Domenica 1 aprile 2018
Pasqua di Resurrezione
AVERTENZA IMPORTANTE.
Carissimi, questo MC Vi perviene in condizioni-limite, da un traghetto Bari-Durazzo. Fino a sabato 7.4. p.v. sarò in Albania per ragioni di studio: mi troverò in una località bella ma arretrata e montagnosa, dove temo non avrò possibilità di usare il computer. Questa edizione dei MC esce quindi in versione un po’ ridotta. Spero mi comprenderete.
EFFEMERIDI DEL RIDICOLO
SOLIDARIETA’, TATTICITA’, DIGNITA’
E’ evidente che in questi giorni tutto quel che il governo britannico della signora May sta facendo non può venire interpretato se non alla luce anche del problema Brexit. Aspettando quel fatidico 12 giugno prossimo nel quale la decisione degli inglesi di abbandonare l’Unione Europea dovrebbe diventare operativa, oltremanica sembra ogni giorno di più aumentare la consapevolezza di aver fatto un grosso errore: e allora il governo di Londra serra le trattative per salvare questo o quel pezzo del salvabile, cercando d’infilarsi in tutti gli accordi possibili. E’ il caso del progetto per le comunicazioni satellitari “Galileo”, un business miliardario dal quale la Gran Bretagna rischia di essere espulsa in conseguenza delle sue scelte e che naturalmente fa di tutto per non perdere. Qualche osservatore ha fatto notare che l’Inghilterra ha preso la UE per un ristorante nel quale sedersi a un tavolo e ordinare tranquillamente quel che si gradisce mangiare. Ma non è così: al ristorante UE vige un menu, non si ordina à la carte: o si è dentro, e allora si gode di tutto il pacchetto dei vantaggi di starci, o si sta fuori, e allora non è che si può prenderne uno e lasciarne un altro. Sarebbe troppo comodo.
Al tempo stesso, Londra non ha evidentemente perduto la nostalgia dell’impero. Giudica e comanda. Espelle dei diplomatici russi in seguito al presunto avvelenamento dell’ex-spia Sergej Skripal e di sua figlia, avvenuto il 4 marzo scorso a Salisbury, ma “dimentica” che buona regola diplomatica, quando si cacciano dei diplomatici, è fornire le prove delle loro eventuali responsabilità. Mosca le ha chieste senza ottenerle. Et pour cause. Quando si forniscono delle prove, bisogna declinare altresì le fonti di quanto si afferma: però la signora May e i suoi preziosi consiglieri debbono essersi resi conto, a cosa fatte, che ciò comporterebbe scoprire le proprie carte. Carte spionistiche, con ogni probabilità. E Londra farebbe, nei confronti di Mosca, la fine dei pifferi di montagna che secondo il nostro antico adagio vennero per suonare e furono suonati.
Come si esce da quest’impasse? Di male in peggio. Si fa ovviamente appello alla solidarietà internazionale: ricordando perfettamente che l’attuale presidente degli USA sta rischiando l’impeachment proprio per quello che a torto o a ragione è stato definito “Russiagate” e che quindi non oserà rispondere favorevolmente alla richiesta britannica, ma dimenticando che ciò lo pettinerà peraltro contropelo in quanto, di questi tempi, se c’è una cosa ch’egli non dovrebbe né vorrebbe fare è senza dubbio indispettire Putin; e dimenticando altresì che l’Europa è stata mollata dalla Brexit, ma tenendo presente che in vista della ridefinizione di prossimi accordi bilaterali forse i paesi della UE non negheranno alla loro ex-partner un gesto foriero di un futuro riavvicinamento. Nel quadro di quella che la signora May ha definito una “ritorsione concordata con l’Europa”, il ministro degli esteri britannico, l’ineffabile Boris Johnson dal nome (ironia nell’ironia…) russo e dalla chioma ossigenata, ha già cominciato a battere sulla grancassa della “straordinaria risposta internazionale dei nostri alleati”.
