Domenica 25 ottobre 2020, San Germano
ALLORA FACCIAMOLA, LA VANDEA!
UN PO’ DI COERENZA, A PROPOSITO DI GAYS
Ebbene, sì, cari fratelli in Cristo, è suonata l’ora di una nuova Cristiada. O, meglio ancora: rifacciamola, la nostra cara vecchia Vandea! Ricordate? “Monseigneur Charrette a dit à ses chouans: – Mes amis! Le roi viendra à venger la Fleur de lys!”. In alto i candidi vessilli del Sacro Cuore e avanti, contro rinnegati e infedeli!
Questo papaccio comunista è giunto a benedire i gays e le loro empie unioni. Basta perdinci, è troppo! Contro quest’apostasia, è bene dire una buona volta di no a qualunque equivoco laicista e ateista. Che si torni alla Cristianità.
Certo, questo non vorrà dire che nella Nuova Vandea si dovrà ricominciare daccapo, con l’aratro a mano e il telaio a pedale, abolendo automobili e frigoriferi. Il progresso tecnologico potremo tenercelo tutto: basterà depurarlo dei suoi deteriori aspetti antietici. Vogliamo una Modernità ribattezzata.
Però, cari fratelli in Cristo, ciò è più facile a dirsi che a farsi. Voialtri intemerati difensori della Santa Tradizione, ce la fareste davvero tutti a vivere in un mondo ribattezzato sul serio, cioè privo d’interessi e di profitti bancari, rinunziando magari a certi guadagni che periodicamente percepite e che senza dubbio il teologo di turno definirebbe frutto d’usura? Nessuno di voi ha mai frodato il fisco, senza pensare che il non rendere a Cesare quel ch’è di Cesare è a sua volta un peccato? Nessuno di voi ha mai utilizzato spensieratamente, in modo diretto o indiretto, il frutto economico del “lavoro al nero” dei migranti, salvo poi sbraitare contro quella gentaccia che inquina la nostra cultura? Nessuno di voi ha mai sottopagato badanti e manovali e braccianti? O credete che i peccati da esecrare siano solo quelli che si commettono dalla cintola in giù?
Il fatto è che voialtri cristianucci amereste tanto il bel mondo del buon tempo andato: ma ai vostri comodi e ai vostri tornaconti non rinunziereste mai. Anche sul piano dei costumi sessuali, nessuno di voi si è mai concesso un amorazzo a pagamento o un cornino balneare al rispettivo coniuge? Debolezze, ragazzate, d’accordo; ma i gays, perdinci, no: lì bisognerebbe essere puri-e-duri, addirittura tornare alla Bibbia. E, se ve ne capita uno sottomano, voialtri che potete in quanto siete senza peccato, prendetelo pure a sassate come sta scritto.
Ma c’è un però, qualcosa che non quadra: com’è che voialtri cattolici tradizionalisti, che pure detestate lo stato laico, poi lo tirate per la giacca affinché faccia lui il lavoro che voi non potete né sapete fare: che punisca lui gli omosessuali, che neghi loro i diritti civili, che tradisca se stesso facendovi da braccio secolare anche se è contro ai suoi princìpi?
Perché è proprio questo, cari fratelli in Cristo, che avreste preteso da papa Bergoglio. Il quale, odiando il peccato – e difatti non ha mai speso una minima parola per giustificare quell’omosessualità che per i cristiani è un peccato orribile –, continua ad amare il peccatore e a chiedere che nei suoi confronti si dimostri solidarietà e amore. Perché anche i gays appartengono all’infinita schiera degli Ultimi, quelli contro i quali si esercita la cultura dello scarto e dell’indifferenza: e non significa niente che poi si lascino liberi di celebrare le loro carnevalate del gay pride day. Chiunque abbia qualche seria conoscenza di un omosessuale sa benissimo il carico di squallore, di umiliazione, di solitudine e di dolore sono costrette a sopportare certe persone in conseguenza del vizio che non sono riuscite a contrastare e a dominare.
Contrariamente a quel che certi cattolici puri-e-duri hanno scritto, il papa non ha spostato nemmeno di un decimillimetro il peso della condanna morale della Chiesa nei confronti dell’omosessualità. Al contrario, egli sa benissimo che l’amore per il peccatore è l’arma più potente per aiutarlo a uscire dal peccato, così come l’odio o il disprezzo contro di lui sono quelle più potenti per spingerlo ancora più a fondo.
Molti religiosi però, e anche qualche vescovo, mormorano o addirittura insorgono invocando a pretesto il “disorientamento dei fedeli”. Cioè di quanti non si sono mai chiesti prima d’ora di che pasta sia fatto l’amore divino. Di loro, ha già parlato il Maestro: ipocriti, razza di vipere, sepolcri imbiancati…