Minima Cardiniana 262/5

Domenica 29 dicembre 2019, Santa Famiglia

…E FINALMENTE, L’IMPEGNO PER IL 2020

ALLA RICERCA DI UN “CENTRO DI GRAVITÀ”. UNA PROPOSTA D’INCONTRO

(Conclude la serie documentata un appello dell’amico Giulietto Chiesa, noto giornalista e autorevole commentatore politico, che siete invitati a raccogliere)

Caro amico/a,
mi rivolgo a lei e a un certo numero di altre persone in cui ripongo fiducia (vedrà in fondo questo elenco, del tutto provvisorio e frutto della mia personale esperienza, che vale quello che vale e potrà essere allargato dalle sue proposte).
Penso che lo stato dell’arte della politica e della società italiana sia ormai sceso sotto il livello di guardia. Dopo il quale nessuno di noi potrà considerarsi non responsabile per quello che accadrà, per le sorti della democrazia, dei valori ai quali teniamo, della dignità di ciascuno.
Prendo questa iniziativa perché penso che “si deve fare qualche cosa”.
Queste righe, presumo, possono avere per lei un senso solo in caso che lei condivida il mio allarme. Se non è così può cestinare e non procedere oltre.
Se lei pensa a) che è troppo tardi; b) che è troppo presto; c) che è meglio fare da solo/a; d) che non ho titolo per rivolgermi a lei; e) che ho sbagliato indirizzo, allora non occorre che legga oltre.
Il fatto è che ciascuno di noi sta facendo qualche cosa, addirittura molte cose. Ma le sta facendo da solo/a. Giuste o sbagliate che siano, penso che non serviranno a niente fino a che non troveremo il modo (se ancora ve n’è uno) di formare una massa critica sufficiente perché esse siano come minimo ascoltate, come massimo entrino nel dibattito politico con qualche possibilità di essere prese in esame.
C’è un fatto che tengo molto presente mentre scrivo queste righe. Penso che lei si chieda, tra l’altro, come io possa pensare di avere l’autorità per fare queste proposte. La risposta è semplice. Non penso di avere alcuna autorità. Penso solo di doverlo fare nell’interesse comune. Non mi propongo di guidare altri. Sono inoltre ben consapevole di non avere il know-how sufficiente per proporre, da solo, qualche cosa di conclusivo.
È solo un tentativo. Rivolto in molte direzioni. Una bottiglia in mare con un messaggio. So bene che le mie posizioni politiche sono controverse, come lo sono quelle di tutti coloro che ho incluso nel mio elenco e che potrebbero esserlo in molti elenchi simili. Il senso della proposta qui contenuta è quello di tentare un confronto ordinato. Le scrivo perché ho fiducia in lei perché credo di avere capito che lei dispone di tre qualità essenziali: competenza, onestà e coraggio. Lo scopo preliminare di questa lettera è quello di verificare se e quanti ritengono utile iniziare un tale tentativo.
Ciò detto propongo di incontrarci a novembre, il 2 e il 3 (modalità e luogo saranno indicati più avanti).
Per fare che cosa? Per avviare insieme un’agenda del giorno che ci accomuni, che impegni tutti noi a seguirla, approfondirla, perfezionarla. Perché la chiamo così e a cosa ci servirà? Perché la crisi che tutti viviamo è di una complessità senza precedenti nella storia umana. Essa, come certo lei sa, investe tutti i capisaldi del vivere civile; è un cambio di paradigmi; è una transizione verso un ignoto che ci è vicinissimo ed è inevitabile; richiede un apparato concettuale, perfino semantico, del tutto diverso da quello (per semplificare) che abbiamo usato nel XX secolo, ecc. Ci servirà per scegliere insieme la rotta da seguire, visto che nessuno di noi, da solo, ne potrà individuare una migliore. Ci servirebbe, se non altro, come stimolo per smettere la coazione a ripetere vecchie idee, modelli di organizzazione della resistenza che non possono più funzionare perché sarà la nuova condizione, di subalternità della massa, a renderli inservibili.
Dentro la cornice — che sta per diventare una prigione elettronica globale — nessuno di noi potrà produrre qualcosa di più che un grido episodico. Né potremo raggiungere masse ormai degradate e conquistate da un’offensiva implacabile delle corporations finanziarie che già usano strumenti di attacco che noi ancora nemmeno conosciamo.
Se c’è una speranza è soltanto quella di creare un “centro di gravità” intellettuale e morale capace di divenire una casamatta per una specie ormai in via di estinzione, ma ancora dotata della volontà di resistere. In altri termini un “luogo” fisico dotato di una propria “massa critica”: inaffondabile perché fondata su un nuovo e diverso sapere.
Cito Margaret Mead: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta”.
Il compito è difficilissimo, anche perché, nell’ipotesi che si riesca a comporre una tale “agenda del giorno”, la disgregazione intellettuale che tutti ha contagiato, anche noi, ci costringerà a percorrere la via della ricomposizione di un nuovo sapere, che comporta la messa in discussione non solo dell’intero nostro vocabolario politico e sociale, ma anche di gran parte dei valori etici che, in altra epoca, hanno consentito lo sviluppo materiale. Ora e in futuro, io credo, lo sviluppo spirituale dell’Uomo non è più garantito da quei valori soltanto. Ed è in questione perfino la quantità degli individui che potranno eventualmente goderne.
Inoltre solo un’agenda del giorno ben concepita e soprattutto condivisa, potrà farci capire che il vettore probabilmente più grande tra quelli che intravvediamo, conduce alla guerra e quindi, alla questione della sopravvivenza della vita stessa.
Se si sente di prendere parte a questo discorso comune, tenga impegnate le date del 2 e 3 novembre. Ho pensato che siamo tutti così occupati da una quotidianità disperata da rendere indispensabile un calendario “lungo”. All’occorrenza, potremo scambiarci osservazioni, suggerimenti per la migliore riuscita dell’incontro. Il luogo dell’incontro e le modalità del suo svolgimento saranno decise in itinere, anche con il suo contributo. Si dovrà costituire un gruppo operativo minimo poiché è evidente che io non sarò in grado di guidare da solo – né intendo farlo – una tale macchina.
Giulietto Chiesa

(Si tratta di un appello steso alcune settimane fa, che tuttavia mantiene viva la sua attualità. Due giorni di studio e di riflessione sull’argomento, con la presenza dello stesso Chiesa, si terranno sabato 1 e domenica 2 febbraio 2020 in Roma presso il Palazzo del Genio, Via Cavour 179; i lavori inizieranno alle ore 10,30 di sabato 1 e si protrarranno fino a domenica 2 in serata. Per informazioni e qualunque altra comunicazione si prega di scrivere all’indirizzo e-mail:
attardo 43@gmail.com