Minima Cardiniana 353/6

Domenica 21 novembre 2021, Cristo Re

ONORE A UN’ARTISTA CHE CONOSCE LA PERSECUZIONE
AMERINO GRIFFINI
LA STORIA DI ANNI-FRID, LA FRIDA DEGLI ABBA
15 novembre 1945. In un piccolo villaggio della Norvegia, in pieno Circolo Polare Artico, nei pressi di Narvik, nasce Anni-Frid Lyngstad. Diverrà famosa come cantante del gruppo degli Abba.
Una vita fatta di grandi successi ma contrassegnata anche da grandi tragedie.
La madre, con la piccola Anni-Frid appena nata, dopo la seconda guerra mondiale, riuscì a fuggire dalla Norvegia e a rifugiarsi in Svezia – come molte altre donne norvegesi – per sottrarsi alle persecuzioni che colpirono le donne che si erano legate sentimentalmente a militari tedeschi; e lei si era innamorata di un ufficiale della Wehrmacht, Alfred Haase, che Anni-Frid potrà conoscere solo molti anni dopo.
Furono circa dodicimila i bambini nati dai rapporti tra militari tedeschi e ragazze norvegesi durante la guerra. Per loro fu una tragedia infinita.
Alla fine della guerra il nuovo governo democratico prese provvedimenti di legge contro le donne che furono trattate come prostitute e i loro figli definiti “geneticamente inferiori” (perché figli di donne marchiate come psicolabili per questi loro legami con il nemico), addirittura considerati “pericolosi” per il futuro del Paese.
Fu quindi costituita una apposita commissione che prese provvedimenti allucinanti dopo aver scartato una prima decisione di trasferire in massa le migliaia di bambini in Australia: furono strappati alle madri, i loro documenti furono segretati, furono quindi in parte affidati a povere famiglie (nel “migliore” dei casi) o utilizzati per esperimenti medici.
Alcuni di loro, abusati sessualmente, nell’adolescenza e nella maturità finirono suicidi per questi maltrattamenti.
Alla fine degli anni ’90 il Parlamento norvegese con un voto di maggioranza respinse la richiesta dell’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla vicenda della persecuzione di questi bambini definiti “tedeschi”.
Solo nel 2000, con il passaggio nel nuovo millennio, il ministro del governo conservatore, Kjell Bondevik, del Partito Popolare, chiese ufficialmente perdono a nome dello Stato norvegese ai figli e alle madri vittime di quella vergognosa discriminazione.
Dopo questo riconoscimento, la Norvegia ha ritenuto di ripulirsi un po’ la coscienza stabilendo un indennizzo monetario a dodicimila donne.
La pentola scoperchiata di una vergogna nazionale ha dato il via a studi ufficiali.
Un gruppo di 159 ex bambini perseguitati, nel 2007 si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell’uomo facendo causa allo Stato norvegese per il loro passato, ma la Corte ha respinto la richiesta considerato prescritto il reato.
Nel 1945 la madre e la nonna della piccola Anni-Frid fuggirono alla parte più drammatica di questa storia norvegese riparando in Svezia. Poco dopo, nel 1947, Anni-Frid rimase orfana di madre quando aveva solo due anni e quindi fu cresciuta dalla nonna.
Il successo musicale giunse – dopo una lunga gavetta – nel 1971 con la formazione del gruppo degli Abba.
Per Anni-Frid però le tragedie erano ancora in agguato e continuarono a ripresentarsi nella sua vita; dapprima la morte in un incidente stradale della figlia avuta nel primo matrimonio e poi nel 1999 la morte a soli 49 anni del secondo marito, un principe Reuss von Plaue, di antica nobiltà germanica.

Una storia terribile, sconosciuta ai più, familiare probabilmente solo a chi ha sempre apprezzato la musica del quartetto svedese. A colei che poi divenne la “Frida” degli Abba, la nonna che l’aveva cresciuta aveva raccontato – un po’ per vergogna, un po’ per proteggerla – che il padre era morto in guerra. Frida lo scoprì grazie all’inchiesta di un giornalista della rivista Bravo, nel 1977. Per lei fu un trauma, almeno all’inizio, ma poi a quel padre riuscì a voler bene. Si incontrarono alla fine di quell’anno, quando gli Abba stavano dominando le classifiche di tutto il mondo. Insieme a loro, Benny Andersson, il genio (a metà) del gruppo. Durante le date dei tour in Germania, Alfred Haase li seguiva e i due riuscivano a trascorrere un po’ di tempo insieme. Al suo ritorno in Germania dopo la guerra, Alfred diventò un bravissimo pasticcere. Morì il 23 febbraio del 2009. “Non mi vergogno di mio padre. Era un soldato e non si è mai macchiato di alcun crimine”, confesserà Frida.