Minima Cardiniana 361/7

Domenica 16 gennaio 2022
Seconda Domenica del Tempo Ordinario, San Marcello

UN FULGIDO ESEMPIO DI GIUSTIZIA. ORA, AVANTI CON GLI ALTRI…
MARTA SERAFINI
SIRIA, ERGASTOLO IN GERMANIA PER TORTURATORE DEL REGIME DI ASSAD
Condannato al carcere a vita Anwar Raslan, accusato di crimini contro l’umanità. Il processo a Coblenza è il primo che vede alla sbarra un ex militare di Damasco.
Carcere a vita per l’ex colonnello siriano Anwar Raslan, accusato di crimini contro l’umanità. La sentenza oggi a Coblenza, dove poco meno di due anni fa è iniziato il processo.
Raslan è responsabile della tortura di 4.000 persone durante la guerra civile siriana, tra il 2011 e il 2012 e di 58 omicidi e stupri. Il processo di Coblenza è il primo procedimento penale al mondo che coinvolge un esponente del regime siriano.
Molti dei quasi 800.000 siriani che ora vivono in Germania hanno testimoniato contro Raslan. Gli avvocati tedeschi per i diritti umani hanno sostenuto la loro causa, utilizzando il principio della giurisdizione universale per portare il caso in tribunale. Ciò consente di processare altrove i crimini gravi commessi in un paese. Wolfgang Kaleck, capo del Centro europeo per i diritti costituzionali e umani che ha guidato il caso, afferma che è difficile parlare di giustizia dato che centinaia di migliaia di persone sono state torturate e decine di migliaia di persone sono morte di conseguenza.
Il colonnello Raslan, oggi 58 anni, era stato arrestato a Berlino nel 2019. Era in Germania da cinque anni, arrivato assieme alla famiglia come «rifugiato politico» dopo esser stato aiutato a fuggire da influenti membri dell’opposizione in esilio. Questi stessi oppositori al regime di Assad lo avevano persino accreditato per partecipare nel 2014 ai «colloqui di pace» di Ginevra mediati dall’Onu. Nel 2013, gli oppositori in esilio si erano fatti convincere dal colonnello Raslan di farlo fuggire di nascosto dalla Siria verso la Turchia in cambio di informazioni segrete sulla struttura del potere di Damasco. Le informazioni, mai fornite da Raslan, avrebbero dovuto aiutare le opposizioni a far cadere Assad. Il rai’s è invece rimasto al potere, grazie soprattutto al sostegno decisivo di Russia e Iran. E alle elezioni presidenziali dell’anno scorso è stato riconfermato per altri sette anni, fino al 2028.
A febbraio scorso, sempre il tribunale di Coblenza, aveva condannato a quattro anni e mezzo di detenzione Eyad Gharib, un membro di basso rango dei servizi di repressione di Damasco e collegato al Dipartimento 251 diretto da Raslan. Gharib è stato riconosciuto colpevole di complicità nel commettere crimini contro l’umanità.
(Corriere della Sera, 13 gennaio 2022)

Senza dubbio una bella notizia. Certo, qualche dubbio rimane. Sul piano giuridico formale, anzitutto, la “giurisdizione universale” è un tema complesso, molto difficile da correttamente attuare.
Ove però la coraggiosa scelta tedesca potesse in qualche modo costituire un modello esemplare o quanto meno un precedente, sarebbe bellissimo. Immaginiamoci ad esempio una ripresa processuale della questione del Cermis, che come italiana ci riguarda e a suo tempo ci ha ferito, quando i responsabili statunitensi della strage furono allegramente assolti anzi premiati. Oppure, bello sarebbe riprendere la faccenda del carcere di Abu Ghraib a Baghdad dopo la liberazione del popolo irakeno dalla tirannide di Saddam Hussein, ma nel contesto della quale alcuni membri delle forze armate statunitensi si resero responsabili di abusi (e ancora prima, pensando al Vietnam, che gran bel lavoro di giustizia ristabilita si dovrebbe e si potrebbe fare!). Oppure, argomento ancora di grande rilievo in quanto d’attualità: che dire del carcere di Guantanamo, che gli USA mantengono aperto fuori dai loro confini territoriali in territorio cubano? Anzi, ora che il tiranno Fidel Castro non c’è più, quale fulgido esempio di democrazia sarebbe da parte degli USA la chiusura di quel campo di concentramento che oltretutto irride alla stessa legge statunitense rispetto alla quale rappresenta un’esplicita vergogna la punto da non poter essere ospitato nella madrepatria?