Domenica 24 ottobre 2021, S. Antonio Maria Claret
MEDIEVALISMO
“LA MODERNITÀ DEL MEDIOEVO, UNO SPIRITO CHE VA DIFFUSO”
Lo confesso: ripubblicando questa intervista cedo alla vanità. Non è affatto vero che io sia “il più grande medievista” (di che cosa, poi? D’Italia? Non scherziamo…). Ma l’esser definito così da un artista come Branduardi, che ammiro, mi ha riempito di malmeritato orgoglio. Ed è comunque un gran ben pezzo di medievalismo: e di medievalismo qui ci occupiamo spesso. Quindi perdonatemi.
UN’INTERVISTA DI VANNA PESCATORI AD ANGELO BRANDUARDI
“Che la festa abbia inizio” proclamavano un tempo lontano i messi del signore. Quelle voci invadono da oggi virtualmente Saluzzo che riscopre il suo nobile passato ospitando fino a mercoledì la prima edizione della Festa del libro medievale e antico “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”.
Dopo l’inaugurazione di venerdì, ieri sera (sabato 23 ottobre) il palco ha accolto il cantore italiano per eccellenza del mondo medievale: Angelo Branduardi. “Il menestrello”, con Fabio Valdemarin, ha proposto, alle 21, il concerto acustico “Camminando, camminando in due”. Angelo Branduardi ha anticipato l’incontro con il pubblico saluzzese.
Come ha accolto l’invito a questa Festa? “Ne sono stato onoratissimo perché è un’iniziativa di grande livello, a cui interverranno tanti studiosi e il nostro più grande medievalista, Franco Cardini. È la prima volta che vado a Saluzzo: non immaginavo che avesse una storia così importante. Sarà interessante scoprirla”.
La sua attenzione per il Medioevo ha precorso i tempi. “Negli anni Settanta il Medioevo era considerato un’età oscura, invece è stato un periodo di grande creatività e di sussulti che ha preparato il Rinascimento. Questo è avvenuto anche in campo musicale, ma quando studiavo al Conservatorio di Genova si iniziava dal Barocco e non c’erano cattedre di liuto o di tiorba. Ho scoperto dopo il Medioevo e gli ho dedicato i miei album. Ne Il cammino dell’anima ho rielaborato le composizioni di una straordinaria autrice tedesca dell’anno Mille, Ildegarda di Bingen, che scriveva musiche e testi. Sono di una modernità incredibile”.
Come accoglie il pubblico la sua passione per la musica antica? “Ho dedicato otto album al progetto ‘Futuro antico’ che accoglie musiche anche pre-medievali, con l’intento di mostrare che a volte un passo indietro può farcene compiere due avanti. L’ho presentato due volte a Roma davanti a diecimila persone e una terza volta, sotto un diluvio, mi hanno accolto in cinquemila. C’erano anche moltissimi giovani”.
Il concerto riprende questo filone? “Si tratta di un’esibizione atipica e coraggiosa. Minimalista. Eseguiamo anche Mozart, Monteverdi e altri compositori e, se la platea collabora, possiamo cantare insieme la mia Fiera dell’Est. È un concerto che chiede al pubblico di riempire di significato gli spazi vuoti. Prima di diventare musica colta, la musica medievale era popolare, la gente la viveva come una grande festa. Era un momento comunitario di cui vorrei rinnovare lo spirito”.
(Fonte: La Stampa Cuneo, 22 ottobre 2021)