Domenica 11 luglio 2012, San Benedetto
COMMENTO ALL’EDITORIALE
Siamo, magicamente cabalisticamente, giunti alla terza settimana d’iterazione del nostro scongiuro. Possiamo spiegarci. Si è trattato di una tecnica a carattere cabalistico. Ma anche di un avvertimento ai nostri concittadini. Lungi da noi l’esagerare l’importanza del ddl Zan. Sta di fatto però che il disegno liberticida travestito da tutela universale del rispetto e della tolleranza reciproci avanza: e il politically correct ne è lo strumento.
Gli spazi di libertà si vanno riducendo. Indichiamo quindi agli interessati che in realtà, e in una prospettiva non irragionevole, solo due sono gli argomenti generali a proposito dei quali è per il momento possibile inveire in piena e massima libertà, utilizzando anche tutti gli strumenti dell’ingiuria, dell’invettiva e del turpiloquio. Il fascismo, compresi derivati sottospecie e succedanei, è libero territorio d’invettiva: sfogatevi pure. Bene altresì parlar male degli “islamici”, tanto più che questa parola non significa nulla. Si tratta in realtà della forma maschile plurale di un aggettivo che potrebbe anche riferirsi a un aggettivo sostantivato, ma niente di più. Si può difatti parlare di religione islamica, di arte islamica, di studio islamico, ma solo tenendo presente che si tratta di idee, di concetti, di oggetti concreti, di cose. Se volete parlare di esseri umani, dovete usare gli aggettivi o gli aggettivi sostantivati “musulmani” e “musulmane”.
Insomma, se volete parlar male del fascismo, accomodatevi: quello non lo difende nessuno. Se ce l’avete con gli islamici, usate pure quella parola: dal momento che non corrisponde a nessuno, andate sul sicuro.