Domenica 29 marzo 2020, V Domenica di Quaresima
LIBRI LIBRI LIBRI
LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA
Tra le iniziative editoriali strutturalmente fragili per l’ottima ragione che non ricevono sostegni né finanziamenti da nessuno e si reggono solo sul lavoro e sul contributo volontario dei loro coprotagonisti nonché sulle vendite, ce n’è una che sento di dover proporre con particolare energia alla vostra attenzione.
È la Cooperativa “Il Cerchio” di Rimini. Si tratta sul serio non di una casa editrice, con tutto il rispetto per quelle che sono effettivamente tali, bensì di una cooperativa editoriale ch’è tale sul serio, che in un certo senso potremmo addirittura definire un kolkhoz nel senso più genuinamente protosovietico del termine: cioè una cooperativa liberamente e comunitariamente autogestita con lo scopo di mantenersi attraverso le vendite e di reimpiegare qualunque provento nella prosecuzione della sua attività. Esistono molti altri sodalizi che proclamano di vivere e di lavorare in queste condizioni: la differenza è che quelli del Cerchio lo fanno sul serio. Non sono gli unici, senza dubbio. Tuttavia, sono fra i pochi che lo fanno seriamente.
Hanno cominciato davvero con il samizdat e con prodotti, più che artigianali, caserecci: confezionati alla buona e diffusi tra amici, quasi “alla macchia”. Ed erano sul serio controcorrente, “fuori dal coro”, come molti proclamano di essere e pochissimi lo sono sul serio. Predicavano quelli che Dante avrebbe definito “invidϊosi veri”, vivevano alla giornata, venivano fatti oggetto di esplicite lapidazioni e d’implicite persecuzioni. Provarono ad attaccar loro svariate etichette: ma erano effettivamente fuorischemi.
Personalmente, ho affidato al Cerchio molti libri: alcuni sono il risultato di corsi universitari, magari delle vere e proprie “dispense”, riviste e rielaborate. Ma alcuni rispondono a ricerche e a impegni di solido impianto e, soprattutto, di valore centrale nella mia esperienza di cattolico, di cittadino europeo e d’insegnante. Tra essi parlerò in una delle prossime occasioni di un tema che m’interessa profondamente e da tempo, l’“invenzione” dell’Occidente moderno, e di un testo tra quelli che sono tra i più cari della mia esperienza di medievista, il Liber de laude novae militiae di Bernardo di Clairvaux.
Ma ce n’è uno al quale attribuisco una grande importanza non solo intellettuale e concettuale, bensì anche e soprattutto indirizzata sul piano della testimonianza: il libro Europa. Le radici cristiane, pubblicato nel 2002 e che vuol essere, anzitutto, un contributo all’elaborazione d’una coscienza civica europeistica e cristiana. Si tratta di un programma ambizioso e contrastato, nel perseguire il quale ho cercato di mantenere un costante, difficile equilibrio tra onestà intellettuale e testimonianza militante: due dimensioni che possono e debbono esser portate avanti con onestà e con coraggio. Europa. Le radici cristiane non vuol essere un libro “obiettivo”, “equidistante”, tantomeno asettico o avalutativo: non pretende di evidenziare un’incontrovertibile verità scientifica, anzi sostiene apertamente una tesi e la ribadisce nel momento stesso in cui accetta di porla in discussione.
Ho coscienza di non essere un autore “importante”. So, al contrario, di essere semmai un autore “fortunato”, in quanto dispongo di collegamenti e di possibilità di collaborazione con editori come Laterza, il Mulino, la Giunti, la Salerno, la Rizzoli, la UTET, la Sellerio, la Jaca Book. Con ciascuno di essi avrei avuto senza dubbio un successo editoriale maggiore per un libro come quello. Ma in quella fattispecie ho scelto il Cerchio in quanto esso rappresenta il coronamento di un lungo lavoro comune, di una battaglia per molti aspetti anche dura e coraggiosa. È una bandiera che non dovrà essere ammainata. Una bandiera di libertà.