Domenica 29 marzo 2020, V Domenica di Quaresima
Come in tutte le cose, anche nel Coronavirus e nella nostra lotta contro la sua minaccia c’è una buona dose di contraddizioni. Tutto chiuso fino a chissaqquando, aperti solo gli esercizi di prima necessità, e va bene. Ma dove sta la logica del tenere aperte le tabaccherie e di chiudere le librerie?
Tra le molti settori in crisi, l’editoria sta soffrendo parecchio dalla contingenza attuale. È una contraddizione penosa. Una delle cose di cui avremmo bisogno sono i libri: e chi ne sa qualcosa è perfettamente consapevole del fatto che i computers non possono sostituirli. In prima fila ci sono soprattutto i piccoli editori: sono parecchi, e fra loro c’è gente autenticamente innamorata di quell’oggetto misterioso chiamato cultura. Ecco l’appello di uno di loro, collaboratore strettissimo anche di queste pagine.
DAVID NIERI
APPELLO AGLI AMANTI DELLA CULTURA
Quando infine uscirete a riveder le stelle, ricordate.
Ricordate a quale livello è stata ridotta la cultura, intesa nel suo significato più ampio.
Ricordate che, già dalla prima stretta, le librerie sono state chiuse: il libro non è un bene di prima necessità.
Perché, con la popolazione costretta agli arresti domiciliari (e magari, in larga parte, sana), un libro può essere importante, per non dire fondamentale. Pure ai detenuti in carcere non è imposta questa privazione. Ma la cultura non ha alcun valore, per i nostri governanti. E lo hanno dimostrato, da vari decenni. Molto tempo prima rispetto allo slogan di tremontiana memoria: “Con la cultura non si mangia”.
Ricordate, quando tornerete a riveder le stelle, le limitazioni che ha imposto Amazon: ovvero, ha tolto libri, film e dischi dal commercio. Però vende quadernoni, forbici e altri piccolissimi oggetti.
Ricordate, quando tornerete a riveder le stelle, qual è l’importanza delle librerie “fisiche” e di tutti i piccoli negozi in generale. Tenete sempre ben presente il valore aggiunto della professionalità di chi sa di cosa parla, di chi ci mette cuore e passione. L’euro in più che spendete per l’oggetto che acquistate è un euro speso bene. È il compenso per la professionalità di chi dedica la vita a un progetto. Anche questa è cultura: la cultura del lavoro.
Quando infine uscirete a riveder le stelle, non pensate che la cultura sia (solo) quella che vi viene imposta dai media e dal pensiero dominante. Non pensate che esista una sola verità: perché l’unica verità non esiste, ma esistono diversi modi per avvicinarla.
Quando infine tornerete a riveder le stelle, cominciate a guardarvi intorno. A porvi dubbi e domande su ogni cosa. Forse è arrivato il momento. Ritroverete la consapevolezza che la cultura è l’unica in grado di darvi (molte) risposte.
Noi, nei limiti del possibile, continueremo a esserci. Perché sappiamo che è una questione di sopravvivenza, una battaglia per ricominciare ad apprezzare la grandezza del pensiero, della letteratura, della storia. Forse sarà questa, la vera rivoluzione.