Domenica 19 maggio 2019. V Domenica di Pasqua. Santi Nereo e Achilleo
EDITORIALE
Manca una settimana alle fatidiche elezioni. Noto che gli schieramenti in campo sono due. In sintesi, l’uno ci assicura che stiamo per essere sommersi dall’ondata dei barbari migranti, destinati a mutare il volto demografico d’Europa; l’altro ribatte che il pericolo sono le orde neofasciste e neonaziste che minacciano la società demografica.
Bene, sarà che sono un vecchietto distratto, o forse un anziano abbastanza fortunato. Oggi sono andato tranquillamente alle messa delle 11,30, nel mio paese vicino a Firenze: ho un parroco congolese (gli ariani dolicocefali glaucopidi non affollano più i seminari come una volta), che peraltro è una brava persona e non credo nemmeno che sia musulmano. Non sono stato assalito da orde di africani armati; né ho subìto strattonamenti o volantinaggi da parte di ragazzacci in divisa da avanguardisti o da Hitlerjugend.
E mi è salito dai più imi precordi un tremendo sospetto. Ma non è che politici e media “di destra” e “di sinistra”, l’un contro l’altro armati, ci stiano raccontando un sacco di bufale mentre i problemi effettivi – dalla mancanza di lavoro e di prospettive al disorientamento dei giovani, dalla concentrazione della ricchezza a livello mondiale all’impoverimento diffuso, dalle armi nucleari stockate nelle basi NATO in Italia alla faccia della Costituzione e dei sovranisti – risiedono altrove? Insomma, non è – come direbbe Pasquino – che “gnente gnente, ce stanno a’ pija pe’er culo?”. Tale atroce dubbio mi tormenta.
EUROPA, EUROPAE
IL CRISTIANESIMO E L’EUROPA PLURALE.
ELOGIO AFFETTUOSO E POLEMICO A ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
“Erano tempi belli, splendidi, quando l’Europa era un paese cristiano, quando un’unica Cristianità abitava questa parte del mondo plasmata in modo umano; un unico grande interesse comune univa le più lontane province di questo ampio regno spirituale”.
Con queste parole si apre un saggio del poeta Novalis, pseudonimo del Freiherr Friedrich Leopold von Hardenberg, edito postumo solo parzialmente nel 1802 e che conobbe una storia testuale molto ingarbugliata e numerose edizioni fra loro discordi prima di accedere alla definitiva forma testuale solo nel 1880: noi lo conosciamo come Christenheit oder Europa ed è un elogio del “pieno medioevo” nel quale il papato sarebbe stato l’elemento centrale, equilibratore e rigeneratore del continente e della sua civiltà. Continua a leggere “Minima Cardiniana 247/1”