E vediamola da vicino, questa risposta internazionale. 18 paesi in tutto, fra i quali 15 membri della UE e della NATO, secondo un’accoppiata di discutibile opportunità che ci è stata imposta alcuni mesi or sono. Gli Stati Uniti hanno fatto le cose alla grande: 48 fra diplomatici e funzionari d’ambasciata espulsi da Washington, 12 dalla sede ONU di New York (non è chiaro se previo un accordo con l’ONU stessa – della quale la Russia è membro – o meno), per giungere a un importante record di 60; inoltre 15 tra i paesi membri di UE e NATO, tra cui Francia e Germania – secondo la loro consuetudine di procedere di pari passo alla leadership carolingia d’Europa – 4 per ciascuno, 4 altresì la Polonia, sempre desiderosa di presentarsi come più occidentale ancora dell’Occidente, 2 la nostra diligente Italia, 1 la repubblica ceca; 1 la Danimarca; ben 3 la Lituania, sempre desiderosa di mostrarsi in prima fila contro la Russia (già nel 1941 aveva fornito un forte contingente militare in appoggio alla Germania nazista contro l’URSS); 1 solo l’Ukraina, che certo avrebbe potuto far meglio ma forse non disponeva di troppi diplomatici da cacciare.
Si vanno quindi precisando i fronti della “terza guerra mondiale”, già denunziata come in atto da papa Francesco. Una nuova “guerra fredda”, che forse sta diventando tiepida se la poniamo in rapporto con quanto sta accadendo in Siria: quella Siria la crisi della quale – ricordiamolo – è già cominciata nel 2011 in seguito a una bizzarra combine della diplomazia del francese Hollande e del britannico Cameron. Una “guerra fredda” a proposito della quale basta un’occhiata al mappamondo per rendersi conto che c’è poco da star allegri. NATO e UE allineati e coperti, Stati Uniti in testa, ad appoggiare a scatola chiusa un’Inghilterra che denunzia, condanna, espelle, ma non pronunzia prove. Ma 18 paesi non sono mica poi tanto granché rispetto a quelli rappresentati nelle Nazioni Unite. Vogliamo trasformare un incidente diplomatico in uno scontro russo-europeo/russo-occidentale? O vogliamo trattarlo da quel che in realtà – lo voglia o meno la signora May – esso rappresenta, vale a dire un pasticcio internazionale, dal momento che trattare una grande potenza mondiale da terrorista diplomatica non è esattamente cosa dappoco? Ma se lo è, non sarebbe il caso di far attenzione a quel che ad esempio ne penseranno la Cina e l’India?
L’Italia si è quasi subito accodata: magari di malavoglia, e con un numero di espulsi pari alla metà di quelli dalla Francia e dalla Germania e pari a quelli dell’Albania? Perché queste espulsioni? Riguardano funzionari in qualche modo sospettabili di qualcosa? Se invece sono un fatto di pura solidarietà con Londra, allora è il caso di parlare di “paura di restar isolati”: ma da chi? Dal resto dell’Unione Europea? Dalla NATO? Attenzione: con la Russia abbiamo non pochi e non trascurabili affari economici e commerciali in corso. Ci giochiamo un partner importante per dar un segno di solidarietà rispetto a paesi con alcuni dei quali abbiamo invece un certo contenzioso, per non parlare dell’alleanza NATO che ci costa sempre di più in termini economici, limita obiettivamente la nostra sovranità politico-militare, occupa aree del nostro territorio imponendoci un’extraterritorialità gravosa e non gradita alla popolazione (pensate alle inascoltate proteste dei vicentini per la Dal Molin) e continua a cacciarci in avventure militari che ci compromettono senza giovarci, procurandoci inimicizia da parte di paesi che non ci hanno fatto nulla?
La decisione del governo Gentiloni – che non dovrebbe dimenticare di essere un governo ormai uscente e in carica solo per l’ordinaria amministrazione: e l’espulsione di personale diplomatico non è mai, per definizione, tale – getta anche un’ombra in più, una difficoltà ulteriore, sulle trattattive per arrivare all’insediamento dle prossimo inquilino di Palazzo Chigi. Già Matteo Salvini si è affrettato a “twittare” la sua perplessità se non la sua ostilità al provvedimento. E allora, l’espulsione die due diplomatici russi dal nostro paese va vista come un provvedimento indirettamente di politica interna, mirante a complicare la vita ai partiti vincenti della competizione elettorale, o come una prova di puro servilismo internazionale che peraltro si annunzia irto di espressioni di dubbio e di riserva.
Saremmo, se ci fossimo chiamati fuori dalla mascherata filobritannica, “restati isolati” dal resto dell’Europa e della NATO: e allora? Nessuno ha calcolato, a Palazzo Chigi o alla Farnesina, che magari un nostro eventuale non accodamento al gesto inglese ci avrebbe al contrario fornito un’arma diplomatica importante, facendo dell’Italia il possibile ago della bilancia d’una futura conciliazione? Chi ce lo fa fare di accettar sempre la parte dei subalterni sulla scena internazionale?
