Domenica 24 ottobre 2021, S. Antonio Maria Claret
CRIMINI DIMENTICATI
Lo abbiamo visto anche di recente, a proposito del nazismo e del neofascismo: ci sono crimini che non si dimenticano, “passato-che-non-passa”, ed è giusto; e delitti che invece si dimenticano subito ed è come se non si fossero nemmeno mai compiuti. Ma noi non ci stiamo.
I PICCOLI MARTIRI DI GORLA
Lo scorso mercoledì ricorreva il 77esimo anniversario di una vera e propria strage: il 20 ottobre 1944 una pattuglia aerea della 15a Air Force USAAF – costituita per colpire e abbattere obiettivi “sensibili” in tutto il Sud Europa –, decollata dall’aeroporto di Castelluccio dei Sauri, vicino a Foggia, prima di rientrare alla base si liberò dell’esplosivo non ancora utilizzato, quasi ottanta tonnellate, scaricandolo sui quartieri di Gorla e Precotto, a Milano.
Durante gli ultimi mesi del 1944, la 15a Air Force USAAF si occupò principalmente di neutralizzare la residua resistenza delle forze italo-tedesche dislocate nel Nord Italia. Dalla metà di ottobre, su segnalazione della Royal Air Force britannica, la 15a aveva il compito di eliminare gli apparati meccanico-siderurgici che ancora operavano nella periferia settentrionale milanese, territorio facente parte della Repubblica Sociale Italiana. La mattina del 20 ottobre, i 36 bombardieri B-24 del 451° Bomb Group, comandati dal colonnello James B. Knapp, dovevano distruggere gli stabilimenti Breda di Sesto San Giovanni. Quello stesso giorno, altri 38 B-24 del 461° Bomb Group decollarono verso gli stabilimenti Isotta Fraschini, e 29 B-24 del 484° dovevano bombardare gli stabilimenti Alfa Romeo. Le missioni del 461° e del 484° andarono “a buon fine”; non fu così, invece, per la flotta aerea guidata dal colonnello Knapp, che, a causa di diversi errori – si dice: una probabile trascrizione non corretta delle coordinate – decise di sganciare comunque al suolo le 342 bombe da 500 libbre, ormai già innescate, dato che, per ragioni di sicurezza, a un bombardiere carico sarebbe stato impedito il rientro alla base nel Foggiano. Ma, invece di liberarsi del carico nella campagna cremonese o nell’Adriatico, Knapp decise di disfarsene in tutta fretta, poco importa se su un centro abitato.
Alle 11.29 si compì il massacro. Le bombe colpirono i quartieri di Gorla e Precotto, inclusa la scuola elementare “Francesco Crispi” di Gorla. Tra le vittime, 184 bambini, 14 insegnanti, la direttrice della scuola, 4 bidelli e un’assistente sanitaria, raggiunti dalla carica esplosiva mentre si recavano nel rifugio sotterraneo dell’edificio.
L’intera città di Milano, quel maledetto 20 ottobre, contò 614 vittime estratte dalle macerie, oltre ad alcune centinaia di feriti.
Un vero e proprio crimine di guerra, mai giudicato o definito tale. Nessuno fu mai chiamato a rispondere di questa azione: l’unica, pesante critica di un solo superiore all’operato degli equipaggi in questione riguardò il danno d’immagine che lo scadente lavoro di squadra aveva causato all’aviazione americana.
In memoria, esiste un monumento eretto con il sostegno del Comune di Milano, che cedette il terreno; con il ferrovecchio donato dalle Acciaierie Falck, con il marmo avanzato dalla ricostruzione della Rinascente (anch’essa bombardata), ma soprattutto con i sacrifici, le privazioni e i risparmi della gente del quartiere Gorla.
Nessuno storico, nessun telegiornale ha ricordato questo martirio. Solo qualche trafiletto nella cronaca locale milanese. “I crimini contro la vita li chiamano errori”, cantava il compianto Pierangelo Bertoli.
Un’altra occasione malamente perduta per intraprendere il tanto osannato – a parole – cammino di “pacificazione nazionale”, ovvero per promuoverla con il sostegno della Storia, in questi tempi bui, difficili e sempre più incomprensibili.
David Nieri