Minima Cardiniana 336/4

Domenica 18 luglio 2021, San Federico

DA LEGGERE E VALUTARE
IL COVID COME FORMA DI TOTALITARISMO BIOPOLITICO GLOBALE: LA TESI DI FRANCESCO BENOZZO E LUCA MARINI
Negli scorsi mesi sono usciti numerosi libri dedicati al Covid. A parte quelli, prevedibili, scritti da virologi ormai noti al grande pubblico, da politici della maggioranza, o da giornalisti allineati al punto di vista “ufficiale”, non sono mancati lavori che hanno illustrato il punto di vista comunemente noto come “complottista”. In questi casi, si tratta per lo più di autori già noti da prima del Covid per le loro posizioni alternative, o di giornalisti d’inchiesta emarginati per via del loro dissenso, o di medici che hanno subito vessazioni per non avere ubbidito a quelli che essi considerano ordini di scuderia. Va poi menzionato il caso di un libro più unico che raro, vista l’autorevolezza dell’autore che si occupa di questi argomenti, vale a dire A che punto siamo? L’epidemia come politica, di Giorgio Agamben.
Ciò che mancava, e che in tanti forse cominciavano a reclamare, era il punto di vista dissidente di qualche rappresentante del mondo accademico, un tempo sede del libero pensiero, che in questo anno si è quasi sempre adeguato e piegato, senza voci fuori dal coro, senza sussulti, in un silenzio a volte imbarazzante. Esce in questi giorni per le Edizioni La Vela di Lucca un libro che sarà destinato a far parlare di sé, perché a firmarlo sono proprio due tra i pochissimi rappresentanti della vita universitaria che si sono esposti pubblicamente in questo anno e mezzo, e che hanno rischiosamente manifestato il proprio dissenso critico nei confronti della narrazione pandemica: Luca Marini & Francesco Benozzo, COVID. Prove tecniche di totalitarismo (Lucca, Edizioni La Vela, 2021, 266 pagg.). Uno di loro, per il quale questo libro rappresenta in fondo il terzo di una trilogia coerente dedicata all’emergenza pandemica (iniziata con Poesia, scienza e dissidenza del 2020, con prefazione di Franco Cardini, edito dalla Clueb di Bologna, e proseguita con le Memorie di un filologo complottista, uscito a febbraio 2021 sempre per La Vela di Lucca) è il poeta-filologo-musicista Francesco Benozzo, già noto ai Minima Cardiniana. L’altro è Luca Marini, professore di Diritto internazionale e Diritti umani e bioetica all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Il libro – che è tra l’altro pubblicato con il contributo della Commissione europea, attraverso la Cattedra Jean Monnet di biodiritto “EULaB II” conferita ad personam allo stesso Marini – ha una tesi forte, sostenuta con toni fermi e argomentazioni stringenti, in bilico una disamina giuridica e un’analisi filologica: per i due professori di Bologna e Roma la situazione in atto è cioè il lampante inveramento di una forma di totalitarismo biopolitico globale.
Eppure, appunto – e questa è davvero la peculiarità di questo volume –, questa tesi non è sostenuta da due pericolosi sovversivi o da due individui improvvisatisi in due e due quattro scrittori e “pensatori”. Se guardiamo il loro curriculum, come si fa in questi casi per “verificare l’attendibilità della fonte”, scopriamo che Luca Marini, tra le sue varie cariche, è stato coordinatore scientifico nazionale del “Progetto di rilevante interesse nazionale” sul principio di precauzione, componente del comitato scientifico della Società italiana per la bioetica e della Commissione di studio sulla bioetica del CNR, direttore del Master in bioetica, biodiritto e bioeconomia della Sapienza, vice presidente del Comitato per la Bioetica e delegato italiano presso il Comitato direttivo per la bioetica del Consiglio d’Europa; e che attualmente è presidente dell’European Centre for Science, Ethics and Law (ECSEL).
Francesco Benozzo, che insegna Filologia romanza all’Università di Bologna, è invece l’attuale coordinatore del dottorato di ricerca in “Studi letterari e culturali”, dirige tre riviste scientifiche internazionali di linguistica e antropologia, è il responsabile di alcuni centri di studio dedicati alla filologia comparata e all’origine del linguaggio (uno dei quali patrocinato UNESCO), è membro del comitato direttivo o scientifico di numerosi progetti inter-universitari, ha all’attivo oltre 700 pubblicazioni scientifiche. Per la sua attività di poeta epico-performativo, poi, è stato candidato dal Pen International al Premio Nobel per la Letteratura, a partire dal 2015.
Il volume è formato da tre parti: un primo lungo saggio di Marini intitolato Il paziente zero, che riscostruisce in modo alternativo e rigoroso le vicende dell’ultimo anno e mezzo; una parte antologica centrale (Piccola antologia di consapevolezza critica), che riproduce, come in una cronaca dell’emergenza, interventi apparsi su un blog curato dallo stesso Marini a partire dal 2019; un saggio finale di Benozzo dal titolo Cerbero e Orfeo. Un’analisi narratologica dello stato di emergenza in atto, dove si mostra come la narrativa ufficiale sfugga, per il suo carattere ambiguo, a qualsiasi pretesa di plausibilità e verosimiglianza.
Proprio nei giorni in cui, con il surreale dibattito sull’uso generalizzato e discriminatorio del famigerato green pass, si stanno calpestando e ridicolizzando gli articoli della Costituzione relativi alle libertà degli individui, questo libro si fa portavoce del diritto e della necessità (scientifica) del dubbio e invita a riflettere in maniera articolata e non improvvisata su quello che sta accadendo da un anno e mezzo.