Minima Cardiniana 356/3

Domenica 12 dicembre 2021
Terza Domenica di Avvento, Laetare Jerusalem

FASCIOMANIA
Ecco un commento di FC a proposito del crescente fenomeno fasciofobo-fasciomaniaco e una puntuale analisi da parte di David Nieri di un evento televisivo a ciò relativo.

FRANCO CARDINI
GIORGIA RINGRAZIA
“C’avete fatto caso” – usava dir sornione il vecchio indimenticabile Aldo Fabrizi – che ultimamente il pericolo dell’invasione dei musulmani in Europa e della minaccia terroristica è svanito come neve al sole per lasciare il posto al suo abituale tormentone alternativo, quello neofascista?
In parte causa, in parte conseguenza di ciò, sembra che nelle ultime settimane la leader dei “Fratelli d’Italia”, Giorgia Meloni, sia balzata al ruolo di quasi protagonista della politica italiana.
Rispondendo per l’ennesima volta ad affannosi quesiti pervenutimi in e-mail da persone varie, alcune preoccupate per una mia supposta liason dangereuse – non sentimentale, certo: potrei quasi essere suo nonno – con l’onorevole Meloni, altre al contrario deluse e quasi indignate per il fatto che io non sia suo collaboratore politico, vorrei chiarire spero definitivamente che tra me e lei c’è una salda e sincera amicizia nata quasi nel caso e cresciuta nel tempo nonostante le poche occasioni d’incontro, nonché molta stima e simpatia credo reciproche. Il che non significa affatto che le nostre posizioni politiche siano vicine: al contrario, i suoi saldi valori atlantistici e occidentalisti sono molto lontani dal mio europeismo comunitarista e incline all’eurasianismo e il suo deciso collocarsi “a destra” e su posizioni di “patriottismo italiano” contrastano con le mie altrettanto decise scelte socialiste, la mia solidarietà con migranti e musulmani e la mia visione cattaneista e antiunitaria del problema italiano come problema storico che fa di me tutt’altra cosa rispetto al “patriottismo” che a lei piace. Tuttavia, pur non apprezzando il suo dichiararsi “conservatrice” e “riformista”, sono molto solidale con la sua purtroppo a tutt’oggi appena dichiarata prospettiva confederalistica a proposito del futuro possibile assetto politico dell’unità europea e spero ch’essa approfondisca questo aspetto delle sue posizioni. Per il resto, ribadisco le mie riserve e in alcuni casi la mia netta condanna rispetto a molte posizioni dei FdI e della stessa Meloni in ordine sia alle scelte politiche, sia ad alcuni collaboratori dei quali ha scelto e – se alcune ferali voci di corridoio sono esatte – sceglierà nel prossimo futuro di circondarsi, addirittura portandoli o confermandoli in Parlamento. Mi spiace di non poterla aiutare, e magari spiace anche a lei: ma tant’è.
Comunque, a tutt’oggi vedo che Giorgia Meloni è in costante ascesa mediatica ma anche sotto scacco. Da parte delle sinistre che l’accusano con evidente malevolenza di “criptoneofascismo” e che pretenderebbero di esser loro a dettarle l’agenda per i tempi e i modi di una – a loro avviso – necessaria “antineofascistizzazione” del suo partito; mentre da parte delle destre, vale a dire di Forza Italia e della Lega, è in atto un’evidente corsa concorrenziale all’accaparramento dei voti. Sul piano delle strategie elettoralistiche, ad esempio, i primi avversari della “Biondina della Garbatella” sono con ogni evidenza i suoi “alleati” Berlusconi e Salvini; ed è a sufficienza comprovato che gli stessi gruppi estremistici extraparlamentari di destra sono più vicini a loro che non a lei. Tutti ricordiamo l’episodio recente dell’assalto di “Forza Nuova” alla sede romana della CGIL: nonostante si sapesse bene che fra tale organizzazione e i FdI