Minima Cardiniana 486/4

Minima Cardiniana 486/4

Domenica 3 novembre 2024
XXXI Domenica del Tempo Ordinario, San Berardo, Santa Silvia

UN’INTERVISTA A FRANCO CARDINI
A PROPOSITO DEL MINISTRO GIULI
Lunedì 28 ottobre scorso è uscita su “La Stampa”, a cura della brava Francesca Schianchi, un’intervista nella quale Franco Cardini, partendo dal “caso” del nostro tormentato Ministero della Cultura, ha parlato anche di altro…
“Se ha una inclinazione al sadomasochismo, possiamo parlare di destra e cultura…”, esordisce ridendo lo storico Franco Cardini.

Addirittura serve essere sadomasochisti, professore?
È una battuta, ma fino a un certo punto. Questo governo sembra voler di continuo farsi del male. È vero che soffre di un handicap congenito: è segnato dalla sua discendenza, sia pure lontana, da un partito esplicitamente neofascista. Continua a leggere “Minima Cardiniana 486/4”

Minima Cardiniana 486/5

Minima Cardiniana 486/5

Domenica 3 novembre 2024
XXXI Domenica del Tempo Ordinario, San Berardo, Santa Silvia

MASCHERE E VOLTI
GLI INTELLETTUALI ITALIANI GIOCANO A MASCHERARSI
di Eleonora D’Aquitania e Igor Riabov
Gli intellettuali italiani sono tornati alla tradizione veneziana di nascondere il proprio volto (nome) sotto una maschera, pubblicando riflessioni per le quali possono essere ostacolati dai colleghi. Si tratta di una reazione all’impossibilità di esprimere pubblicamente le proprie opinioni socio-politiche senza conseguenze che distruggano la carriera o la reputazione. Questo tipo di problema è sorto durante la pandemia di Covid, quando il mainstream ha soppresso le opinioni sulle ambiguità della vaccinazione di massa e sulla cultura dell’obbligo di indossare la maschera. Lo stesso sta accadendo adesso per quanto riguarda il tema dell’Ucraina, nonché della Palestina
. Continua a leggere “Minima Cardiniana 486/5”

Minima Cardiniana 486/6

Minima Cardiniana 486/6

Domenica 3 novembre 2024
XXXI Domenica del Tempo Ordinario, San Berardo, Santa Silvia