Ma il coraggio, come diceva Don Abbondio nei Promessi Sposi, uno non ce lo può dare. Esattamente ottant’anni fa, nel 1938, l’Italia varò le “leggi razziali”, tanto infami quanto grottesche. Lo fece senza entusiasmo e senza convinzione, nell’intento di compiacere un “potente alleato”. La nostra decisione di adesso, in sedicesimo, ricorda quel maldestro, ridicolo e criminale gesto di allora. D’accordo: non sortirà gli stessi tragici risultati. Ma possibile che, in ottant’anni, non siamo migliorati in nulla?
Franco Cardini
Dal Corriere
Caso Skripal: per la spia russa avvelenata diplomatici russi espulsi da Usa e Ue
Il presidente americano ha anche ordinato la chiusura del consolato di Seattle; anche l’Italia allontana due rappresentanti del governo di Mosca. In tutto sono 100 le persone coinvolte
La risposta dell’Occidente alla crisi diplomatica con la Russia seguita al caso Skripal (l’ex agente del Kgb avvelenato a Londra con il gas nervino) è arrivata all’unisono . Gli Stati uniti e 14 paesi della Ue (tra cui l’Italia) hanno deciso l’espulsione di decine di diplomatici di Mosca (il loro numero è ormai superiore a 100) come risposta a quello che viene considerato un atto di aggressione. Donald Trump, oltre all’espulsione di 60 diplomatici russi ha disposto la chiusura del consolato russo di Seattle. La Polonia, la Francia e la Germania ne allontaneranno 4 ciascuno, l’Italia due. «A seguito delle conclusioni adottate dal Consiglio europeo del 22 e 23 marzo scorso, in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con partner europei e alleati Nato, il ministero degli Esteri, ha notificato oggi la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell’ambasciata della Federazione russa a Roma accreditati in lista diplomatica», si legge in una nota della Farnesina.
Botta e risposta Cremlino-Casa Bianca
Il Cremlino ha assicurato che risponderà in «base al principio di reciprocità» all’espulsione di diplomatici russi per l’avvelenamento della ex spia russa Skripal. Lo ha immediatamente fatto sapere il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. «Gli alleati di Londra non hanno a disposizione informazioni complete sul caso Skripal e seguono ciecamente il principio dell’unità euro-atlantica a spese del buon senso, delle buone norme di dialogo interstatale e del diritto internazionale» ha aggiunto in una nota il ministero degli esteri russo. Anche Washington ha tenuto a chiarire la sua posizione: «Gli Stati Uniti sono pronti a cooperare per costruire un rapporto migliore con la Russia, ma questo può accadere solo se il governo russo cambia atteggiamento». Intanto anche l’Ucraina e il Canada hanno sposato la linea della Ue, ordinando l’uscita dal Paese rispettivamente di 13 e 4 rappresentanti del governo di Mosca.
May: «Risposta a un’aggressione»
La ritorsione diplomatica collettiva alla Russia concordata dal Consiglio Europeo e condivisa da altri alleati occidentali «è una risposta alla minaccia» che Mosca pone «alla sicurezza di tutti noi, non solo un segno di solidarietà» verso la Gran Bretagna. Così la premier Theresa May alla Camera dei Comuni, presentando come un successo diplomatico le espulsioni decise da «18 Paesi, fra cui 15 dell’Ue» e tornando a denunciare «gli atti di aggressione» attribuiti «al regime di Putin».
Il no di Salvini e Meloni
Il fronte unitario tra Usa e Europa è spezzato però in Italia da Matteo Salvini, che giudica negativamente l’atteggiamento dell’Occidente: «Isolare e boicottare la Russia, rinnovare le sanzioni economiche ed espellerne i diplomatici non risolve i problemi, anzi li aggrava» ha scritto sui social il segretario della Lega. Che ha allargato la questione anche al caso Puigdemont: «Arrestare l’ex presidente della Catalogna non risolve i problemi, anzi li aggrava. Sanzioni e manette? Preferisco il dialogo. Voglio un governo – ha aggiunto – che lavori per un futuro di pace, crescita e sicurezza, chiedo troppo?». Ancora più netta Giorgia Melini secondo la quale l’espulsione dall’Italia dei diplomatici: è «il colpo di coda di un governo asservito a Stati esteri»
La spirale del caso Skripal
Il primo atto di questa guerra diplomatica era stato l’espulsione dalla Gran Bretagna di 23 persone che lavoravano alle sedi diplomatiche russe; Londra ritiene infatti il cremlino direttamente responsabile dell’avvelenamento di Sergei Skripal, avvelenato con il gas nervino nel centro si Salisbury. Mosca aveva risposto cacciando dal suo territorio un gruppo di diplomatici inglesi. Da lì si è innescata la spirale che ha portato alla mossa odierna da parte di Usa e Ue, solidali con la Gran Bretagna.
