliere si presentano, uniti nella sintesi del Cristo-Galaad, come l’Asse di tutte le vicende cosmiche e umane. Il “Ludus” si risolve e si conclude quindi in una celebrazione eucaristico-apocalittica.
In trasparenza, implicitamente ma anche in modo evidente, il “Ludus” è una risposta cristiana alla proposta naturalistico-buddhistica nelle due grandi opere graaliche wagneriane intese come la riproposizione della tragedia classica che spicca il volo verso il Futuro.
Franco Cardini
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