Minima Cardiniana 195/1

Domenica 7 gennaio – Battesimo del Signore

VARIA

A PROPOSITO DELLA “LISTA DEL POPOLO”

Cari Amici,

anzitutto grazie per aver dato in tanti ascolto alla mia “chiamata di correo” della volta scorsa. Ma forse – scusatemi: non è colpa Vostra – sono stato imprudente. La stragrande maggioranza di Voi mi ha coperto di domande, dubbi, illazioni, propositi, obiezioni, sospetti: tutte cose giuste e legittime, ma alle quali non posso rispondere (né posso gestire l’infinito materiale pervenutomi). Si tratta di cose che dovete chiedere ai dirigenti della LdP, non a me; e che io, dati i miei limitatisssmi mezzi a disposizione – me stesso e il mio computer – non posso per motivi di tempo passar loro. Poi ci sono i commenti generali: buoni, qualcuno eccellente, ma tutti generici: non servono alla fattispecie costruttiva del discorso. Infine ci sono gli elogi (e anche le contumelie): grazie  per gli uni e per le altre, ma è inutile divulgare entrambi.

Molti di Voi, poi, dicono cose interessanti ma non si firmano, oppure, firmandosi, mi vietano di divulgare i loro nomi. E’ un loro diritto: ma i pareri anonimi, anche quando sono funzionalmente preziosi, sono eticamente inutilizzabili. Mi dispiace. Gli pseudonimi invece credo siano ammissibili, ma anch’essi in modo eccezionale, quando sono significativi (come nel caso che pubblico).

Purtroppo, commenti specifici sui primi due punti programmatici non mi sono arrivati. Qualche commento però si avvicina a quello di cui abbiamo tutti bisogno: si tratta di osservazioni specifiche, concrete, puntuali.

Per non assillarVI e per darVi poco a poco materia di riflessione, pubblico qui (e lo farò anche nelle prossime settimane, se e quando sarà il caso) tre fra le non poche risposte che mi sono sembrate significative. A tutti gli interlocutori comunque rispondo personalmente, a parte.

  1. Alessandro Bedini

Riguardo i primi punti del programma della Lista del Popolo, mi trovo d’accordo. La sovranità è il punto fondamentale sul quale insistere. L’UE è una camicia di forza che condiziona in negativo la nostra vita quotidiana, per di più governata da persone che nessuno ha eletto. Alla faccia della democrazia!! Credo anche che ripensare la nostra politica estera, pardon pensarla perché da anni non lo si fa più, sia un imperativo categorico, così come la fuoriuscita dalla NATO e il ritiro dalle sedicenti “missioni di pace” che non sono altro se non la plastica dimostrazione della nostra inetta sudditanza rispetto allo strapotere statunitense. Temi che mi premono molto. Prossimamente,  cercherò di fare altri commenti, anche se l’economia non è il mio forte. Credo tuttavia che la sovranità, il poter decidere sullo stato d’eccezione, come afferma Carl Schmitt, sia il vero punto di partenza.

Alessandro Bedini

  1. David Nieri

Ringrazio innanzitutto Franco Cardini per la stima e l’invito a commentare i 16 punti programmatici della Lista del Popolo, premettendo che, per quanto riguarda alcuni di essi, le mie competenze sono quelle di un comune cittadino, non dell’esperto in materia.

Faccio parte del “più grande partito degli italiani”, come lo definisce lo stesso autore, ovvero un “elettore che non trova obiettivamente e onestamente chi lo soddisfi e possa ragionevolmente rappresentarlo”, in definitiva il bacino elettorale (numericamente enorme) al quale la Lista del Popolo dovrebbe principalmente appellarsi. Una sfida difficile, ma non impossibile. Leggendo con attenzione i 16 punti del programma – indubbiamente ambizioso –, non posso fare a meno di dichiararmi in piena sintonia soprattutto con alcuni di essi.

Desidero iniziare con una premessa, che si fonda su evidenze inconfutabili. Tre sono, a giudizio del sottoscritto, i principali indicatori dello stato di salute del nostro Paese che negli ultimi mesi hanno trovato risalto – anche se forse mai abbastanza – sui media:

  • Venti milioni di cittadini in stato di indigenza e a rischio povertà. Un italiano su tre vive dunque in condizioni disagiate o rischia seriamente di aumentare la percentuale dei nuovi disperati.
  • Il problema della natalità in un Paese a crescita zero. Si tratta del secondo anno consecutivo (il 2017) in cui i decessi hanno superato le nascite.
  • L’altissimo tasso di disoccupazione giovanile, che sfiora il 40 per cento.

