Minima Cardiniana 218/2

Domenica 21 ottobre 2018. XXIX Domenica del Tempo Ordinario. Sant’Orsola Vergine e Martire

OCCIDENTE, MODERNITA’, MONDO MUSULMANO. REPETITA STUFANT, SED IUVANT (O ALMENO SPERO) 

Ricevo ancora molti messaggi a proposito di Occidente, Europa, Islam, crociate, jihad, natura dell’islam, “scontro di civiltà” eccetera. Evidentemente non sono stato abbastanza chiaro. Riassumo, augurandomi che sia la volta buona.

Premessa

A proposito dei rapporti tra quello che siamo ormai abituati a definire “Occidente” e il mondo musulmano sussistono alcuni malintesi di fondo che è bene chiarire e che benissimo sarebbe cancellare una volta per tutte. Quando oggi noi parliamo di “Occidente” non intendiamo evidentemente alludere a un punto cardinale; e non vogliamo neppure necessariamente collegarci a un’idea diffusa, generica finché si vuole ma dalle forti e profonde radici e dall’intenso valore sul piano dell’immaginario, secondo la quale “Occidente” e “Oriente” sarebbero mondi tra loro diversi e per alcuni aspetti contrapposti, destinati ora a incontrarsi ora invece a scontrarsi. Per impostare in modo adeguato il nostro tema è necessario tener bene a mente un triplice ordine di premesse. Continua a leggere “Minima Cardiniana 218/2”

Minima Cardiniana 218/1

Domenica 21 ottobre 2018. XXIX Domenica del Tempo Ordinario. Sant’Orsola Vergine e Martire

IL “DOVERE DELLA MEMORIA”. A PROPOSITO DEGLI ANNIVERSARI DA RICORDARE (E MAGARI DI MOLTI CHE INVECE VENGONO DIMENTICATI…)

Il 16 ottobre scorso cadevano due anniversari, infausti entrambi, ma di tipo molto diverso. 75 anni fa oltre mille ebrei vennero rastrellati a Roma e inviati nei Lager nazisti: pochi ne fecero ritorno. 225 anni or sono veniva assassinata, dopo un ridicolo simulacro di processo, Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena consorte di luigi XVI e regina di Francia.

Il primo anniversario è stato ricordato solennemente in tutta Italia: in particolare con un bell’articolo, LA TV fa bene alla storia, pubblicato lunedì 15 u.s. alle pp. 1 e 24 de “La Repubblica” da un mio vecchio collega e carissimo amico, Roberto Esposito, docente di filosofia teoretica nella Scuola Normale Superiore e autore del recentissimo libro Politica e negazione (Einaudi 2018).

Il secondo è stato ricordato en passant e quasi per caso a causa di un evento speciale: l’approssimarsi dell’asta gestita a Ginevra dalla Sotheby’s nel corso della quale saranno offerti alcuni gioielli appartenuti alla regina ghigliottinata. Se ci si dovesse impegnare nel cercar un nesso tra quei due eventi – e tra quei due delitti – si dovrebbe forse chiamare in causa il rapporto tra politica e fanatismo.

Dal canto mio, per quel che riguarda il caso di Maria Antonietta ripubblico qui, in edizione integrale, un articolo rievocativo edito sul “Quotidiano Nazionale”; e pongo a disposizione dei lettori di questo blog il contenuto di una “lettera aperta” inviata a Roberto Esposito a proposito di quanto egli aveva scritto su “La Repubblica” (ovviamente ho chiesto e ottenuto dal destinatario il consenso a fare quest’uso di parole e pensieri ch’erano e restano rivolte a lui e che sono anzitutto espressione di fraterna amicizia).

SULLA “NATURA CRIMINALE DEL FASCISMO” (E FORSE NON SOLO DI ESSO)

