Minima Cardiniana 223/3
DOMENICA 25 NOVEMBRE 2018. FESTA DI CRISTO RE
Si conclude con oggi il ciclo dell’Anno Liturgico
LETTERA PRENATALIZIA DEDICATA A QUANTI ANCOR OGGI, PATETICAMENTE, AMANO TROVARE E/O FAR TROVARE A PARENTI E AD AMICI, SOTTO L’ALBERO, UN DESUETO REGALO: UN LIBRO
Una delle mie sotto-professioni semiufficiali è quella del recensore. Come tale, mi capita di tutto: specie sotto Natale. Quest’anno mi è arrivato un sacco di roba su un argomento che mi è molto congeniale: l’orientalismo. Vi propongo le mie indicazioni e le mie riflessioni al riguardo.
LIBRI SULL’ORIENTALISMO
Oriente: il luogo da cui sorge il sole; il paese del viaggio, dell’avventura, del mistero; il regno delle fiabe e al tempo stesso la caverna dalla quale sorgono i mostri. Qualcuno ha detto che gli occidentali sono ossessionati dall’oriente; sarebbe forse meglio affermare, semplicemente, che l’idea di oriente è uno degli elementi fondamentali per la costruzione dell’identità occidentale, effettiva o immaginaria che sia. Il fatto è che la nostra civiltà, nata sulle sponde del mediterraneo, sogna l’Oriente, se non da sempre, almeno fino dai tempi delle “guerre persiane” e poi di Alessandro Magno.
“Orientalismo” è il termine che nel mondo moderno e contemporaneo si è dato allo studio ma anche alla passione se non all’innamoramento-ossessione per l’oriente, con tutte le mistificazioni che ciò comporta e che peraltro hanno avuto spesso un esito almeno esteticamente e artisticamente parlando molto felice. Peraltro, gli “Orienti” sono ormai molteplici: quello arabo, quello turco, quello persiano, ma anche quello indiano e quelli cinese, giapponese sudest-asiatico. E, nonostante l’editoria sia in crisi, i titoli dei libri che avvicinandosi il periodo natalizio vengono pubblicati in impressionante numero e che parlano degli “Orienti” sono molti. Vale la pena di presentarne brevemente alcuni.
Tuttavia, il Mediterraneo era stato, fin dall’età antica, il centro nel quale tutte le culture del vecchio mondo si erano incontrate: perfino la cinese, dal momento che attraverso la Via terrestre “della seta” e quella oceanica “degli aromi” le merci e qualcosa della cultura di quei mondi lontani arrivava fino a noi.
Ma vi fu un momento nel quale fummo presi dalla voglia di andar direttamente a scoprire la fonte di quelle ricchezze e la sorgente delle meraviglie da cui si diceva scaturissero. Fu attorno al “lungo” XIII secolo, allorché i commerci e le crociate ci avevano posti in contatto con quei porti e con quegli empori (Costantinopoli già da secoli, ma al di là di essa Damasco e Alessandria) attraverso i quali l’Oriente c’inondava di spezie, di gemme, di sete pregiate. Erano i mediatori greci e arabi che stabilivano i prezzi di quelle merci tanto ambìte in Europa: perché non andar direttamente oltre, non oltrepassare quei filtri costosi, non giungere direttamente ai luoghi d’origine e di produzione di quelle ricchezze? Continua a leggere “Minima Cardiniana 223/3”