non corra alquanto buon sangue e che quindi l’episodio squadristico che tanto scalpore aveva fatto avrebbe finito a torto o a ragione per esser pagato in termini politici dal partito appunto della Meloni, a lei fu addebitata la sconfitta elettorale della destra nella capitale. Intanto, tempestive “inchieste” televisive mettevano in giro storie inquietanti di fanatici ubriachi di saluti fascisti, di misteriose valigette rosse che avrebbero dovuto contenere fondi illegali destinati a sostenere l’estrema destra, di folle neofranchiste spagnole inneggianti alla leader spagnola in visita presso di loro, di misteriosi aristocratici “neri” che per la verità avevano piuttosto l’aria di borgatari in moto, di noti scrittori e showmen che, accortamente intervistati (e su ciò si legga l’articolo di David Nieri, Minima Cardiniana 356/4 | Fasciomania), rompevano tutti gli schemi politically correct proclamando con rabbiosa enfasi apocalittica il loro diritto a “odiare chi semina odio”. Ciliegina sulla torta, la tradizionale festa romana di “Atreju” organizzata in Piazza del Risorgimento dai “conservatori riformisti” e il pellegrinaggio di tutti i più importanti politici italiani a omaggiar la Meloni per ottenere dal suo partito l’appoggio al loro rispettivo candidato ad ascendere al Quirinale: il che è stato addebitato non già al cinico opportunismo di quei politici, bensì – e ci si chiede perché – all’astuzia della leader dei FdI che sarebbe riuscita a segnare un importante punto a vantaggio del suo prestigio.
E imperversa frattanto una serrata pamphlettistica neoantifascista irta di toni indignati e allarmati: contro le pretese “ buone cose” fatte dal fascismo, contro i misfatti coloniali del regime, contro i vecchi e nuovi fascisti che spuntano dappertutto e che vengono denunziati in termini quasi demonologici come esponenti del Male assoluto da battere al più presto.
Bene. Abbiamo visto fascismo e fascismi (non si è ancora capito se sia meglio parlarne al singolare o al plurale), neofascismo e neofascismi, antifascismo e neoantifascismi. Tuttavia dopo i fascisti, i neofascisti, gli sfascisti, i neofascisti e i neoantifascisti, alla nostra collezione mancavano ancora i fasciomani. Ed ecco quindi a voi l’ultimo strillo della moda: la fasciomania, versione isterica della fasciofobia.
Solo che tutto questo denunziare nostalgie fasciste, complotti fascisti e pericoli fascisti dappertutto rischia di produrre, all’interno dell’opinione pubblica, l’effetto opposto a quello che i fasciofobi-fasciomani si augurerebbero. Si finirà con l’averne abbastanza e col domandarsi se, vista la qualità e il livello del debordante antifascismo del quale abbiamo piene le tasche (ma dico le tasche perché sono un signore), magari il fascismo era “pure mejo”. In tutto questo carnevale d’ipotesi allarmistiche e d’inconsistenti denunzie, con tutto questo “al-lupo-al-lupo”, andrà a finire che casalinghe di Voghera e maestri di Vigevano si convinceranno che, se gli antifascisti sono tutta roba così, allora quasi quasi il fascismo qualcosa di buono doveva avercelo.
A conferma di tutto ciò diamo contezza di un’emissione di LA7 che, se fosse stata finanziata dai “conservatori riformisti” della “Atreju”, sarebbe stata un prodotto mediatico di straordinaria efficacia.
Intanto, Giorgia Meloni ringrazia.

(N.B. – Su Giorgia Meloni come “fenomeno” politico, parlamentare e mediatico si veda la lucida intervista distinta in quattro sezioni e da Marco Tarchi rilasciata a Federica Fantozzi, Federico Di Bisceglie, Alvise Armellini e Giacomo Puletti, pubblicata in “Diorama letterario”, 362, luglio-agosto 2021, pp. 13-16).