Firenze, 15.10.2018

Caro Roberto,

quando si dice la coincidenza. Stamani, quando sul treno che mi riportava a Firenze ho trovato su “La Repubblica” il tuo bell’articolo La TV fa bene alla storia, stavo appunto pensando di procurarmi il tuo ultimo libro, Politica e negazione, che mi è necessario per varie ragioni: non solo perché l’hai scritto tu, ma anche in quanto esso mi sarà indispensabile quando, il 19 prossimo a Pietrasanta e l’11 novembre a Pisa, mi succederà di presentare e di dover discutere con alcuni amici autorevoli un mio libretto, Neofascismo e neoantifascismo, che (ci sono rassegnato…) saranno in molti a scambiare per un pamphlet polemico mentre è, invece, al contrario, un tentativo – non privo di aspetti dolorosi – di fare i conti, in limite senectutis, con una sorta di “passato-che-non-passa”: dell’Italia, dell’Europa e in fondo anche mio personale. Sono fin dall’adolescenza un figlio della “Compagnia di Gesù”: i buoni Padri miei vecchi Maestri mi hanno insegnato, quando ero adolescente, come si fa un corretto “esame di coscienza”. E, ohimè, come diceva un tuo grande concittadino, “gli esami non finiscono mai”. Continua a leggere “Minima Cardiniana 218/1”

Minima Cardiniana 217/2

Domenica 14 ottobre 2018 – XXVIII Domenica del Tempo Ordinario. San Callisto I Papa

LA COLOMBA DI KANT

E’ noto l’apologo di Kant: la colomba, che vola libera nell’aria ma fatica nel vincerne la resistenza, è persuasa – la poverina – che senz’aria volerebbe più comodamente. Invece non solo nulla la sosterrebbe nel vuoto, ma essa morrebbe.

Siamo più sciocchi di quella colomba. Via le “radici”, malvagia invenzione razzista; via le “tradizioni”, infame fantasia reazionaria; e adesso, via anche la storia, inutile galleria di errori, di orrori, di vanità. Largo solo – nella scuola come nella vita –  all’utile, al profitto, all’arbitrario esercizio della libertà individuale e irresponsabile (ch’è ben altra cosa dal libero arbitrio). A quando si troveranno in commercio le Play Stations sulle quali giocare al bel gioco dello stupro di gruppo? A quando si metteranno in vendita dei bei kits griffati per bulli della terza liceo?

L’abolizione della traccia di storia dalle prove di esame di maturità è un altro tassello nel mirabile mosaico del Luminoso Domani che ci viene proposto. Dopo l’inizio del II millennio di Cristo, quando – secondo l’espressione del cronista Rodolfo il Glabro, divenuta proverbiale – “il mondo si coprì di un candido manto di chiese”, all’alba del III esso si coprirà d’un cristallino e acciaiato manto di Centri Commerciali. Continua a leggere “Minima Cardiniana 217/2”

Minima Cardiniana 217/1

Domenica 14 ottobre 2018 – XXVIII Domenica del Tempo Ordinario. San Callisto I Papa

JEROSOLYMITANA

“Se ti dimentico, Gerusalemme…”: così recita il salmo 137, quello dell’esilio del popolo d’Israele in Babilonia. Siamo tutti esuli, su questa terra. Aspettiamo e speriamo tutti di scorgere un giorno le pietre preziose delle mura della Gerusalemme celeste. Ma non possiamo dimenticare la nostra Gerusalemme. C’è chi la vuole capitale eterna e indivisibile di uno stato. Può darsi che sia così, magari a lungo. Ma gli stati passano e le capitali cambiano. Gerusalemme eterna non passa perché Dio l’ha eletta a Sua sede privilegiata sulla terra. Gerusalemme, Visio Pacis, appartiene a Dio e al genere umano. Ricordiamolo tutti, nell’attesa che essa possa ricevere da Dio e dalla storia il dono della pace: che non viene mai, se e quando è autentica, senza giustizia.

D’ORO, DI RAME, DI LUCE

Martedì 9 scorso gli archeologi israeliani hanno dato notizia di aver rinvenuto una pietra d’età erodiana sulla quale, in bei caratteri ebraici, un architetto del tempo ha scolpito il nome di Gerusalemme. E’ una testimonianza importante. Da poco, il governo e il parlamento israeliani, dopo aver proclamato Gerusalemme “unica e indivisibile capitale dello stato ebraico”, hanno altresì sancito la natura esclusivamente ebraica di tale stato. Non è stata una decisione incostituzionale, dal momento che Israele – al pari del resto del Regno Unito – non ha una costituzione. Ma è una soluzione che preoccupa per quella che sarà l’evoluzione della vita civile di quei circa due milioni di cittadini israeliani non ebrei (quindi musulmani o cristiani) che vivono nel loro paese accanto ai sette milioni dei loro concittadini ebrei. Continua a leggere “Minima Cardiniana 217/1”