Minima Cardiniana 361/5

Domenica 16 gennaio 2022
Seconda Domenica del Tempo Ordinario, San Marcello

PAX AMERICANA E NUOVE BOMBE NUCLEARI IN DIFESA DI PACE E DEMOCRAZIA
Chi si sentisse la coscienza poco in pace pensando che noialtri italiani facciamo poco per la comune difesa della pace e della democrazia, si tranquillizzi. Se la patria si serve anche solo facendo la guardia a un bidone di benzina, figuratevi quale benemerenza si lucra ospitando in un bell’aeroporto nientemeno che bellissime nuove bombe nucleari. I “patrioti” si tranquillizzino: i reattori F-35A destinati a ospitare le splendide armi democratiche e pacifiste saranno sì sotto comando statunitense (ci mancherebbe…), ma sono aerei pagati dal popolo italiano – che forse ne avrebbe fatto volentieri a meno: sono molto cari – e a bordo ci sono militari italiani. Speriamo soltanto che, in caso di utilizzo, chi programmerà la ritorsione tenga presente che le bombe sono sì americane, ma aeroporti, aerei e personale subalterno appartengono tutti a un complesso di ascari. C’è un trattamento di favore, per i territori e le truppe di condizione colonizzata?

MANLIO DINUCCI
GREEN PASS NUCLEARE: ESCE A MAGGIO LA BOMBA PER L’ITALIA
Fra quattro mesi, in maggio, inizia negli Usa la produzione su larga scala della nuova bomba nucleare B61-12: lo annuncia la U.S. Department of Energy’s National Nuclear Security Administration (l’Amministrazione per la sicurezza nucleare nazionale, NNSA, facente parte del Dipartimento Usa dell’Energia). Man mano che usciranno di fabbrica, le nuove bombe nucleari saranno consegnate alla US Air Force, che le installerà nelle basi in Italia e altri paesi europei al posto delle B61.
La B61-12 è una nuova arma nucleare polivalente che sostituisce tre delle varianti dell’attuale B61 (3, 4 e 7). Ha una testata nucleare con quattro opzioni di potenza, selezionabili a seconda dell’obiettivo da distruggere. Non viene sganciata in verticale come la B61, ma a distanza dall’obiettivo su cui si dirige guidata da un sistema satellitare. Può penetrare nel sottosuolo, esplodendo in profondità per distruggere i bunker dei centri di comando così da “decapitare” il paese nemico in un first strike nucleare. Per tale attacco la US Air Force dispone anche della quarta variante della B61, la B61-11 penetrante, ammodernata nel 2001. La B61-12, conferma la NNSA, può essere lanciata sia dal bombardiere stealth B-2A e dal futuro B-21, sia da caccia a duplice capacità convenzionale e nucleare. Tra questi vi sono gli F-16C/D statunitensi schierati ad Aviano e i Tornado italiani PA-200 schierati a Ghedi. Ancora più idonei all’attacco nucleare con le B61-12 sono gli F-35A, già operativi anche nell’Aeronautica italiana.
La NNSA comunica che “tutta la produzione necessaria di B61-12” sarà completata nell’anno fiscale 2026. Il programma prevede la costruzione di 500 bombe, con un costo di circa 10 miliardi di dollari (per cui ciascuna viene a costare il doppio di quanto costerebbe se fosse costruita interamente in oro). Il loro numero effettivo resta però segreto, come resta in gran parte segreta la loro dislocazione geografica. Essa costituisce il fattore determinante della capacità offensiva delle bombe nucleari B61-12. Se fossero dislocate tutte in territorio statunitense, pronte ad essere trasportate con i bombardieri strategici, ciò non costituirebbe una sostanziale modifica degli attuali assetti strategici. Le B61-12 saranno invece dislocate in altri paesi a ridosso soprattutto della Russia, pronte ad essere trasportate e lanciate con gli F-35 e altri caccia.
Le basi di Aviano e Ghedi sono state ristrutturate per accogliere i caccia F-35A armati delle nuove bombe nucleari. A Ghedi possono essere schierati 30 caccia italiani F-35A, pronti all’attacco sotto comando Usa con 60 bombe nucleari B61-12. Non è escluso che esse vengano dislocate anche in altre basi sul territorio italiano. Non è escluso che, oltre ad essere dislocate in Germania, Belgio e Olanda, siano schierate anche in Polonia, le cui forze aeree partecipano da anni alle esercitazioni Nato di guerra nucleare, e in altri paesi dell’Est. I caccia Nato dislocati nelle repubbliche baltiche, a ridosso della Russia, possono essere anch’essi armati delle B61-12. Non è escluso che le nuove bombe nucleari possano essere schierate anche in Asia e Medioriente contro Cina e Iran. Nonostante siano classificate come “armi nucleari non-strategiche”, le B61-12, avvicinate agli obiettivi, hanno capacità offensive analoghe a quelle delle armi strategiche (come le testate nucleari dei missili balistici intercontinentali). Sono quindi armi destabilizzanti, che provocheranno una reazione a catena accelerando la corsa agli armamenti nucleari.
Le 5 potenze nucleari membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito – affermano, in una dichiarazione congiunta (3 gennaio), che “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta” e che “rimaniamo impegnati a portare avanti negoziati in buona fede su misure efficaci relative alla cessazione della corsa agli armamenti nucleari e al disarmo nucleare”. Si impegnino allora gli Usa a non schierare in altri paesi, ancora meglio a non produrre, le nuove bombe nucleari B61-12.
(il manifesto, 11 gennaio 2022)