Da Repubblica
NEW YORK – Si fa sempre più teso il clima intorno alla vicenda dell’ex spia del Kgb Sergei Skripal e di sua figlia, avvelenati a Salisbury, nel Regno Unito: molti capi di Stato e di governo europei e gli Stati Uniti hanno deciso l’espulsione in massa di diplomatici russi da alcune sedi.
Sono 14 gli Stati membri della Ue ad aver preso finora il provvedimento “come seguito” di quanto deciso al vertice Ue della settimana scorsa, ha affermato il presidente del Consiglio europedo Donald Tusk, aggiungendo che “altre espulsioni non sono da escludere nei prossimi giorni e settimane”.
E la reazione di Mosca, che giudica questo atto come un segnale di ostilità, non si è fatta attendere: “Si capisce che questo passo ostile di questo gruppo di Paesi non passerà senza conseguenze, reagiremo”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri del Cremlino. Mosca, secondo cui Londra ha una posizione ipocrita nei confronti del caso della spia, continua a denunciare di non aver ricevuto dalla Gran Bretagna alcuna informazione su quello che è stato un attentato alla vita di cittadini russi, Sergei Skripal e sua figlia Yulia.
DUE ESPULSIONI DALL’ITALIA
La Farnesina ha diffuso una nota in cui si legge che “a seguito delle conclusioni adottate dal Consiglio Europeo del 22 e 23 marzo scorso, in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con partner europei e alleati Nato, il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale ha notificato oggi la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell’ambasciata della Federazione russa a Roma accreditati in lista diplomatica”.
Una decisione che non trova d’accordo il segretario della Lega Matteo Salvini: “Isolare e boicottare la Russia, rinnovare le sanzioni economiche ed espellerne i diplomatici non risolve i problemi, anzi li aggrava”, ha scritto sui social. E critica anche l’arresto di Carles Puigdemont: “Arrestare l’ex presidente della Catalogna non risolve i problemi, anzi li aggrava. Sanzioni e manette? Preferisco il dialogo. Voglio un governo – ha aggiunto – che lavori per un futuro di pace, crescita e sicurezza, chiedo troppo?”.
Esteri
Dai Sumeri a Skripal, migliaia di spie che hanno fatto storia
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
Ma anche altri Paesi hanno preso la medesima decisione: quattro diplomatici sono stati espulsi dalla Francia, quattro dalla Germania, quattro dalla Polonia, due da Albania altri da Ucraina, Danimarca e Repubblica Ceca. E ancora: la Lituania ha deciso di espellere tre diplomatici russi e di imporre sanzioni a 44 persone, vietando loro di entrare nel loro territorio nazionale, mentre la Lettonia ne espellerà uno.
60 CACCIATI DAGLI USA
Gli Stati Uniti hanno seguito l’esempio europeo e hanno annunciato l’espulsione di 60 diplomatici russi: ad essere coinvolti 12 diplomatici russi operanti all’Onu a New York e 48 dipendenti dell’ambasciata a Washington. Per la Casa Bianca, il Cremlino deve cambiare atteggiamento: solo in quel caso gli Stati Uniti sono pronti a cooperare per costruire un rapporto migliore con la Russia. Quella di oggi è la più grande singola espulsione collettiva di funzionari russi o sovietici nella storia degli Usa, commenta un funzionario dell’amministrazione americana.
SODDISFAZIONE DI LONDRA
La decisione di allontanare diplomatici russi da alcuni Paesi Ue e dagli Stati Uniti è stata accolta con soddisfazione da Londra. Il ministro degli Esteri Boris Johnson ha twittato: “La straordinaria risposta internazionale dei nostri alleati rappresenta la più grande espulsione collettiva di agenti dell’intelligence russa nella storia e ci aiuterà a difendere la nostra sicurezza. La Russia non può violare impunemente le norme internazionali”.
Più dettagliato dal Guardian
The US, the EU, Canada and Ukraine have ordered the expulsion of dozens of Russian diplomats in response to the nerve agent attack in the UK, in a show of solidarity that represents the biggest concerted blow to Russian intelligence networks in the west since the cold war.
