Minima Cardiniana 146
Domenica 30 ottobre 2016, San Germano
RINGRAZIAMENTO PER I MEDICI
Ringrazio tutti coloro che mi hanno inviato il loro parere a proposito della fiction I Medici e della discussione che ne è scaturita; purtroppo non posso rispondere a ciascuno di loro, ma sono loro grato.
RINGRAZIAMENTO A “INFORMAZIONE CORRETTA”
Il periodico “Informazione corretta” si occupa di quando in quando di me: e lo fa con tanta cordialità e cortesia quanto con correttezza, come del resto la sua testata indica. Mi chiedo soltanto perché, allo scopo di aumentare (se possibile) tale correttezza, esso non prenda mai diretto contatto con me quando intende diffondere notizie su quanto faccio e penso: riceverebbe informazioni di prima mano che aiuterebbero la sua Informazione ad essere ancora più Corretta.
E di maggior correttezza abbiamo tutti bisogno: perfino loro.
Ecco ad esempio come il periodico diffonde e commenta la mia notizia relativa a un mio scritto recente:
Riprendiamo da NAZIONE/CARLINO/GIORNO di oggi, 27/10/201, a pag. 29, con il titolo “Quando la medicina parlava arabo: fu l’islam a curare la nostra cultura”, il commento di Franco Cardini. Franco Cardini esagera l’influenza avuta dalla scienza araba nel Basso Medioevo in Europa. La presenta come se fosse attiva ancora oggi. Non vogliamo mettere in discussione questa influenza, ma è sbagliato, oggi che l’islam estremista si propone la distruzione delle nostre democrazie, usare un linguaggio così elogiativo. Il titolo, inoltre, è fuorviante. L’islam non “cura” la nostra cultura: non lo fa certamente oggi, ma neanche lo ha fatto in passato.
Ecco l’articolo:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=74&sez=120&id=64227
Questo è tutto. Ma dal momento che i recensori vengono sovente a loro volta recensiti (è il destino segnalato nel celebre protofilm L’arroseur arrosé…), gli Amici di “Informazione Corretta” mi consentiranno spero alcuni rilievi.
“Disinformazione” del professor Cardini: dove? In che senso? Proseguendo nella lettura si apprende che è “esagerato” l’influsso dei testi arabi in Occidente. In quali parti del mio articolo qui citato si sarebbe “esagerato”? Consultando la letteratura specialistica sull’argomento (e cito ad esempio il manuale di filosofia di Alain de Libera, autorevolissimo in materia), si direbbe che il mio scritto sia addirittura poco generoso. Non v’è alcun dubbio non solo che la letteratura araba (ed anche ebraica: cito Pietro Alfonsi), grazie all’intenso lavoro di traduzione dall’arabo e dall’ebraico in castigliano e quindi in latino fatto a Toledo tra XII e XIII secolo per impulso di personaggi come Pietro il Venerabile e Alfonso X di Castiglia nonché in altri centri mediterranei (e del resto preceduto, già alla fine del sec. X, da quello di Gerberto d’Aurillac), abbia passato all’Europa cristiana moltissime opere di filosofia greca, accanto a trattati di astronomia/astrologia, chimica/alchimia, aritmetica, algebra, geometria, medicina e fisiologia, ma che anche lo “zero” e l’adozione per tramite arabo delle cifre indiane abbiano rivoluzionato matematica e scienza delle finanze e che personaggi quali Pietro Abelardo, Raimondo Lullo e Dante (attraverso Brunetto Latini) alle fonti musulmane si siano abbeverati.
Ma, se volete, entriamo un po’ più in dettaglio.
CIRCOLAZIONE DEI SAPERI, COMPLEMENTARITA’ DELLE CULTURE
Qua e là, in certe guide turistiche, si coglie un buffo ma anche molto significativo lapsus: una delle tele più celebri ed enigmatiche del Giorgione, i Tre filosofi del Kunsthistorisches Museum di Vienna, viene battezzata Tre magi. Non si tratta soltanto di un equivoco nato sulla base del numero “tre”, bensì anche del fatto che in realtà i magi sono, tra Due e Cinquecento, alcuni tra i soggetti più comuni della pittura europea. Ma c’è anche di più: il filosofo di età matura, al centro del quadro, mostra in effetti un’acconciatura orientale, come quella consueta ai magi almeno dal tardo medioevo; e – al pari dei magi – anche i tre filosofi appaiono scanditi in tre differenti età, cioè giovinezza, maturità e vecchiaia. Insomma, l’errore di qualche moderno, frettoloso compilatore appare a una valutazione un po’ più attenta molto meno strano e molto più significativo di quanto potrebbe a prima vista sembrare. Che anche Giorgione in realtà, dipingendo i suoi tre filosofi – e non staremo qui a entrare nelle molte polemiche relative alla loro identità e all’interpretazione dell’enigmatico capolavoro – pensasse ai magi? Che fosse anche un po’ suo, il lapsus in cui sono incappati i moderni, incauti compilatori? Continua a leggere “Minima Cardiniana 146”