Minima Cardiniana 154
Domenica 25 dicembre 2016 – Natività del Signore
BUON NATALE
Cari Amici e carissimi tutti,
una volta tanto, vista la coincidenza fra il Natale e la festività domenicale, eviterò di dare con voi la stura al mio abituale malumore. Solo un augurio di buon Natale e poche riflessioni. Un carissimo, fraterno amico mi scrive di non poterne più di questo modo di celebrare il Natale e di aver deciso di non farne più di nulla: ed è uno che ogni anno impiegava regolarmente la Vigilia nella preparazione del presepio. Gli ho risposto che sono formalmente del tutto d’accordo e sostanzialmente in pieno contrasto con lui: e le due cose coincidono. Perché ha del tutto ragione papa Francesco: il Natale, oggi, è ostaggio del consumismo. Dinanzi a ciò, ci sono due vie d’uscita per chi di esso ha un’idea diversa. Abolizione o Restaurazione, nel senso più pieno e profondo di questi due sostantivi. Forse, si dovrebbe lavorare da adesso in poi per organizzare un Natale 2017 che sia pienamente e rigorosamente anticonsumistico: rifiutare con rigore tutto quel che ecceda l’onore tradizionalmente dovuto al Signore che nasce, l’affetto per il prossimo e soprattutto per i piccoli (perché non cominciar a educare i nostri bambini alla sobrietà?) e la lotta contro la “cultura dell’indifferenza”. Privilegiare i regali “poveri” (vi sono i centri di consumo equo e solidale per questo) e le conversioni del danaro da spendere per le feste in contributi di carità e di solidarietà. Combattere l’oscena contraddizione fra uno spirito cristiano che sta sempre più languendo e una simbolica natalizia ormai oppressiva, pervasiva, opulenta nelle sue forme apparenti quanto miserabile nella sua sostanza spirituale.
Da parte mia, il mio regalo di Natale a voi tutti consiste in una breve riflessione su un evento fausto e uno doloroso. Il primo è la dichiarazione del presidente Trump alla fine della celebrazione natalizia alla quale ha assistito in una chiesa episcopaliana: è necessario tornare al “Buon Natale”, sostituendolo allo “Happy Holidays” imposto dal politically correct. Credo di essere insospettabile di simpatie per l’attuale presidente USA. Ma quando uno ha ragion bisogna dargliela: ed essergliene grati. Il secondo è il disastro aereo che ha coinvolto i membri dell’orchestra e del coro dell’esercito russo, erede e continuatore di quello, gloriosissimo, dell’Armata Rossa. L’aereo decollato da Soci che avrebbe dovuto portare gli artisti e altri militari in Siria per solennizzare con i soldati russi là presenti la festività natalizia è stato vittima di un incidente. Erano soldati partiti per onorare il Cristo che nasce e per far sentire ad altri soldati l’affetto della loro patria. Vorrei che stasera quelli di noi che alla fine di ogni giorno usano ringraziare il Signore riservassero una breve preghiera per loro.
Tutto ciò dovrebbe far parte di un cambiamento negli “stili di vita” che secondo molti oggi appare sempre più urgente e necessario.FC