Minima Cardiniana 230/2
Domenica 13 gennaio 2018. Battesimo del Signore
ORIGINE, NATURA, VICENDE E (PROBABILMENTE PROSSIMA) CONCLUSIONE DELLA “MODERNITÀ”
Siamo ancora nel clima d’inizio Anno Nuovo. Credo quindi opportuno avviare il 2019, per quanto concerne il nostro settimanale incontro che ormai dura quasi ininterrottamente – con qualche breve pausa – da oltre quattro anni, non tanto e non solo con i proverbiali “buoni propositi” (e con l’augurio che non si limitino a rimaner tali), che, tuttavia, costituiscono sempre e comunque un benaugurante preventivo, quanto piuttosto con un consuntivo che non riguardi tanto l’anno che ci siamo da poco lasciato alle spalle quanto, in generale, il mondo e il tempo che ormai si sta concludendo: quello della cosiddetta “Modernità”.
Eccellente viatico al riguardo giunge da un libro recente, molto originale ed elegante, fondato, tuttavia, su un bizzarro “errore di prospettiva”.
CLIMA E STORIA: LA “PICCOLA GLACIAZIONE” E I RISCHI DEL “DETERMINISMO INTELLIGENTE”
C’è da augurarsi che, spinti dalla stagione e favoriti dal tempo di festa, molti fra voi si siano fatti il regalo di leggere quel prezioso miracolo d’intelligenza e di eleganza che è il saggio Inverno di Alessandro Vanoli (Bologna, Il Mulino, 2018). Chi lo ha fatto, sarà adesso senza dubbio attratto dalla lettura di un libro a sua volta intelligente ed elegante: Il primo inverno. La piccola era glaciale e l’inizio della modernità europea (1570-1700) (Venezia, Marsilio, 2018, pp. 286, euri 18) di Philipp Blom.
Vero è che l’editore, il veneziano Marsilio, è troppo raffinato per non costruire in termini affascinanti la sua trappola: “L’affresco di ghiaccio del lungo inverno europeo si rivela il pretesto per rileggere la storia da una prospettiva inedita”, recita la bandella del libro che reca, sulla copertina, un particolare del ben noto “Paesaggio invernale con pattinatori” dipinto verso il 1608 da Hendrick Avercamp e custodito nel Rijksmuseum di Amsterdam. Ebbene: non è che si tratti proprio di una “prospettiva inedita”, per quanto possa sembrarlo a gran parte di un pubblico magari colto, ma in generale estraneo alle letture storiche un po’ più specialistiche. In realtà, la storia del clima è ormai un “sottogenere” storiografico ormai solidamente affermato da parecchi decenni e che ha dato luogo anche a veri e propri best sellers la diffusione dei quali è andata molto al di là della cerchia degli specialisti: ci limitiamo a citare Tempo di festa, tempo di carestia. Storia del clima dall’Anno Mille di Emmanuel Le Roy Ladurie (Torino, Einaudi, 1982; l’originale francese è del 1967) e Storia culturale del clima. Dall’era glaciale al riscaldamento globale, di Wolfgang Behringer (Torino, Bollati Boringhieri, 2014; l’originale tedesco era già arrivato alla quinta edizione nel 2010). Si tratta di due opere fondamentali cuii Blom largamente s’ispira e che appunto cita anche nella sua strepitosa bibliografia di ben diciassette pagine (pp. 265-282). Continua a leggere “Minima Cardiniana 230/2”