Domenica 7 giugno 2020, SS. Trinità
LIBRI LIBRI LIBRI. 2
FRANCESCO, I MINORI E LA TERRASANTA
Da quando, ormai alcuni anni or sono, Grado Giovanni Merlo sollevò con energia il problema, chiunque parli dei seguaci di Francesco d’Assisi prova sempre un certo imbarazzo, ch’è tutt’altro che puramente nominalistico: che cos’è il francescanesimo, che cos’è il minoritisimo? E i frati che noi chiamiamo “francescani” e ch’è più preciso definire “minori”, erano propriamente francescani oppure vanno chiamati minoriti? Badate che la questione è seria e scegliere una soluzione piuttosto che un’altra equivale a una scelta di campo alquanto netta.
Non c’è d’altronde dubbio che esista ormai da otto secoli un Ordine dei Frati Minori: e ch’esso abbia da allora un rapporto tutto speciale con la terra di Gesù, con la Terrasanta. Negli ultimi mesi si è parlato moltissimo di un tema che sembra davvero evergreen: ci è andato, Francesco, alla crociata? O meglio, è andato in quella terra ch’era ai suoi tempi ormai da quasi un secolo e mezzo, il teatro delle crociate? E il fatto di esser finito in un esercito crociato sotto le mura della città egiziana di Damiata fa di lui un crociato? Insomma, era favorevole o contrario alle crociate? Ma se era contrario, come la metteva col problema dell’obbedienza dovuta al papa, della “Santa Obbedienza”? E dopo di lui, che cos’accadde? Com’è che oggi, ancor otto secoli dopo, i frati dal saio bruno sono una presenza forte e magari talvolta scomoda in quella Terrasanta che in buona parte è ormai diventata Erez Israel?
Oggi, nella basilica della Resurrezione (o, come di solito la chiamiamo in Italia, “del Santo Sepolcro”), a Gerusalemme, le varie comunità cristiane che la gestiscono comunitariamente – e non è una convivenza sempre facile: né fra i cristiani, né fra loro e le comunità ebraica e musulmana, né tra loro e il governo israeliano – si è avviata una fase nuova, caratterizzata dall’avvento di una serie finalmente – a quel che si dice: e si spera – organica e concorde sia di ricerche storiche, sia di scavi e di restauri archeologici. E sono i frati minori del convento di San Salvatore, che garantiscono anche il servizio liturgico e l’assistenza ai pellegrini nella basilica del Santo Sepolcro, nonché i loro confratelli dello Studium Biblicum Franciscanum nella loro gloriosa sede di Flagellation Road, ancora una volta, i protagonisti di quella presenza e di quegli studi. Tra loro, moltissimi gli italiani: i due grandi studiosi francescani di Terrasanta del XX secolo, Padre Bellarmino Bagatti e padre Michele Piccirillo, sono stati gli antesignani di un rinnovamento degli studi che ormai è pervenuto a piena maturazione.
Ad affiancare i padri c’è anche una buona pattuglia di studiosi un po’ di tutti i paesi: e ormai da qualche anno si è creato proprio in Italia un ambiente di giovani studiosi delle crociate, dei pellegrinaggi, del mondo mediterraneo che sta validamente contribuendo al rinnovamento delle ricerche. Di quest’attività è testimonianza precipua la collezione Peregrinantes in mundo, diretta dal professor Luigi Russo dell’Università Europea di Roma, pubblicata dall’Editrice lucchese La Vela, che sta curando la diffusione dei risultati di questa nuova stagione di attività scientifica.
Tra gli studiosi più attivi in questo campo ha un ruolo particolare Antonio Musarra, dell’Università Sapienza di Roma, che nei prossimi mesi assumerà anche un ruolo di responsabilità all’interno dell’équipe di storici e archeologi impegnati nella prossima campagna di scavo e di restauro della basilica del Santo Sepolcro. Antonio Musarra, ormai affermato e apprezzato storico delle crociate e del mediterraneo medievale, ha pubblicato nella collana diretta dal professor Russo per La Vela un libro di sintesi che ha meritato una riconoscente Prefazione di padre Francesco Patton, custode minorita di Terrasanta, il titolo del quale, Francesco, i minori e la Terrasanta (Lucca La Vela, pp. 384, euri 20), mantiene quanto promette: pur non essendo affatto, in nessun senso, un “manuale”, esso si presenta, difatti, come un tentativo tanto lucido quanto rigoroso di lavoro scientifico rivolto agli specialisti e, al tempo stesso, di pubblicazione che senza ostentazione e senza polemiche vuole proporsi come modello di public history, fornendo sia agli studiosi sia al pubblico più ampio uno strumento problematico, aderente alle fonti di prima mano e attento alle indagini e ai metodi segnati da un alto grado di aggiornamento.
Di tutto ciò fa fede il robusto Saggio introduttivo di padre Narcyz Stanislaw Klimas, Archivista della Custodia di Terra Santa e Professore nell’Università Minoritica, che autorevolmente inquadra lo scritto di Musarra nella storia della Custodia e del territorio che la riguarda. Il libro si struttura in una breve Introduzione, sette robusti capitoli, accuratamente e fittamente annotati, che delineano la storia dell’impianto della Custodia fino alla metà del XIV secolo, e in alcune pagine di giudiziose Conclusioni che non dissimulano i problemi, le difficoltà, le contrarietà, diciamo pure anche le persecuzioni che i figli di Francesco hanno dovuto sopportare (e mutatis mutandis ancora sopportano). Il libro si conclude con un’aggiornata, imponente bibliografia di una cinquantina di pagine, con gli indici e con un piccolo, sobrio ma nitido dossier cartografico.
Per agevolare gli interessati, avvertiamo ch’esso è prenotabile mediante semplice ordine da inviare ai “Minima Cardiniana” o direttamente all’editore (info@edizionilavela.it). Specificando, nell’oggetto, “Acquisto Francesco, i Minori e la Terrasanta, sconto M.C.” potrete godere di uno sconto speciale.