Domenica 17 gennaio 2021, Sant’Antonio Abate
TEOLOGIA E FILOLOGIA
ANDREA FASSÒ
DUE NUOVE INDAGINI FILOLOGICHE
1. Ancora su Verbum caro factum est: postilla
A quanto ho scritto in MC 309/3 aggiungo una considerazione che non ritengo inutile.
La traduzione corrente “E il Verbo … venne ad abitare in mezzo a noi” è dovuta anche, forse soprattutto, all’intento di sottolineare la presenza della persona di Gesù, che dunque doveva essere “in mezzo a noi”.
Ora, che Gesù abbia abitato in mezzo a noi, non c’è dubbio. E a Calcedonia nel 451 si stabilisce che la sua persona è unica e la sua natura è duplice, divina e umana. Dunque, con la sua natura umana ha abitato in mezzo a noi; ma con la sua natura divina non poteva prendere dimora in noi (ossia in chi lo ha accolto)? Che Dio possa essere in noi è un’idea così inaccettabile?
2. Essere del mondo o dal mondo?
Nel Vangelo di Giovanni 18,36 a Pilato che gli chiede “Sei tu il re dei Giudei?” Gesù risponde: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero per me, affinché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di qui”.
Così leggiamo nelle traduzioni italiane; ma san Girolamo ha scritto “Regnum meum non est de hoc mundo” (non huius mundi), traducendo correttamente dal greco He basileía he emè ouk éstin ek toû kósmou toûtou … nŷn dè he basileía he emè ouk éstin enteûthen, che vuol dire in realtà ‘il mio regno non è da questo mondo … il mio regno non è da qui’.
La traduzione corrente induce a considerare il Regno di Dio come qualcosa che non può esistere su questa terra, e che quindi esisterà come, dove? in un’altra sfera? nell’aldilà? Ed è così che il Regno di Dio viene spesso identificato con ‘il paradiso’ (così per esempio nel dizionario italiano di Tullio De Mauro). Conseguenza: in questa vita nessuno conoscerà il Regno di Dio.
Ma allora perché in Marco 12,34 allo scriba che gli ha risposto saggiamente, Gesù risponde: “Non sei lontano dal Regno di Dio”? E in Luca 17,21 spiega “Il Regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; né si dirà: Eccolo qui, o là. Perché, ecco, il Regno di Dio è dentro di voi” (non in mezzo a voi! come ho già argomentato; e in ogni caso è presente, non situato altrove).
Il Regno di Dio dunque può essere di questo mondo, ma non è da questo mondo. Che cosa vuol dire da? Non è fondato sui (falsi) valori di quello che Gesù chiama abitualmente ‘il mondo’, ho kósmos. ‘Essere da’ vuol dire questo.
Matteo 21,25. Gesù chiede ai farisei: “Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?” In latino “Baptismus Ioannis unde erat? e caelo, an ex hominibus?” In greco Tò baptisma toû Ioannou póthen ên?ex ouranoû è ex anthrópon?
Giovanni 9,29-33 (i Giudei interrogano il cieco guarito da Gesù): “‘Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia’. Rispose loro quell’uomo: ‘Proprio questo stupisce, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi […] Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla’”. Latino: “‘Nos scimus quia Moysi locutus est Deus, hunc autem nescimus unde sit’. Respondit ille homo et dixit eis: ‘In hoc enim mirabile est, quia vos nescitis unde sit et aperuit meos oculos […] Nisi esset hic a Deo, non poterat facere quidquam’”. Greco: ‘Hemeîs oídamen hóti Moüsei leláleken ho theós, toûton dè ouk oídamen póthen estín’. Apekríthe ho ánthropos kaì eîpen autoîs: ‘En toûto(i) gàr o thaumastón estin hóti hymeîs ouk oídate póthen estín, kaì énoixén mou toùs ophthalmoùs […] Ei mè ên oûtos parà theoû, ouk edýnato poieîn oudén’.
Giovanni 12,49: “Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire”. Latino: “Quia ego ex meipso non sum locutus; sed, qui misit me Pater, ipse mihi mandatum dedit quid dicam et quid loquar”. Greco: Hóti egò ex emautoû ouk elálesa, all’ho pémpsas me patèr autós moi entolèn dédoken tí eípo kaì tí laléso. E qui il senso è ancora più evidente: le parole di Gesù vengono dal Padre.
Giovanni 15,18-19: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”. Latino: “Si mundus vos odit, scitote quia me priorem vobis odio habuit. Si de mundo fuissetis, mundus quod suum erat diligeret; quia vero de mundo non estis, sed ego elegi vos de mundo, propterea odit vos mundus”. Greco: Ei ho kósmos hymâs miseî, ginóskete hóti emè prôton hymôn memíseken. Ei ek toû kósmou ete, ho kósmos àn tò idion ephilei; hóti dè ek toû kósmou ouk esté, all’egò exeléxamen hymâs ek toû kósmou, dià toûto miseî hymâs ho kósmos.
E poi il famosissimo cap. 17 di Giovanni, versetti 14-16: “Io ho dato a loro [ai discepoli] la tua parola, e il mondo li odia perché non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo”. Ancora una volta non va tradotto del mondo, ma dal mondo. Testo latino: “Ego dedi eis sermonem tuum, et mundus eos odio habuit, quia non sunt de mundo, sicut et ego non sum de mundo. Non rogo ut tollas eos de mundo, sed ut serves eos a malo. De mundo non sunt, sicut et ego non sunt de mundo”. Testo greco: Egò dédoka autoîs tòn lógon sou, kaì ho kósmos emísesen autoùs, hóti ouk eisìn ek toû kósmou kathòs egò ouk eimì ek toû kósmou. Ouk erotô hína áre(i)s autoùs ek toû kósmou kathòs egò ouk eimì ek toû kósmou.
Insomma è chiaro che cosa vuol dire ‘essere da’: vuol dire ‘avere il proprio fondamento in’, ‘poggiare su’. E il passo-chiave è proprio quello che ho citato all’inizio. L’idea che il Regno di Dio “non è di questo mondo” ha generato numerosi equivoci non sempre innocenti: se non è di questo mondo, allora è inutile invocare una vita cristiana, un comportamento cristiano, anche una politica cristiana (ebbene sì), perché quaggiù queste cose non hanno cittadinanza; saranno possibili, se tutto va bene, chissà dove, chissà come, chissà quando, ma non in questo mondo.
No: comunque si interpretino i Vangeli, è evidente che Gesù intendeva annunciare e portare il Regno di Dio nel mondo, in questo mondo, invitando gli uomini a una conversione secondo nuovi valori. È questo che ci invita a cercare insegnandoci a pregare “Venga il tuo regno”.
Da notare che la traduzione di san Girolamo usa costantemente l’espressione de mundo. Girolamo capiva; perché a noi si nega la stessa comprensione?