Minima Cardiniana 351/5

Domenica 7 novembre 2021, San Vincenzo Grossi

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Noi siamo l’opposizione che non si sente. Scrittori, poeti, artisti, che si oppongono al disegno politico innestato sull’emergenza, a cura di Giulio Milani, Massa, Transeuropa Edizioni, 2021, pp. 200, euri 13.
Noi siamo l’opposizione che non si sente è una raccolta di interventi di scrittori e artisti con una posizione fortemente critica sulla realtà distopica messa in atto dagli esecutivi occidentali col pretesto dell’emergenza epidemica, per innestare sulla crisi di sistema che l’ha provocata un sogno di “trasformazione e progresso”: quest’ultimo ha tutto l’aspetto di un’assimilazione culturale forzata al capitalismo della sorveglianza e all’apparato tecnico-scientifico al suo servizio.
Questa raccolta di contributi va in senso polemicamente opposto alle conformi e ubbidienti narrazioni di regime terapeutico e si rivolge idealmente a quel 30/35% dell’opinione pubblica che non si sente rappresentato al livello politico come mass-mediatico.
Per reagire insieme, con energia e intelligenza, alla paura scatenata da un potere violento, e contrapporre alla menzogna arrogante, alla stupidità, allo scientismo, la voce della creatività, della bellezza, dello spirito critico.
Nonostante l’apparente sproporzione di forze, in realtà sono molti coloro che stanno cercando di capire e di ritrovarsi, fare rete e luce, in tutti i Paesi toccati dalla linea del fronte Covid, vittime delle medesime dinamiche. Filosofi, antropologi e sociologi hanno già scritto, lo stanno facendo, ma questa è la prima raccolta di testimonianze di autori e artisti a vario titolo coinvolti e interpellati perché la prima pubblicazione di questo tipo faccia da stimolo, altrove, per altre a venire, allo scopo anche di ricostruire vicinanze, ritrovare il dialogo violato, censurato, escluso.
Contributi di: Roberto Addeo (scrittore e poeta), Giovanni Agnoloni (scrittore), Lucianna Argentino (poeta), Fabrizio Bajec (poeta), Francesca Bartellini Moech (scrittrice, poeta, regista, attrice), Francesco Benozzo (poeta), Franco Berardi Bifo (filosofo e scrittore), Giorgio Bianchi (fotoreporter e scrittore), Donatella Bisutti (scrittrice e poeta), Ginevra Bompiani (scrittrice e editrice), Mario Bramè (scrittore e manager), Davide Bregola (scrittore), Stefano Burbi (compositore, direttore d’orchestra e poeta), Michele Caccamo (scrittore e editore), Simone Cerlini (scrittore), Carlo Cuppini (scrittore e poeta), Raphael d’Abdon (poeta e scrittore), Caterina Davinio (poeta e artista), Monica Dini (scrittrice), Luca Fassi (scrittore), Rita Florit (poeta), Gabriele Frasca (poeta), Andrea Garbin (poeta), Andrea Genovese (poeta e scrittore), Peter Genito (bibliotecario e scrittore), Giovanna Giolla (giornalista e scrittrice), Marco Guzzi (poeta), Mia Lecomte (poeta e scrittrice), Enrico Macioci (scrittore), Flavia Mastrella (regista e scultrice), Eva Milan (scrittrice e musicista), Emanuela Nava (scrittrice), Aldo Nove (poeta e scrittore), Riccardo Paccosi (regista e scrittore), Vincenzo Pardini (scrittore), Antonio Francesco Perozzi (scrittore e poeta), Federico Pietrobelli (poeta), Andrea Ponso (poeta), Antonio Rezza (attore e scrittore), Luca Rossi (scrittore e sceneggiatore), Federico Sanguineti (poeta), Gianfranco Sanguinetti (scrittore), Francesco Scardone (scrittore), Marco Tutino (compositore), Lello Voce (poeta e scrittore).

Serge Latouche, Breve storia della decrescita. Origine, obiettivi, malintesi e futuro, trad. it., Torino, Bollati Boringhieri, 2021, pp. 132, euri 16.
Una breve, intensa limpida sintesi delle tesi di Serge Latouche, allievo di Marcel Mauss e padre della “crescita zero”. Si tratta non già di una scelta economica, bensì di una necessità etica: una rivoluzione contro l’impero del denaro e la tirannide del meccanismo profitto-consumo. La lotta contro l’innalzamento climatico, con la quale pare oggi che il discorso possa e probabilmente debba cominciare, non può essere se non l’inizio: ma è inutile se non si procede oltre, verso un deciso mutamento collettivo di vita. Latouche chiede in realtà il superamento del totalitarismo economicistico e del pensiero unico che gli sta alla base. Probabilmente è già tardi, forse non c’è via d’uscita. Ma non c’è altro da fare.

Craig Whitlock, Dossier Afghanistan. La storia della guerra attraverso i documenti Top Secret, trad. it., Roma, Newton Compton, 2021, pp. 350, euri 12.
Siamo costretti ad affrontare l’imbarazzo di dover citare ancora una volta il libro di Franco Cardini, Astrea e i Titani, Roma-Bari, Laterza, 2003: un libro dapprima censurato, ostracizzato, oggetto di misteriosi divieti di recensioni giornalistiche e televisive e quindi definito addirittura “profetico”. Eppure non conteneva nulla che non potesse venir messo insieme – con fatica e anche con un certo coraggio, d’accordo – attraverso la lettura di libri, articoli e materiale on line che consentivano quasi sempre di risalire sia pur faticosamente alle fonti. Poi vennero le ammissioni di Tony Blair costretto a confessare che la bufala delle “terribili armi di distruzione di massa” detenute dal regime irakeno di Saddam Hussein era in realtà una tragica e criminale combine messa su da George W. Bush e da lui stesso; e attraverso la rivelazione di quell’imbroglio criminale fu facile arrivare, procedendo a ritroso, all’atto criminoso precedente, l’aggressione all’Afghanistan come “risposta” all’attentato dell’11 settembre del 2001. Anche in quel caso, la solita Laterza aveva edito un volume a cura del solito Cardini, La paura e l’arroganza, ironica e polemica risposta a La rabbia e l’orgoglio con il quale Oriana Fallaci aveva fortemente contribuito alla diffusione in Occidente delle menzogne antimusulmane ch’erano state il fondamento della legittimazione mediatica dell’attacco a quel paese già martoriato da un trentennio di violenza, dopo sovietici e talibani.
Ora che il vorticoso vento generato dalle menzogne del biennio 2001-2003 è diventato tempesta che ha sconvolto il già provato Medio Oriente per un ventennio – e che è ben lontana dall’essersi placata – esce negli USA Americans Papers di Craig Whitlock, del “Washington Post”, rapidamente tradotto nel nostro paese. La bibliografia non contiene i due libri laterziani, ed è abbastanza naturale in quanto Italicum est, non legitur (o non legatur?). Comunque, il confronto è impressionante. Whitlock traccia alla luce di documenti obiettivamente certi e persuasivi un ritratto spaventoso dei leaders della Casa Bianca e del Pentagono in quei frangenti: un impressionante cocktail d’incompetenza, di disonestà, d’irresponsabilità. La tragicommedia continua: e, attraverso la complicità della NATO, riguarda anche noi. La nostra dignità diplomatica, le nostre forze armate, i nostri soldi.