Minima Cardiniana 301/2

Domenica 15 novembre 2020, Avvento Ambrosiano

EDITORIALE/I: ISTRUZIONI PER L’USO
Modifichiamo un po’ le nostre consuetudini, alla ricerca di formule nuove. Riprendiamo la buona vecchia abitudine della stampa britannica d’una volta, quando all’interno delle forze politiche e dei giornali che le sostenevano c’era una seria onesta dialettica.

Ormai i M.C. hanno passato il numero 300, il che vuol dire che, con qualche sosta, siamo sulla breccia da quasi sei anni. Grazie a chi ci ha sostenuto e seguito. Siamo cresciuti, non tutti ci amano ma abbiamo un certo credito e un discreto numero di quelli che io amo continuar a definire “lettori”. Tuttavia, la dimensione che io preferisco è quella del “lettore-collaboratore”. Lavoriamo su un fonte europeista in senso politico, ma insoddisfatto del ruolo economico-finanziario nel quale l’Unione Europea ormai si è definitivamente confinata, anche perché era nata in realtà purtroppo per quella. Non siamo nemici del “sovranismo”: solo vorremmo vederlo esteso a tutti i paesi europei e a trecentosessanta gradi, il che vuol dire anche a quello politico, diplomatico e militare; e finché ci sarà la NATO in piedi (quindi ohimè ancora per molto tempo, salvo miracoli) dev’esser chiaro che all’interno dei contraenti di quel patto l’unico paese a godere di piena sovranità (il che comporta l’egemonia) saranno gli Stati Uniti d’America: il resto viene da solo. Abbiamo poi visioni non opposte, forse nemmeno troppo lontane, ma differenti su alcuni problemi: quali il momento attuale vissuto dalla Chiesa cattolica, il ruolo del mondo musulmano, il rapporto dell’Europa con Russia e Cina, i problemi connessi con le dinamiche migratorie.
Siccome siamo persone libere e non abbiamo la verità in tasca, discutiamo. Ogni tanto, ci permetteremo il lusso di presentare non un solo Editoriale bensì due. È la prima volta: ma, a Dio piacendo, non sarà l’ultima.
Siamo stati a lungo incerti, durante la campagna elettorale USA, fra Trump e Biden: eravamo d’accordo sul fatto di augurarci il male minore, ma non sapevamo quale. In genere, le destre preferivano Trump, le sinistre Biden. Noi volevamo e vogliamo, in entrambi i casi, mostrare l’altra faccia della luna.
Ha vinto Biden. Due Amici, entrambi di nome Luigi ed entrambi nativi del centrosud adriatico, si sono confrontati. Pubblichiamo i loro rispettivi Editoriali in ordine di precedenza rigorosamente alfabetico per cognome.
Si tratta di due pezzi differenti, per taglio e per intenzione. Copertino sceglie il taglio saggistico e traccia un preventivo di quel che dobbiamo aspettarci da Biden, sul quale sono largamente d’accordo; a una prospettiva francamente multilateralista una vittoria repubblicana avrebbe di gran lunga giovato (resta certo il “repubblicanismo mutante” di Trump, che si è mostrato largamente imprevedibile). Ma sul piano della politica estera e dei rapporti con le altre potenze, temo che l’alternativa all’eterna volontà democratica di presentare gli Stati Uniti come il “poliziotto di quartiere del mondo” non potrebbe mai essere né il repubblicanismo dei colpi di testa alla Trump né il neoisolazionismo sognato dalla veterodestra. De Anna preferisce la forma della lettera diretta a me e il tema del consuntivo del nostro piccolo mondo antico d’una destra che fra Anni Sessanta e Settanta provò a diventare “Nuova”, più artigianalmente con Thiriart e in modo più colto e raffinato con De Benoist – ribadendo che fra i due non vi fu mai rapporto possibile (ma lo stesso non si può dire fra thiriartiani e debenoistiani) – ed evidentemente non ce la fece.