Domenica 18 aprile 2020, San Galdino (“la Domenica di Emmaus”)
UN “NUOVO RINASCIMENTO” NELLA PENISOLA ARABICA
IL DAVID A DUBAI
La notizia della “fotocopia in 3D” del David di Michelangelo a Dubai pare una di quelle cose fatte apposta per stupire, per impressionare, per entusiasmare, per indignare, insomma per far parlare. L’International Expo di Dubai sarà come il Louvre rinato (o “rifondato”?) in terra araba in un momento nel quale gli emiri dei petrodollari – noti per tagliar teste e mani a casa loro, giocarsi fortune nei casinos occidentali e bere whisky in tazzine da tè – hanno ormai fatto rapidi passi da gigante per entrar in un rapporto più intimo e organico con il mondo occidentale. I tempi cambiano: i movimenti femministi arabi trovano leaders tra le nobildonne saudite che si occupano anche di moda e di finanza e un principe ch’è al tempo stesso capo della setta wahhabita (la punta di diamante del fondamentalismo sunnita) trova un senatore fiorentino che lo paragona a Lorenzo il Magnifico. Frattanto, l’ormai tradizionale feeling araboamericano in materia petrolifera e militare si perfeziona in una vera, grande novità, la svolta “amichevole” dei rapporti arabo-israeliani. Siamo alla vigilia d’una nuova fase dei rapporti internazionali? E ci sarà magari davvero un “Nuovo Rinascimento”?
Un fatto è certo. La globalizzazione, che aveva già raggiunto i rapporti diplomatici, finanziari e tecnologici “di vertice” tra mondo arabo più tradizionalista e Occidente collegato agli USA e li aveva già alleati fra loro, ha ormai con sicurezza invaso anche i livelli societari del mondo arabo-peninsulare: nella quale – un po’ come accadde nel Giappone dell’età Meji dell’Ottocento – le élites e i quadri executive resteranno tradizionalisti nel loro intimo quotidiano e rapidamente si “occidentalizzeranno” in quello internazionale. Lo hanno già fatto da tempo, laureandosi tra noi e mobilitando i loro capitali funzionalmente ai nostri.
I nostri partners, in altri termini, tengono a dimostrarci di essere ormai maturi per la fase globalizzatrice ulteriore: sono già “come noi”, sono già “dei nostri”. Per questo, dopo aver subìto per mezzo millennio gli esiti del nostro Rinascimento che hanno conosciuto come dominio coloniale, adesso si apprestano ad appropriarsene e a metabolizzarlo.
Siamo davvero, quindi, alla vigilia di un “nuovo Rinascimento”. Forse, anzi quasi certamente. Ma non del nostro: del loro. Dopo essersi impadroniti delle nostre tecnologie scientifiche e finanziarie pur restando diffidenti di fronte alla nostra estetica e dalla nostra etica, ora affrontano anche queste ultime. I glutei del David non li scandalizzano più. E sapete perché? Perché hanno capìto che ormai anche il Re Occidente è nudo: e l’avvenire è più loro che nostro.
E noialtri? Noi li interessiamo per il nostro grande passato, che è il meglio che noi possiamo offrire. Il nostro presente e il nostro futuro non li riguarda: la cultura occidentale, metabolizzata, sopravviverà, ma i protagonisti ne saranno loro, insieme magari con i cinesi.
In altri termini: se abbiamo elaborato, o quanto meno concepito, nuovi David di Michelangelo adatti al XXI secolo e da offrire al mondo, è questo il momento di farsi avanti. Altrimenti, visto che il turismo e la cultura sono due delle nostre principali industrie, continuiamo a vendere i glutei di quello vecchio. In fondo, sembra proprio che il mondo di noi apprezzi principalmente quelli. E forse ha ragione.