CAPITALISMO ULTRA-FINANZIARIO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’EROSIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI
Sull’erosione dei diritti fondamentali dell’uomo causata dalla diffusione del capitalismo ultra-finanziario e digitale e dell’intelligenza artificiale
Parere n. 26 del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB)
È indubbio che la caratteristica principale del capitalismo contemporaneo è la sua dipendenza dalla creazione di crescenti volumi di liquidità diretti a sostenere i mercati finanziari, a fronte della demolizione sistematica dell’economia reale fondata sulla produzione di beni e servizi destinati al consumo di massa.
Questo processo è iniziato negli anni Settanta, con l’introduzione su larga scala dell’automazione nei processi produttivi: da allora, il capitale non ha più potuto, o voluto, riassorbire la massa di lavoro salariato che si andava progressivamente disoccupando e ha preferito trovare rifugio nei mercati finanziari, dove il danaro fa lavorare il danaro, e non le persone.
Il carattere fittizio dell’economia post-industriale si è accentuato ulteriormente con la rivoluzione neoliberista degli anni Ottanta, quando la frenesia speculativa – specialmente sulle obbligazioni, titoli di debito societari e sovrani – ha iniziato ad assumere vita propria, estendendosi nel tempo fino a travolgere ogni possibile corrispondenza tra i titoli negoziati e il loro valore reale.
Oggi, sembra di essere giunti a un punto di non ritorno: se, per qualsiasi motivo, l’appetito per le obbligazioni viene meno, la legge dell’auto-espansione del capitale fa sì che scendano in campo le banche centrali per stampare denaro contante e consentire, così, l’acquisto dei titoli obbligazionari rimasti invenduti.
La gestione centralizzata di questa bolla di debito, dove la “crescita” viene letteralmente simulata grazie a massicce iniezioni di credito a opera delle banche centrali, costituisce l’ultimo baluardo a difesa dei mercati finanziari e, in definitiva, dell’intero sistema economico contemporaneo. Non a caso questa operazione di soccorso è ormai divenuta permanente, tenuto conto del fatto che l’alternativa a una politica inflattiva consisterebbe solo nell’aumento sostenuto dei tassi di interesse, che a sua volta provocherebbe il crollo dei mercati, la polverizzazione di capitali a tutti i livelli e, a cascata, fallimenti d’impresa, licenziamenti di massa e conseguenti ondate di caos sociale. In altri termini, se la scelta è tra affossare la valuta per salvare il sistema o affossare il sistema per salvare la valuta, non stupisce che l’opzione seguita dalle banche centrali – e caldeggiata dalle élites – sia quella di proteggere a ogni costo il sistema, ossia i mercati, anche a costo di abbassare i tassi di interesse, ossia il costo del denaro, per creare ulteriore liquidità inflattiva: e quindi affossare la valuta per generare altro debito.
Un dato può tornare utile: tra l’ultimo semestre del 2019 e il primo del 2020, proprio mentre il mondo cominciava a essere distratto dall’emergenza Covid, la banca centrale degli Stati Uniti d’America ha elargito alle banche d’affari a corto di liquidità l’astronomica e sbalorditiva cifra di 48mila miliardi di dollari, più del doppio del PIL statunitense di allora[1]. Questo dato permette di comprendere a un tempo perché espansioni monetarie e distorsioni finanziarie siano diventate endemiche e necessarie al sistema e perché la sopravvivenza del capitalismo ultra-finanziario dipende dalla sua capacità di tenere sotto controllo popolazioni sempre più improduttive, impoverite e superflue, gestendo un declino sociale che vede le classi medie proletarizzarsi a fronte della frammentazione del vecchio proletariato industriale in una moltitudine di disoccupati, sottoccupati, precari e soggetti che rinunciano tout court a cercare lavoro.
Ovviamente, la rischiosa combinazione tra impoverimento e reazione della popolazione deve essere controllata in qualche modo: e se guerre, epidemie e derive eutanasiche non bastassero a eliminare i “quattro miliardi di mangiatori inutili” lamentati da esponenti delle élites finanziarie, a ciò provvede efficacemente la gestione totalitaria della società, che punta al soggiogamento delle masse mediante la propaganda del terrore fondata sulla manipolazione dei dati scientifici, siano essi di natura sanitaria, climatica, ambientale, energetica, geo- politica o strategica.
L’emergenzialismo permanente è ideologicamente integrale alla prospettiva totalitaria: la crisi sanitaria causata dal Covid ha permesso di introdurre uno strumento di controllo – il Green Pass ispirato al sistema di credito sociale e ai principi dell’economia comportamentale – la cui ratio è stata ripresa e ampliata nell’ambito del processo di digitalizzazione dei flussi finanziari e delle valute, che sta portando all’adozione delle Central Bank Digital Currency (CBDC)[2]; la sola minaccia di una escalation dei conflitti armati – dall’Ucraina alla Palestina – fa rifluire ancora una volta enormi quantità di denaro sui mercati obbligazionari ritenuti sicuri; l’inarrestabile diffusione dell’intelligenza artificiale (IA) costituisce indubbiamente il passo definitivo verso una dimensione post-umana destinata ad azzerare i diritti fondamentali dell’uomo e a cancellare il primato dell’essere umano sugli interessi della scienza e della società, sancito dall’art. 2 della Convenzione di Oviedo sulla biomedicina del 1997, ma curiosamente continua a essere celebrata, da istituzioni e decisori politici, come la prova suprema per superare retrivi tabù antropologici e culturali, come un vero e proprio percorso iniziatico alla gnosi, da intraprendere a tutti i costi: ciò che spiega anche la necessità, avvertita a vari livelli, di dissimulare i rischi conseguenti, vuoi presentandoli come retaggi oscurantistici, vuoi promuovendo l’adozione di strumenti che, di fatto, conducono a risultati opposti a quelli dichiarati.
Emblematico, in questo senso, è il regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2024/1689, del 13 giugno 2024[3], che, da una parte, enfatizza la necessità di salvaguardare i “diritti fondamentali” (espressione che ricorre ben 97 volte nel testo regolamentare), ma che, dall’altra, lascia chiaramente trasparire la volontà del legislatore europeo di sottrarre la concreta azionabilità dei diritti in parola all’iniziativa dei singoli individui – che pure ne sono i titolari – per rimetterla alle decisioni di agenzie, comitati e istituti in vari modi controllati della Commissione europea: organismo che, come noto, non è eletto e, di fatto, risponde solo a sé stesso.
In un mondo che appare sempre più sospeso tra collasso economico e soluzioni totalitarie, il CIEB continua a sollecitare i cittadini affinché sviluppino la consapevolezza critica necessaria per dubitare della bontà e dell’efficacia delle soluzioni emergenziali proposte da apparati di governo sempre più insensibili ai diritti fondamentali dell’uomo, perché organici alle élites finanziarie che di quelle emergenze hanno fatto una ragione d’essere, e per aprire la strada a reali alternative sistemiche.
CIEB, 31 ottobre 2024
Il testo originale del Parere è pubblicato in:
www.ecsel.org/cieb

