Minima Cardiniana 266

Domenica 26 gennaio 2020, Santi Timoteo e Tito

AVVISO
Avverto tutti gli interessati che i prossimi due numeri di Minima Cardiniana, vale a dire il 267 di domenica 2 febbraio e il 268 di domenica 9 febbraio usciranno debitamente ridotti almeno per quanto riguarda le mie comunicazioni. Confido tuttavia che gli amici Antonio Musarra e David Nieri mi aiuteranno, con il loro contributo, a mantenere il livello qualitativo e quantitativo di questo zibaldone che non saprei come altrimenti denominare sul pian dei generi pubblicistici, ma che tuttavia – con pochissime sospensioni – da circa 6 anni rappresenta la mia forma primaria di collegamento col resto del mondo.
Al riguardo, mi permetto di ribadire alcune norme generali alle quali faccio di tutto per attenermi e prego i miei interlocutori, casuali e abituali, di rispettare.
1. Per favore, comunicazioni brevi e possibilmente prive di quel che non è essenziale.
2. Prego tutti di non inviarmi più di un messaggio al giorno: ne ricevo quotidianamente molte decine, talvolta oltre i 100, e non posso dedicarmi alla posta per più di un massimo di 3 ore al giorno (scrivere e spedire correttamente un messaggio richiede una media di 3 minuti: quindi in una giornata non posso evaderne più di 60, e Vi assicuro che è un lavoro massacrante).
3. Vi prego anche di astenerVi dal telefono. Chi avesse cose urgenti o importanti da trattare e volesse esprimersi con la necessaria lunghezza dovrà scrivermi con il vecchio buon sistema della posta cartacea, inviandola personalmente a me c/o ISUS/SNS, Palazzo Strozzi, 5° piano, Piazza Strozzi, 50100 Firenze.
4. Preferirei non ricevere messaggi contenenti esclusivamente lodi e contumelie. Sono grato per le prime, ma impermeabile alle une come alle altre.
5. Molti mi chiedono perché non replico a insulti ricorrenti, via
blog e simili, che mi accusano di essere un fascista, un comunista, un criptomusulmano, un amico dei tagliagole fondamentalisti islamici ecc. Rispondo che di solito mi faccio un dovere di scrivere a missive nelle quali mi si rivolgono critiche articolate e responsabili, sempre firmate. Non rispondo agli insulti in quanto non m’interessano. Non rispondo agli anonimi o agli pseudonimi perché non ritengo degno di risposta chi non ha il coraggio di firmarsi e di qualificarsi.
6. Qualcuno mi rimprovera di non rispondere nemmeno a colleghi che si qualificano come tali: rispondo che verifico sempre chi si qualifica come universitario e che chi ad esempio ha un incarico a tempo presso un’università privata non pubblicamente riconosciuta o che per averlo il quale non possiede titoli né ha mai superato nemmeno un pubblico esame non è un docente universitario, è un millantatore.
7. Se qualcuno, avendo ottemperato a quanto sopra, mi scrive e non riceve una risposta entro due settimane consideri che il suo messaggio o la mia risposta sono andati perduti e riscriva.

UN SALUTO DAL KERALA
La principale ragione della mia ridotta attività in queste settimane consiste nel fatto che sono ospitato per due-tre settimane di studio, cura e lavoro in una Ayurveda Mana, vale a dire in una clinica specialistica in cure secondo la medicina ayurvedica. Si tratta di un luogo praticamente a metà fra la clinica medica e il monastero, nel quale si prega, ci si cura e si studia; ogni attività suscettibile di far perdere concentrazione è strettamente vietata. Una disciplina che insegna a noi occidentali qualcosa che abbiamo perduto: la preziosità del tempo e del silenzio, il rispetto di sé e degli altri, il rifiuto di quanto è superfluo. Nulla che vedere con SpA o con “Centri Benessere”.

UNA BUONA NOTIZIA DAL SENATO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
No, non riguarda la notizia dell’impeachment del terrorista Trump, ma qualcosa di degno e decoroso che fa onore ai senatori statunitensi che l’appoggiano. E che grazie a Dio prova una volta di più che, alla lunga, non è affatto vero che la storia la scrivono i vincitori.
La senatrice Elizabeth Warren, eletta nel Massachusetts e candidata alla Casa Bianca, discendente di una famiglia di native Americans, ha formalmente avviato la richiesta di ritirare la decorazione della Medaglia d’Onore (la massima decorazione militare statunitense) ai soldati statunitensi che il 29 dicembre del 1890 parteciparono al massacro di circa 300 fra uomini, donne e bambini di nazione sioux nel luogo detto Wounded Knee. Ogni tanto una buona notizia. E una domanda: a quante Wounded Knee abbiamo assistito dal 1890 a oggi, dal Vietnam al Vicino Oriente all’America latina? Di quante si sono riconosciuti e puniti i colpevoli?