Minima Cardiniana 323/2

Domenica 18 aprile 2020, San Galdino (“la Domenica di Emmaus”)

GLI USA, L’EUROPA, LA CINA, LA RUSSIA
Sembra che uncle Joe stia diventando anche Tiger Joe. Buona parte della stampa europea ne sembra entusiasta: soprattutto quella italiana, alcuni organi cattolici inclusi. Zio Tigre sembra al meglio della sua energia, e Wonder Woman-Kamala Harris lo sta affiancando al meglio (anzi, par quasi lo preceda e lo guidi al tempo stesso). Zio Tigre, nelle migliori tradizioni del partito democratico statunitense, è convinto che Dio abbia affidato al suo popolo il còmpito di sorvegliare affinché in tutto il mondo trionfino la Pace e la Libertà: e a questo fine elargisce patenti di buona o di cattiva (“dittatoriale”) condotta, semina missili a testata nucleare dovunque può, si preoccupa della concorrenza-ostilità cinese ma a questo fine – anziché cercar d’isolare l’avversario, come qualunque leader politico farebbe al posto suo – fa di tutto per inimicarsi il più possibile anche Russia e Iran, e magari la stessa Turchia, e in prospettiva anche l’India, in modo da costringerle ad avvicinarsi sempre di più al suo rivale. Continua a leggere “Minima Cardiniana 323/2”

Minima Cardiniana 323/3

Domenica 18 aprile 2020, San Galdino (“la Domenica di Emmaus”)

UN “NUOVO RINASCIMENTO” NELLA PENISOLA ARABICA
IL DAVID A DUBAI
La notizia della “fotocopia in 3D” del David di Michelangelo a Dubai pare una di quelle cose fatte apposta per stupire, per impressionare, per entusiasmare, per indignare, insomma per far parlare. L’International Expo di Dubai sarà come il Louvre rinato (o “rifondato”?) in terra araba in un momento nel quale gli emiri dei petrodollari – noti per tagliar teste e mani a casa loro, giocarsi fortune nei casinos occidentali e bere whisky in tazzine da tè – hanno ormai fatto rapidi passi da gigante per entrar in un rapporto più intimo e organico con il mondo occidentale. I tempi cambiano: i movimenti femministi arabi trovano leaders tra le nobildonne saudite che si occupano anche di moda e di finanza e un principe ch’è al tempo stesso capo della setta wahhabita (la punta di diamante del fondamentalismo sunnita) trova un senatore fiorentino che lo paragona a Lorenzo il Magnifico. Frattanto, l’ormai tradizionale feeling araboamericano in materia petrolifera e militare si perfeziona in una vera, grande novità, la svolta “amichevole” dei rapporti arabo-israeliani. Siamo alla vigilia d’una nuova fase dei rapporti internazionali? E ci sarà magari davvero un “Nuovo Rinascimento”?
Un fatto è certo. La globalizzazione, che aveva già raggiunto i rapporti diplomatici, finanziari e tecnologici “di vertice” tra mondo arabo più tradizionalista e Occidente collegato agli USA e li aveva già alleati fra loro, ha ormai con sicurezza invaso anche i livelli societari del mondo arabo-peninsulare: nella quale – un po’ come accadde nel Giappone dell’età Meji dell’Ottocento – le élites e i quadri executive resteranno tradizionalisti nel loro intimo quotidiano e rapidamente si “occidentalizzeranno” in quello internazionale. Lo hanno già fatto da tempo, laureandosi tra noi e mobilitando i loro capitali funzionalmente ai nostri.
I nostri partners, in altri termini, tengono a dimostrarci di essere ormai maturi per la fase globalizzatrice ulteriore: sono già “come noi”, sono già “dei nostri”. Per questo, dopo aver subìto per mezzo millennio gli esiti del nostro Rinascimento che hanno conosciuto come dominio coloniale, adesso si apprestano ad appropriarsene e a metabolizzarlo.
Siamo davvero, quindi, alla vigilia di un “nuovo Rinascimento”. Forse, anzi quasi certamente. Ma non del nostro: del loro. Dopo essersi impadroniti delle nostre tecnologie scientifiche e finanziarie pur restando diffidenti di fronte alla nostra estetica e dalla nostra etica, ora affrontano anche queste ultime. I glutei del David non li scandalizzano più. E sapete perché? Perché hanno capìto che ormai anche il Re Occidente è nudo: e l’avvenire è più loro che nostro.
E noialtri? Noi li interessiamo per il nostro grande passato, che è il meglio che noi possiamo offrire. Il nostro presente e il nostro futuro non li riguarda: la cultura occidentale, metabolizzata, sopravviverà, ma i protagonisti ne saranno loro, insieme magari con i cinesi.
In altri termini: se abbiamo elaborato, o quanto meno concepito, nuovi David di Michelangelo adatti al XXI secolo e da offrire al mondo, è questo il momento di farsi avanti. Altrimenti, visto che il turismo e la cultura sono due delle nostre principali industrie, continuiamo a vendere i glutei di quello vecchio. In fondo, sembra proprio che il mondo di noi apprezzi principalmente quelli. E forse ha ragione.

