Domenica 25 marzo 2018
Domenica delle Palme (o, più a nord, degli Olivi). Annunciazione alla beata vergine Maria e incarnazione di Nostro Signore Gesù Cristo. Capodanno Fiorentino del 2018. Capodanno pisano del 2019.
GLORIA E ONORE ETERNI AL TENENTE COLONNELLO DELLA GENDARMERIE ARNAUD BELTRAME, CAVALIERE DELLA LEGION D’HONNEUR DAL 2012. SALUTIAMOLO CON LE PAROLE CHE MARCO ANTONIO RIVOLGE AL CORPO ESANIME DI BRUTO E CON LE QUALI SI CHIUDE IL GIULIO CESARE DI SHAKESPEARE: “QUESTO FU UN UOMO!”.
EFFEMERIDI DEL CAOS
IL FALSO SHAHID E L’AUTENTICO MARTIRE
Il greco e latino Martyr e l’arabo Shahid significano esattamente la stessa cosa ed esprimono il medesimo concetto: Testimone.
Non so chi fosse Redouane Lakdin, ignoro come sia passato dalla vita di spostato e dalla microdelinquenza alla militanza politico-religiosa, non so se tale iter sia stato compiuto all’insegna dello squilibrio psichico o della fredda, lucida, meditata conversione a un falso jihad (quello vero è ben altro, e non appartiene né ai fanatici politischen Soldaten del Daesh/Isis né a nessun membro di qualunque altra formazione terroristica: l’Islam, per bocca dei suoi teologi e dei suoi giuristi più accreditati, quali quelli dell’Università coranica di al-Azhar, condanna il terrorismo e ne proibisce la pratica ai veri credenti). Redouane Lakdin è un falso shahid: si può solo sperare che Dio abbia pietà di lui. Provo dal canto mio profonda pietà per le vittime di questo fanatico o squilibrato (non sono la stessa cosa) e per le loro famiglie. La provo anche per la sua famiglia: per i suoi genitori e per le sue tre sorelle che ora saranno condannati a vivere nell’ombra di una vergogna che non meritano e perfino, che Dio non voglia, a venir perseguitati per colpe non loro. Se vivessimo in una società civile, si dovrebbe loro riconoscere lo statuto di vittime al pari delle famiglie colpite dal loro congiunto: invece, saranno trattati come complici. E’ di queste piccole, nascoste infamie ch’è tessuta la trama del Grande Disordine che ci avvolge.
So invece un po’ meglio chi fosse Arnaud Beltrame. Un autentico Martyr. Ignoro se fosse credente e di quale religione o confessione: certo, è, obiettivamente, un Miles Christi, un Cavaliere del Cristo. Un uomo della tempra dei Salvo D’Acquisto, dei Maximilian Kolbe e della sterminata legione degli autentici martiri, che spesso non hanno né un nome né una memoria ma che nobilitano l’intero genere umano e ci obbligano a non disperare, nonostante tutto, riguardo ad esso.
Per il resto, tutto è chiaro. Che tu sia la maltornata, Daesh/Isis! Ma, in realtà, non te n’eri mai andata: solo che i nostri media, dopo aver addirittura abusato di te finché servivi ai loro disegni di disinformazione/controinformazione, da qualche mese ti avevano dimenticata. Tu continuavi imperterrita a uccidere, in Iraq come in Siria, sia ancora o meno al comando il tuo califfo al-Baghdadi più volte morto e risorto: ma era più comodo nascondere i tuoi crimini, ora che il tuo disegno di radicalizzazione territoriale era fallito, nascondere il tuo brutto muso dietro il Mostro da Sbattere in Prima Pagina, cioè quel che resta dell’esercito lealista del presidente Assad e i suoi “consiglieri militari” russi ritenuti non quelli che sul serio (insieme con i curdi e i pasdaran iraniani) ti hanno messo negli ultimi mesi in ginocchio, bensì come i veri e soli responsabili della crisi siriana: questo lo schema suggerito da Trump e da Netanyahu e fedelmente, pedissequamente seguito da molti dei nostri “osservatori” ed “esperti” nonché da quei politici che stanno obbedendo all’insensato diktat di chi pretende ora l’espulsione dei diplomatici russi dall’Europa sulla base di accuse irresponsabilmente formulate e mai comprovate nei confronti del governo Putin.
Ma insomma, che cosa sta succedendo? Bisogna di nuovo aver paura dell’Isis nelle nostre città occidentali? Senza dubbio sì, nella misura nella quale ora che il progetto di ridefinizione della realtà politica e dei confini del Vicino Oriente – che le amministrazioni prima di Bush poi di Trump e i loro amici saudito-wahhabiti intendevano riplasmare in modo da portare avanti la fitna contro sciiti e iraniani – è fallito. Quel che si voleva fare era smembrare Iraq e Siria in modo da organizzare, fra le altre cose, uno stato coerentemente irakeno sunnita corrispondente al centro dell’Irak sul quale magari far convergere i centri militari della NATO dotati di ordigni nucleari da puntare su Teheran: com’è stato fatto in Georgia e in Ukraina per minacciare Mosca. Dal momento che la tattica della ridefinizione del fronte nucleare appoggiata a una rivoluzione territoriale fondamentalista è fallita, l’Isis e i suoi finanziatori stanno ripiegando sul progetto “occidentale”: riaprire il jihad terroristico in Europa in modo da convincere noi che tutto l’Islam in blocco è nostro irriducibile nemico, da obbligarci quindi a reagire ostilmente nei confronti di esso in tutte le sue espressioni e, seminati così paura e odio occidentali nei confronti dell’Islam, raccogliere ampia messe di conversioni musulmane al wahhabismo secondo il quale la convivenza tra musulmani e non-musulmani è impossibile.
Sta a noi non cadere nella trappola. Ci saranno nuovi Redouane Lakdin, dopo i fatti del 7 e 9 gennaio 2015 (faccende di “Charlie Hebdo” e del supermarket kosher di Vincennes), del 13 novembre 2015 (attentato del Bataclan), del 13 giugno 2016 (uccisione del poliziotto di Magnanville e della sua compagna), del 14 luglio 2016 (strage di Nizza), del 16 luglio 2016 (assassinio del sacerdote di Saint-Étienne-du-Rouvray), del 20 aprile 2017 (assassinio di un poliziotto sugli Champs-Élysées, dell’1 ottobre 2017 (assassinio alla stazione di Marsiglia). E abbiamo parlato della sola Francia: non è detto che il contagio non si espanda. Il fatto è che legami effettivi tra tutti questi delitti e l’organizzazione dell’Isis, ammesso che ne esista una, non sono mai stati né trovati né provati. Questo malessere si combatte a livello tattico mediante informazione e infiltrazione, a livello strategico mediante cultura e integrazione. Una strada lunga e difficile, ma inevitabile e auspicabile. Sempre avendo ben chiaro che l’origine di tutto ciò sta nella fitna di alcuni paesi arabi sunniti contro gli sciiti e contro la repubblica islamica dell’Iran. Se si smarrisce questa chiave interpretativa, tutto diviene incomprensibile.
FC