Minima Cardiniana 306/6

Domenica 20 dicembre 2020, IV Domenica d’Avvento

LIBRI LIBRI LIBRI

Nicoletta Dentico, Ricchi e buoni? Le trame oscure del filantrocapitalismo, EMI (Editrice Missionaria Italiana) 2020, pp. 287, euri 20,00
Il G8 del 2001 non va ricordato solo per le violenze a Genova. Durante quell’evento veniva lanciato il “Fondo Globale per la lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria” voluto da Bill Gates. Una cosa buona, che però ha messo alle corde Oms e Unaids, le agenzie Onu per la salute. Nel 1997 Ted Turner, il fondatore della Cnn, erogò la maggior donazione di sempre all’Onu. Nella corsa al vaccino anti-covid spicca la Bill & Melinda Gates Foundation. Solo un caso? Non proprio. Sono esempi dello svuotamento, operato da privati, delle più alte istanze internazionali di ambito pubblico. Questo libro mostra come le visioni “umanitarie” delle fondazioni dei ricchissimi e generosissimi, da John Rockefeller a Bill Clinton e Mark Zuckerberg, sono potenti strumenti di controllo planetario. A colpi di donazioni, con ovvi benefici, i filantrocapitalisti si assicurano che il turbocapitalismo non venga messo in discussione. Primo obiettivo, la salute: “Bill Gates ha puntato a comprarsi un’intera agenzia Onu, l’Oms. La cosa gli sta riuscendo; è grave che la comunità internazionale glielo permetta”. Altro campo di battaglia, l’agricoltura: la “Rivoluzione verde” in Africa funge da battistrada agli Ogm. Dopotutto, una mano lava l’altra. La ricchezza delle aziende permette la filantropia, la filantropia apre nuovi mercati alle aziende. Il filantrocapitalismo non ci rimette mai. La democrazia, sì.

Noam Chomsky, Robert Pollin, Minuti contati. Crisi climatica e green new deal globale, a cura di C.J. Polychroniou, Ponte alle Grazie 2020, pp. 240, euri 16,00
Questo libro è un manuale di sopravvivenza per la civiltà. Vorrei che tutti – sì, ogni persona su questo pianeta – studiassero il suo messaggio e affrontassero la sfida che pone (Daniel Ellsberg).
In questo libro Noam Chomsky, “il più importante intellettuale vivente” (New York Times) nonché attivista politico inesauribile, e Robert Pollin, rinomato economista progressista, affrontano le terribili conseguenze del cambiamento climatico in atto e, soprattutto, avanzano una proposta credibile, realizzabile, per un Green New Deal, un piano economico e politico globale in grado di arrestare il processo in corso e salvare il nostro pianeta. Nei quattro capitoli del volume Chomsky e Pollin analizzano la crisi climatica e i rischi a essa legati per poi esplorare le sue inestricabili connessioni con l’economia capitalista, dalla prima industrializzazione di inizio Ottocento al moderno neoliberismo sfrenato; passano quindi a illustrare il proprio progetto politico-economico, a dimostrare la possibilità, che ancora abbiamo, di affrontare efficacemente la crisi ecologica: non si tratta di utopie o stravolgimenti catastrofici, ma di seri programmi. Infine i due autori rivolgono l’attenzione all’attivismo politico, ai movimenti, a ciò che tutti noi possiamo fare: all’impegno che dobbiamo mettere in campo perché si possa ancora sperare in un domani. Minuti contati è un libro fondamentale per i nostri tempi. Il cambiamento climatico è un’emergenza che non può più essere ignorata né minimizzata. Qui si indica una strada per superarla.

Paolo Cacciari, Ombre verdi. L’imbroglio del capitalismo green. Cambiare paradigma dopo la pandemia, Altreconomia 2020, pp. 160, euri 14,00
La “green economy” e i suoi cantori hanno prefigurato, per il post-pandemia, un “capitalismo dal volto umano”. Paolo Cacciari ci mette in guardia dalla retorica del capitalismo in salsa verde, a maggior ragione in epoca di Coronavirus: “C’è una contraddizione insuperabile tra economia di mercato e natura, un conflitto irriducibile tra capitalismo e sostenibilità ecologica. Nessuna green revolution sarà quindi possibile senza una trasformazione sistemica del contesto socio-economico. L’estrazione del profitto da ogni cosa non farà che spostare sempre più in avanti i limiti della capacità di carico dei cicli vitali naturali del pianeta. Avvicinando l’ecocidio”. La transizione verde del resto è già in corso, ma è sapientemente guidata dal “capitale”, che attribuisce un valore (o meglio un prezzo) alla natura e usa i temi ambientali come leva competitiva. E il “decoupling”, la magica separazione della curva dell’aumento del Pil dalla curva delle pressioni ambientali è solo un miraggio. È invece tempo di cambiare davvero paradigma, con una “conversione ecologica” che connetta il riconoscimento e il rispetto dei cicli naturali della vita alla lotta alle diseguaglianze globali. Aldo Maria Femia ha collaborato per il capitolo 4.