Domenica 31 maggio 2020, Pentecoste

IL BEL PAESE E I MONUMENTI DA SALVARE: AL MIO BEL CASTELLO…
LO SCANDALO DEL CASTELLO DI SAMMEZZANO
(Quanto segue è la Premessa a un corposo Dossier che non inseriamo direttamente qui per non appesantire ulteriormente un testo già corposo: ma, chi vuole, può scaricare il link relativo dove troverà tutte le notizie storiche e tecniche necessarie)
Alla memoria di Carlo Cresti: storico urbanista, architetto,
spiritaccio fiorentino che tuttavia ha sempre negato
– contro ogni evidenza – la sua inquietante somiglianza
con Gastone Moschin (però il suo concittadino Mario Monicelli,
avendola notata, affidò appunto al suo sosia la parte
dell’architetto Rambaldo Melandri in “Amici Miei”,
film a Carlo quanto mai congeniale checché ne dicesse lui).
Premessa
Non posso non dedicare questa breve nota protagonista della quale è un monumento che Carlo amava, appunto il castello di Sammezzano, sia a lui – che ci ha lasciati pochi mesi or sono – sia a sua moglie, la signora Gina, venuta a mancare il 26 scorso.
Ora che Carlo non c’era più, sia Gina sia suo figlio, l’amico Matteo, m’invitavano spesso nella loro bella casa di Piazza dell’Olio, altissima su Firenze, dalla quale si gode da un indimenticabile balcone sul tetto una vista mozzafiato sul cupolone del Brunelleschi. Siccome mi sapevano cliente abituale della fiaschetteria Nuvoli, di fronte al portone di casa loro, a volte mi strappavano a volo dal solito òvo sodo o dalle solite due polpette fritte con un calice di Nipozzano e m’invitavano alla loro tavola, dove la signora Gina non mi faceva mai mancare la trippa alla fiorentina d’inverno e la panzanella d’estate. Come quando c’era Carlo. Mi ero ripromesso, in omaggio a Gina, di buttar comunque due righe su questo Minimum Cardinianum per invitare il sindaco Nardella a non perdere né disperdere l’eredità della bella casa-museo di Carlo: libri e libri, riviste e riviste, quadri, oggetti d’arte, perfino una bella collezione di balocchi di legno; e le sue carte, i suoi appunti, i suoi lavori lasciati a metà da terminare. Non dico una Fondazione, mi andavo ripetendo (anche se, in fondo, perché no?): ma certo qualcosa ci vorrebbe. Vorrei parlarne anche con Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale toscano, che di Carlo era buon amico e convinto estimatore.
Ma, coincidenza, proprio nello stesso giorno nel quale la signora Gina veniva a mancare, succedeva una cosa che, se è una coincidenza, lascia senza fiato. Si tornava d’un tratto, e senza preavviso, a parlare di uno dei grandi amori (e dei cavalli di battaglia) di Carlo. Ma andiamo per ordine.
Il 26 maggio 2020, intervenendo in televisione (RAI, canale 48, RaiNews 24, ore 14,00) il professor Andrea Carandini, presidente del FAI, è stato protagonista di un lungo, documentato, autorevole intervento nel quale ha presentato il problema del castello di Sammezzano presso Reggello (Firenze), che ormai da decenni versa in condizioni di progressivo abbandono e che è un insostituibile capolavoro di arte orientalistica dell’Ottocento romantico.
Del castello di Sammezzano si sono occupati illustri studiosi, quali l’illustre storico dell’arte e dell’architettura Carlo Cresti di recente scomparso, nonché lo stesso comune di Reggello. In passato è stato oggetto di convegni, progetti di restauro, proposta di acquisto per destinazioni varie (resorts internazionali eccetera), ma a tutt’oggi senza esito. Il professor Carandini chiede con ragione che sia lo stato italiano ad assumersi in prima persona la responsabilità del suo restauro e del suo pieno recupero.
La questione, d’altronde, è di antica data. In tempi non sospetti chi scrive se ne occupò a lungo, ne studiò alcuni aspetti storici e lo fece oggetto di varie proposte e memorie: una di esse coinvolse anche l’allora presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini, che oggi siede in senato.
C’è da chiedersi se un incontro fra il senatore Nencini e il professor Carandini oggi non potrebbe accelerare la benemerita iniziativa e aprire una nuova stagione nella vita culturale e sociale toscana e italiana. Sarebbe un eccellente auspicio per l’uscita dalla crisi del Coronavirus.
È da notare che la questione Sammezzano si trascina da anni. Nel marzo 2006, come or ora sinteticamente ricordato, Franco Cardini ne parlò abbastanza a lungo con il presidente Nencini: ne nacque un documento consegnato all’allora presidente della giunta regionale Martini (cfr. Dossier, I, allegato). Seguì un progetto inviato al presidente Nencini (cfr. Dossier, II, allegato). Si allega qui anche un breve profilo storico di Sammezzano (Dossier, III, allegato). Molti degli enti e dei personaggi citati nel documenti I e II del dossier non esistono più, o sono passati ad altri incarichi, o se ne sono andati (la questione Sammezzano si trascina da almeno un ventennio). Ma le cose sono rimaste al punto di prima. Un’altra Italian story?
Scarica qui il Dossier in formato pdf