Sono dell’avviso che qualsiasi programma elettorale serio e lungimirante dovrebbe proporsi di affrontare prioritariamente i tre problemi sopra elencati. A essi è legata la salvezza del nostro Paese e del futuro delle nuove generazioni.

Della Lista del Popolo apprezzo in primo luogo l’accento posto sul ripristino della sovranità, che ovviamente non significa anti-europeismo, bensì un’unione fondata su nuovi presupposti.

Venendo ai singoli punti del programma, il primo prevede la trasformazione della Cassa Depositi e Prestiti in banca pubblica, l’emissione di una moneta fiscale complementare e il lancio di un piano triennale di investimenti pubblici da 200 miliardi di euro.

La Cassa Depositi e Prestiti (CDP) non è attualmente una banca pubblica ma una società per azioni (dal 2003) controllata all’83 per cento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e per il resto da fondazioni bancarie. Ha lo status di “Istituto di promozione nazionale” ma in realtà agisce come una vera e propria banca d’affari. La principale funzione della CDP dovrebbe essere l’erogazione del credito alle imprese (anche piccole e medie), ma sappiamo bene quali siano oggigiorno le difficoltà di accesso a un finanziamento per un piccolo imprenditore.

La moneta fiscale complementare è un’ipotesi affascinante: ho in mente l’esempio ungherese, che ha mantenuto la sovranità della sua moneta (il fiorino) ed emette valuta in base alle necessità interne, azzerando il debito.

Anche il piano triennale di investimenti pubblici potrebbe rappresentare una soluzione ad alcune staticità critiche del nostro Paese (un esempio su tutti: la ricostruzione nelle zone terremotate del Centro Italia): la domanda però si pone per quanto riguarda la provenienza delle risorse, che non possono certamente prevedere un ulteriore aumento della pressione fiscale.

Il secondo punto (“Emancipazione dalla dipendenza dai mercati finanziari, dal ricatto del debito pubblico e dalle agenzie di rating, e introduzione di regole che precludano ogni speculazione e manipolazione finanziaria perpetrata dalle banche d’affari”) è questione fondamentale. Ed è connesso al primo, se pensiamo che l’attuale presidente della Cassa Depositi e Prestiti ha lavorato in Goldman Sachs. Nessuna riserva, dunque, da parte mia.

David Nieri

  1. Hysni Kapo

Il Prof. Giuseppe Are, illustre cattedratico scomparso il 9 aprile 2006, parlava del piccì quale innesto fallito che trovava le sue ragioni nella cultura e nella composizione sociale degli italiani. Are conosceva bene il piccì, avendovi militato fino ai fatti d’Ungheria del 1956. Fatti che trovavano in quel kombinat gente che tutt’ora opera o di cui è erede diretta. Persone che appellandosi al retaggio storico e a promesse mai mantenute – che ben sapevano di non volere più che non poter mantenere – non hanno fatto che rastrellare voti in buona fede di iscritti e simpatizzanti, legati essi e i propri discendenti a un “glorioso passato”, onde creare una catena di clientele ed interessi che si ponessero quale forma imprenditoriale di tenore orrendamente liberale (dai grandi magazzini, a banche d’affari, sino a cripto-agenzie di collocamento e giochi in borsa, tutto sostenuto dalla relativa sauro-nomenclatura) – forma imprenditoriale atta, man mano, a erodere i diritti civili dei cittadini e dei lavoratori come stiamo vedendo giorno dopo giorno. Contando il principio che non importa “chi” comandi ma “che” comandi: al servizio prima di Mosca e poi di Washington.

Una vetero-cricca – riciclata in giovani manovali – di politicanti senza scrupoli i cui scopi – per nulla differenti dalla berlusconeria – s’individuano nell’elemento personalistico-familiare in cui ricchezza, agi, lussi personali e il successo economico dei propri parenti e fruitori-utenti è l’unico scopo. E gli elettori, per liste già pronte, sono i semplici burattini esecutivo-amministrativi, distanti anni luce dal politico-calciatore professionista, slegato completamente dalle masse e dai loro bisogni vitali.

La Lista del Popolo si pone al di là di ipocriti e antistorici schieramenti destra e sinistra, comprese alcune attuali stelle rosse disegnate come addobbi per alberi di Natale, benedetti da Santa Claus.

Hysni Kapo