Minima Cardiniana 319/2

Domenica 21 marzo 2021, V Domenica di Quaresima
San Benedetto, Equinozio di Primavera

OBIETTIVO SIRIA. LA NUOVA CROCIATA CONTRO DAMASCO
Fatemi fare ogni tanto il mio mestiere: e consentite di lasciarvi annoiare da un apologo (quasi) storico. Quasi novecento anni fa la compagine musulmana vicino-orientale, sorpresa e sconvolta da quell’inaspettata avventura militare svoltasi fra 1096 e 1099 (che noi chiamiamo “prima crociata”) e approdata alla costituzione nell’area fra Israele, Giordania e Siria attuali di una “monarchia feudale” di tipo euro-occidentale, pensò di correre ai ripari (in Spagna stava accadendo più o meno la medesima cosa). Le massime autorità musulmane di allora, il califfo arabo-persiano abbaside e il sultano turco-selgiuchide che gli fungeva da primo ministro e da “braccio armato”, decisero ch’era il momento di cominciar a sbarazzarsi di quegli intrusi. Della bisogna fu incaricato un intraprendente principe-funzionario turco, Imad ad-Din Zenqhi, atabeğ (“governatore in capo”) dell’area tra Aleppo e Mosul, quindi signore di gran parte di Siria e Iraq attuali).
Primo compito di Zenqhi fu quello di riconquistare la città armeno-siriana di Edessa (oggi Urfa in Turchia). La città, che i crociati avevano eretto in contea, cadde nel 1144; a Gerusalemme il re “franco” si allarmò e prese a invocare a gran voce l’aiuto degli occidentali. E arrivarono i cavalieri e i marinai della seconda crociata (1147-49), organizzata molto meglio della prima e guidata dal re di Germania (e “imperatore eletto”) Corrado di Hohenstaufen e del re di Francia Luigi VII.
Ma invece di concentrarsi sulla necessità di respingere l’offensiva di Zenqhi, i crociati venuti dall’Europa si lasciarono trascinare dai loro pregiudizi e coinvolgere dai litigi ormai endemici tra i baroni crociati di Terrasanta: e alla fine decisero di conquistare Damasco, la più bella e più ricca città di tutta la regione, l’emiro arabo della quale – avversario del sultano turco di Baghdad – era invece fino ad allora stato un alleato delle forze crociate. Ma secondo alcuni egli era solo un “cane infedele”.
Damasco non si arrese e non fu conquistata; e il suo emiro si rappacificò con i suoi correligionari e rientrò nella disciplina della compagine califfo-sultaniale musulmana. Quello fu l’inizio della fine delle crociate.
La storia non si ripete mai. Ma insegna sempre qualcosa. Se gli occidentali fossero stati più concordi e avessero conosciuto meglio i musulmani anziché considerarli “in blocco” dei “nemici”, l’esito di quella vicenda e la storia di tutto il Vicino Oriente avrebbe potuto essere diversa.
Ora, sembra che ci risiamo. Una decina di anni fa, i giornali e le TV di gran parte dell’Occidente – abilmente indottrinati dagli agenti statunitensi e israeliani con il concorso di un’associazione di facoltosi lestofanti per un motivo o per l’altro esuli dalla Siria (spesso perché delinquenti comuni o evasori fiscali), Les amis de la Syrie con sede a Parigi, sostenuti anche da organizzazioni di militanti fondamentalisti musulmani – dal momento che il governo baa’thista siriano dell’alawita Assad faceva una politica laica e favorevole ai diritti delle minoranze religiose locali, cristiani in testa – orchestrarono una serrata propaganda contro il rais “nuovo Hitler” tesa a provocare una spedizione militare in Libia ch’era già sconvolta da una guerra civile. Della campagna denigratoria si pose a capo un noto “intellettuale” e pubblicista, Bernard-Henri Lévy, sulle gesta e i meriti del quale fareste bene a informarvi. Ne nacque l’impresa crociata franco-inglese del 2011, che fallì miseramente provocando un’ecatombe di morti, cumuli di rovine e fiumi di profughi. Poi arrivò la tempesta dell’ISIS/DAESH, ma la Siria – anche grazie a qualche benemerito alleato – resse. Oggi, il “tiranno” Assad (accusato di aver tenuto duro dinanzi a un’aggressione condotta da anni e da più parti) è di nuovo sotto il mirino dei media occidentali, edotti dal Syrian Center for Policy Research dei “disastri” e dei “crimini” di Assad. Peccato solo che fonti come quella siano esattamente emanazione dei calunniatori di un decennio fa. Se accedete a fonti meglio e più correttamente informate, quali l’emittente SOS Chrétiens d’Orient, vi accorgete che la musica è del tutto diversa. Chi ha accesso a fonti religiose, dia ascolto a quel che dicono le religiose del santuario damasceno di San Paolo e i custodi del santuario della Madonna di Saidnaya, la Virgo Incarnata. Provare per credere. Basta un computer e una piccola ricerca domestica per rendersene conto. È così che si sbattono i mostri in prima pagina.