Minima Cardiniana 337/4

Domenica 25 luglio 2021, San “Giacomo Maggiore” Apostolo (Santiago)

EMERGENZA E NUOVE FORME DIDATTICHE
DINO GALUPPI
CON LA DAD È FUGA DALLA SCUOLA. DISPERSIONE SCOLASTICA A LIVELLI RECORD
Fuga dalla scuola. Sembra il titolo di un film, invece è una triste verità. Alcuni parlano di oltre duecentomila ragazzi che hanno abbandonato la scuola, in realtà non ci sono dati certi, ma quello che è sicuro che la DAD ha provocato un forte aumento della dispersione scolastica.
“Non sappiamo dove siano finiti gli studenti, abbiamo scritto alle famiglie” è il grido di allarme dei presidi. E per avere contezza di quanto sta accadendo, bisogna andare a sondare gli umori degli addetti ai lavori, leggere le pubblicazioni dei sindacati della scuola e le riviste specializzate per avere conferme di questo fenomeno.

Mancano dati ufficiali da parte del MIUR
Anche se il MIUR e i provveditorati non hanno dati aggiornati, gli ultimi dati sono addirittura rimasti a 4 anni fa (fonte Il Fatto Quotidiano), gli effetti della pandemia e sulla chiusura delle scuole sui giovani traspare ad esempio dai dati di sintesi del lavoro dei magistrati che raccolgono le comunicazioni di abbandono o interruzione della frequenza con particolari casi come Cagliari e Napoli dove le procuratrici hanno chiesto la collaborazione delle istituzioni, dai Comuni ai servizi sociali avendo segnalazioni raddoppiate rispetto al 2019.
Mancano è vero i dati ufficiali pubblici e nazionali, però il fenomeno è rimarcato a livello locale ed un sicuramente un trend pericoloso per il futuro del paese.
Un’indagine Ipsos per conto di Save the Children ha evidenziato per esempio che, nel 28 per cento delle classi superiori, ogni studente aveva avvistato l’addio di almeno un compagno. Qui in totale parliamo di oltre 34 mila ragazzi in fuga.
Il covid 19 oltre ai danni in termini di perdite umane, di tanti malati e ad aver cambiato le nostre abitudini di vita rischia di portarsi dietro anche altre ferite sociali di cui forse ci accorgeremo solo tra un po’ di tempo. L’Italia, nel 2019 viaggiava su una percentuale di abbandono scolastico del 13,5 per cento, in forte miglioramento nelle ultime stagioni, ma sempre in ritardo sulla media europea (10 per cento). Con il lockdown scolastico che in alcune zone è stato così lungo da consentire in presenza non più di 40 giorni in totale si è arrivati al 27 % di dispersione.

Gli effetti negativi della DAD
La scelta di lasciare i ragazzi in DAD è stata legata principalmente per dare priorità alla salute, di fatto senza tener conto di tutti gli altri aspetti psicologi che di fatto interessano lo stesso la salute ma con effetti più nascosti e più a lungo termine.
Due anni scolastici che hanno cambiato il modo di rapportarsi alla scuola, le relazioni con i compagni di classe, le gite scolastiche, le visite culturali, un modo diverso di fare formazione.
Interessante e toccante la testimonianza di una ragazza sarda che ha inviato una lettera a La Nuova Sardegna:“Mi dispiace”, dice “ricordare i miei ultimi anni scolastici in questo modo. Il Covid ha stravolto la scuola, la didattica a distanza per alcuni è andata bene e per altri no, molti miei compagni si sono ritirati, e mi è dispiaciuto molto”.
“Quest’anno” continua “c’è stato un elevato numero di studenti che ha abbandonato la scuola, la Dad per i più fragili non è stata un bene”.
Quelli di 16 anni che hanno mollato nella maggior parte dei casi alla fine sono andati a lavorare o stanno provando a farlo.
Altro tema importante soprattutto negli Istituti professionali e Tecnici è quello delle competenze mancate perché i ragazzi hanno perso la possibilità di fare i laboratori, stage nelle aziende aspetti fondamentali per apprendere con la pratica “i ferri “della futura professione.
A farne le spese sono soprattutto i ragazzi più deboli, le cui condizioni sociali e culturali di partenza li ponevano già in una condizione di forte rischio prima del Covid e delle misure di confinamento.
Agli psicologi ed ai formatori l’arduo compito di curare le ferite e recuperare il recuperabile sperando in un prossimo anno scolastico “normale”.
(Edscuola, martedì 25 maggio 2021)