Minima Cardiniana 327/6

Domenica 16 maggio 2021, Ascensione del Signore

INEVITABILE. ANCORA SUL 25 APRILE
A PROPOSITO DI 25 APRILE. LA TESTIMONIANZA DI UN LETTORE
Egregio Professore,
approfitto ancora una volta della Sua pazienza per, non tanto commentare l’articolo di Nieri sul 25 Aprile (MC 324), quanto per aggiungere una “testimonianza”.
Mio padre nacque nel 1924 in un minuscolo borgo sul Lago d’Iseo, oggi centro turistico della Franciacorta allora borgo di pescatori, contadini e cavatori d’argilla.
Di quegli anni mio padre si ricordava quasi una sola cosa: la fame.
Nell’agosto 1943 (19 anni compiuti in luglio) arriva la chiamata alle armi. Distretto di Brescia, visita, abile arruolato. “Torna a casa ti faremo sapere dove dovrai andare”. Agli inizi di settembre viene inviato in una caserma nel Torinese, in cui arriva il 6 settembre.
Neppure il tempo di acquartierarsi e l’8 settembre viene firmato l’armistizio.
Parole di papà: “Hanno cominciato a scappare tutti, per primi gli ufficiali, cosa dovevo fare? Son tornato a casa”.
Pochi giorni dopo arrivano i Carabinieri a prenderlo, portato a Brescia, minacciato di fucilazione e infine spedito in un Arbeitlager in Germania, a Ulm. Anche qui fame, lavoro e punizioni.
Arriviamo nell’estate del 1944, i tedeschi: fanno questo discorso ai Haeftlinge: “Se firmate avrete, vestiti nuovi, rancio migliore, uniforme e tornerete in Italia”. Mio padre firmò, e con lui non pochi altri.
Viene inviato sulla linea Gotica in Garfagnana, lì dopo non molto tempo il Sergente a cui era affidato diserta, mio padre pure.
Da lì i ricordi sono coperti da una folta nebbia: per certo dev’essere stato preso dai partigiani, forse per un breve periodo si è anche unito a loro, fatto sta che non ha mai voluto parlarne, era meglio non nominargli Aulla e non abbiamo mai festeggiato il 25 aprile e il discorso partigiani, pur senza eccedere, non fu mai molto positivo.
Cosa successe in Lunigiana/Garfagnana non lo abbiamo mai saputo, ma sicuramente papà vide cose non belle, tedeschi, partigiani, delinquenti, non so.
A conclusione agli inizi del 1946 venne chiamato alle armi, in quanto essendo la documentazione del 1943 andata distrutta nei bombardamenti degli “alleati”, non risultava avesse fatto il servizio militare.
In fondo gli è andata bene. Quanti come lui e ancor di più quanti arruolati nell’RSI erano bravi ragazzi presi in storie più grandi di loro?
Spero che questa testimonianza Le sia in qualche maniera, interessante,
Saluti
Antonio Marini