Minima Cardiniana 342/4

Domenica 5 settembre 2021, San Giordano

UN BELL’ESEMPIO TOSCANO DI LIBERTÀ DI PENSIERO ALL’OCCIDENTALE
SE L’AVVOCATESSA È A FAVORE DEI TALEBANI
In un’intervista al Tirreno, la 35enne componente della commissione Regionale per le Pari opportunità sostiene che la presa del potere dei fondamentalisti sia una “tappa obbligata” per “la maturazione del concetto di vita politica e sociale” dell’Afghanistan. Salvini attacca: “Letta e Giani prendano le distanze”. E in serata dal Nazareno arriva la richiesta di dimissioni.
“Sono a favore del ritorno del regime talebano”. Il titolo dell’intervista al Tirreno di Nura Musse Ali – componente della commissione Pari opportunità della Regione Toscana – non lascia spazio a interpretazioni. All’interno, poi, la 35enne – avvocatessa di origini somale in Italia dal 1999, diplomata e laureata a Pisa – sviluppa meglio il concetto: “Forse qualcuno rimarrà sorpreso, ma sono a favore della presa del potere da parte dei fondamentalisti in Afghanistan, non perché condivida il loro modus operandi. Ritengo che quello che stiamo vivendo fosse una tappa obbligata della storia, affinché finalmente quel Paese iniziasse il proprio lento cammino verso un’interpretazione evolutiva delle sue leggi e la maturazione del concetto di vita politica e sociale. Nel Paese i fondamentalisti sono la maggioranza e gli occidentali sono visti dalla maggior parte dei cittadini come potenze straniere che non hanno cittadinanza su quel suolo”.
Una presa di posizione che ha dato il via – come prevedibile – a un vespaio di polemiche politiche, incoraggiate dal fatto che Musse sia stata indicata come componente della Commissione regionale dal Partito democratico, che governa la Toscana. Il primo è stato il segretario leghista Matteo Salvini: “Come si può sostenere un regime guidato da criminali che ammazzano, stuprano, torturano e chiudono in casa le donne? Siamo sicuri che Letta (segretario del Pd, ndr) e Giani (governatore dem della Toscana, ndr) prenderanno le distanze, perché l’apologia dell’Islam radicale è incompatibile con la nostra democrazia”, scrive sui social. Dopo pochi minuti il concetto è ribadito – tra gli altri – da Laura Ravetto, responsabile Pari Opportunità del Carroccio, e dall’europarlamentare Susanna Ceccardi, già sfidante di Giani per la presidenza della Regione.
(il Fatto Quotidiano, 25 agosto 2021)

Le argomentazioni non servono, quando si ha a che fare con i democratici-con-la-verità-in-tasca. È il dogmatico manicheismo di chi da una parte vorrebbe i gommoni dei migranti calati a picco con donne e bambini, dall’altra giudica senza sfumature e senza articolazioni realtà politiche e sociali che è lontanissimo dal conoscere. Se le ragioni della “democrazia occidentale” sono difese con strumenti così rozzi, non c’è da stupirsi se molte culture le respingono. FC