Domenica 22 marzo 2020, IV domenica di Quaresima
Domenica Laetare Jerusalem, prima domenica di primavera
AGENDA
Nulla da segnalare, ovviamente, sul piano delle mie attività pubbliche. Anzi, i Minima Cardiniana sono – insieme con qualche articolo di quotidiano e periodico, che però mi viene chiesto al momento e non posso pertanto segnalare – le mie uniche attività pubbliche e ufficiali, se si esclude qualche lezione tenuta con i modesti mezzi informatico-telematici dei quali dispongo in casa, e che NON SONO AFFATTO MAESTRO nell’utilizzare.
Al posto delle informazioni sulla mia attività, mi piacerebbe rivolgere invece una domanda ai miei ohimè troppi corrispondenti che mi tartassano di e-mail e di telefonate. Parenti, amici, colleghi, corrispondenti eccetera: ma in che razza di mondo vivete? Se siete talmente indigenti da non avere neanche un buco con quattro libri e uno straccio di congegno per ascoltare un po’ di musica, allora vi capsico: ma che io sappia nessuno dei miei interlocutori è in queste condizioni: E allora, perché usare termini come “noia” o espressioni infami come “ammazzare il tempo”? Il tempo non va affatto “ammazzato”. Al contrario, è grazia di Dio che va goduta, sfruttata, impiegata a buon fine? Una casa media, cioè tre o quattro stanze e magari una soffitta, o una cantina, o un garage, o un ripostiglio, ha un unico pericolo: può essere una grande seduttrice. Se a differenza di me non siete minacciati da un lavoro assillante che vi obbliga a passare 14-16 ore al giorno incollati a un libro, a un documento o alla testiera di computer, avete un’idea dell’infinità di cose che si possono fare? Lasciamo perdere il caso fortunato che abbiate un giardino, un orto o un balcone. Ma solo frugare tra vecchi oggetti, vecchie carte, vecchie casse, vecchie scatole, vecchi libri, vecchi appunti… fatelo, e un mare d’idee, di spunti, di ricordi vi assalirà. Altro che spaparanzarsi davanti alla TV e subire l’ennesimo diverbio tra il ragionier Fantozzi e la signora Pina!
Ma c’è un solo rischio. Se vi scoprite anche voi lo spirito dell’Ulisse che si appresti a navigare nel mare della propria stanza, attenzione alle sirene. Munitevi di tappi di cera nelle orecchie: sta a voi scoprire di che foggia costruirveli. Il canto delle sirene del navigatore nella propria stanza, cioè nei ricordi e magari nei progetti della propria vita, è fatto di rimpianti e di rimorsi. Attenti che non vi divorino.
Ieri ho corso questo rischio: per fortuna mi sono aggrappato a uno scoglio. Era il primo giorno di primavera. Ho scritto allora alcuni messaggi ad amici. Ho provato a dir loro quel che per superbia o per timidezza (in fondo sono la stessa cosa) non avevo mai osato confessare. Mi ha fatto bene. Provare per credere.