Nearly a hundred Russian diplomats in western countries alleged to be spies are being told to return to Moscow, in a coordinated response to the use of a chemical weapon in the 4 March attempted murder of Sergei Skripal, a former Russian intelligence official, and his daughter, Yulia, in Salisbury.
“Today’s extraordinary international response by our allies stands in history as the largest collective expulsion of Russian intelligence officers ever and will help defend our shared security,” the UK foreign secretary, Boris Johnson tweeted. “Russia cannot break international rules with impunity.”
Guardian Today: the headlines, the analysis, the debate – sent direct to you
The Russian government warned it would retaliate, raising the prospect of further tit-for-tat expulsions.
The US has ordered the expulsion of 60 Russian officials who Washington says are spies, including a dozen based at the United Nations.
EU members Germany, France and Poland are each to expel four Russian diplomats with intelligence agency backgrounds. Lithuania and the Czech Republic said they would expel three with Denmark, Italy and the Netherlands expelling two each. Ukraine, which is not an EU member, is to expel 13 Russian diplomats, and Canada four.
Canada also announced it was expelling four diplomatic staff serving in Ottowa and Montreal, who the Canadian government said were “intelligence officers or individuals who have used their diplomatic status to undermine Canada’s security or interfere in our democracy”. A pending application from Moscow for three more diplomatic posts in Canada is being denied.
The UK expelled 23 Russian diplomats in the wake of the poisoning, and Russia responded by ejecting the same number of British diplomats.
Russia promised it would take reciprocal action against Washington. It said the UK had not presented a single fact proving that Moscow was behind the poisoning of Sergei Skripal and his daughter, Yulia.
The Russian consulate in Seattle is also being closed as part of the US’s package of punitive measures. A senior US official said that the consulate closure and the expulsions would be carried out “in solidarity with our closest allies” in reaction to what he said was “a reckless attempt by the [Russian] government to murder a British citizen and his daughter with a military grade nerve agent”.
A second official said the measures were also intended as a response to a “steady drumbeat of destabilising and aggressive actions” by Moscow against the US and its allies.
The officials being expelled from the US include 48 in the Russian embassy in Washington and 12 at the Russian mission at the UN, who the US say are spies engaged in “aggressive collection here in the US”.
US officials said the spies at the UN were abusing their residence privileges under the UN headquarters agreement. They added that there were over 100 Russian spies in the US and the expulsions would significantly reduce Russian espionage capabilities in the country. The expelled Russians have seven days to leave the country.
“With these steps, the United States and our allies and partners make clear to Russia that its actions have consequences,” the White House said in a written statement. “The United States stands ready to cooperate to build a better relationship with Russia, but this can only happen with a change in the Russian government’s behaviour.”
Donald Trump did not comment on Twitter, his usual form of expression on issues he feels strongly about. At the time officials were briefing reporters about the US measures, the president put out a tweet saying: “So much Fake News. Never been more voluminous or more inaccurate. But through it all, our country is doing great!”
It was not clear what reports Trump was responding to, but the tweet came at a time when a porn star, Stormy Daniels, was dominating national headlines with her latest interview about an affair she said she had with Trump, and the pressure she came under to cover up the relationship.
While other members of his administration have spoken out strongly against Russia, in particular for its interference in the 2016 US election, Trump has avoided saying or tweeting anything critical of the Kremlin, and congratulated Vladimir Putin on winning an election generally seen as unfree and unfair.
White House officials had initially been reluctant to attribute direct blame to Moscow in the days following the Skripal attack, but a senior administration official said on Monday that the nature of the Russian response to UK allegations held led to the definitive US conclusion that the Kremlin was responsible.
“Russia has had nearly a month to respond but instead of explaining has engaged in the usual obfuscation we have seen in the past,” a US official said, noting that Moscow had put out a series of conflicting stories and attempted to put the blame on others, including the US.
EU heads of state concluded last week that it was highly likely the Russian state was responsible for the attack. The EU is also looking at coordinated steps to rein back Russian hybrid warfare.
The European council president, Donald Tusk, said 14 EU states had expelled Russian diplomats in response to the attack, adding that “additional measures including further expulsions are not excluded in coming days, weeks”.
Theresa May will report back to MPs on Monday on her efforts to garner international support for an uncompromising approach to Russia. On Wednesday, the House of Commons foreign affairs select committee will hold a special evidence session designed to consider what further steps the government could take to restrict the movement of Putin-linked Russian money in London.