[1] Cfr. www.newyorkfed.org/markets/OMO_transaction_data.html#rrp. La cifra riflette l’ammontare complessivo dei contratti Repo (Repurchase Agreement) – corrispondenti ai “pronti contro termine” – erogati dalla Federal Reserve alle Banche di importanza sistemica globale (Globally Systemic Important Banks o G-SIBs). Si tratta, in sostanza, di prestiti a breve termine in cui il debitore riceve liquidità in cambio di un titolo a garanzia (in genere, titoli di Stato) che s’impegna a riacquistare a un prezzo più elevato alla scadenza prefissata, scadenza che, però, viene generalmente prorogata.

[2] Secondo i principi dell’economia comportamentale, in condizioni di incertezza il giudizio umano tende a non allinearsi alle soluzioni indicate dalla teoria economica e, per questo motivo, deve essere guidato, “whatever it takes”, verso le opzioni indicate dai decisori politici: gli individui obbedienti saranno poi ricompensati con oggetti, anche virtuali (come i token), o con la possibilità di accedere a determinati servizi o prestazioni (secondo l’esperienza del Green Pass).

[3] In GU serie L del 12 luglio 2024.

Minima Cardiniana 486/7

Minima Cardiniana 486/7

Domenica 3 novembre 2024
XXXI Domenica del Tempo Ordinario, San Berardo, Santa Silvia

LIBRI LIBRI LIBRI
Marina Montesano, Andare per i luoghi della stregoneria, il Mulino 2024, serie “Ritrovare l’Italia”, pp. 160, € 14,00, e-book € 9,99.
Molto si è scritto sulla stregoneria e sulla caccia alle streghe, un fenomeno storico che ha avuto un impatto significativo in diverse regioni d’Europa. L’Italia centro-settentrionale, in particolare, è stata uno dei luoghi dove sono avvenuti i primi processi, già tra il Trecento e il Quattrocento. Tuttavia, durante la fase più intensa delle persecuzioni, questa regione fu tra le meno colpite, sebbene con diverse eccezioni. La caccia alle streghe si è sviluppata in tre fasi principali: inizialmente con una diffusione sporadica di processi e condanne a morte, terminata nei primi anni del Cinquecento; successivamente, tra il 1550 e il 1660, con un drammatico incremento dei processi, che segnò l’apice della caccia alle streghe in Europa; infine, dal 1660 alla metà del XVIII secolo, con una riduzione generale delle persecuzioni, pur espandendosi in aree nuove come le colonie del Nuovo Mondo. Dal punto di vista geografico, la regione tedesca del Sacro Romano Impero si distinse per una forte concentrazione di condanne a morte, coinvolgendo territori sia cattolici che protestanti e superando i numeri registrati nel resto d’Europa. Complessivamente, le condanne a morte per stregoneria in Europa raggiunsero circa 60.000, concentrandosi nelle aree occidentali e centrali, sia cattoliche che riformate, tra il XV e il XVIII secolo. Continua a leggere “Minima Cardiniana 486/7”