Minima Cardiniana 323/4

Domenica 18 aprile 2020, San Galdino (“la Domenica di Emmaus”)

E C’È ANCORA MOLTO DA DIRE SUL COVID-19
Ancora sul Covid-19. E Dio sa se ameremmo non parlarne più. Ma è ancora sulla cresta dell’onda. Tra l’altro arrivano i soldi. E piovono sulla testa di tanti contribuenti molti dei quali magari si lamentano del fatto che i “ristori” sono scarsi, ed hanno del tutto ragione, salvo il dimenticarsi che essi sono calcolati sul parametro delle loro denunzie fiscali, non dei loro redditi effettivi; su quelli denunziati, non su quelli intascati. Con tutto ciò la crisi c’è, è reale, è gravissima, ne pagheremo per anni le conseguenze. Oggi è la volta di Michele Rallo che c’intratterrà sul Recovery Fund. Dopo di che, assisteremo a una nuova puntata del derby Copertino-Montesano: controcontroreplica di Copertino, controcontrocontroreplica di Montesano; e dubitiamo sia finita qui. Noi non ci permettiamo d’altronde di stabilire un termine a questa dotta disputa: nella quale chiunque altro può entrare. Dio mi è testimone che io, FC, non sono né liberale, né liberista, né libertarian, né libertario: ma sono un devoto ammiratore di un verso che il libertino Lorenzo Da Ponte, librettista del Don Giovanni di Mozart e – lui, sì – a sua volta libertino, pone sulle labbra del Burlador de Sevilla alla fine del secondo atto dell’immortale opera: “È aperto a tutti quanti – Viva la Libertà!”. Continua a leggere “Minima Cardiniana 323/4”

Minima Cardiniana 323/5

Domenica 18 aprile 2020, San Galdino (“la Domenica di Emmaus”)

FIRENZE: NUOVA E ARDITA CONCEZIONE URBANISTICA, PROPOSTA AFFASCINANTE O PASTICCIACCIO BBRUTTO?
FIRENZE: ET SULLA COLLINA DI BELVEDERE?
Riceviamo e diffondiamo questo comunicato pervenutoci dall’Associazione Idra
Sorge il dubbio che siano extraterrestri i 677 cittadini dell’Oltrarno che, documento di identità alla mano, nell’aspro contesto delle limitazioni Covid, hanno sottoscritto in poche settimane la richiesta di conoscere e poter di nuovo visitare – per difenderlo – quel vasto complesso di ambienti ex conventuali di origine medievale, coi suoi giardini e una veduta impareggiabile su Boboli, che da decenni è chiuso alla fruizione pubblica. Oggetto della più rilevante opera di trasformazione urbanistica nell’area Unesco di Firenze, il prospettato cambio di destinazione del manufatto in albergo di extralusso rischia infatti di sconvolgere l’intera area fra Costa San Giorgio e Via San Leonardo, da Palazzo Pitti al Forte Belvedere. Anzitutto dal punto di vista della vivibilità e della mobilità. Ma, più subdolamente, minacciando (con gli scavi per realizzare le previste opere interrate) le sorgenti che alimentano il Giardino di Boboli o – Dio non voglia! – innescando frane e smottamenti su quello che è storicamente conosciuto come il Poggio delle Rovinate, dove ad essere rovinate furono nel Cinquecento abitazioni come quella del Buontalenti. Continua a leggere “Minima Cardiniana 323/5”