Domenica 30 gennaio 2022
Quarta Domenica del Tempo Ordinario, Santa Martina
USA-NATO VERSUS URSS-CSI. VECCHI RICATTI E NUOVE SITUAZIONI
UNA LETTERA, DUE ARTICOLI, UNA RISPOSTA
Il 10 gennaio scorso il signor Giovanni Marelli mi aveva scritto una lettera ispirata da un confronto tra due articoli di quotidiano a suo dire inconciliabili tra loro: né si vede come potrebbero ben conciliarli, dal momento che uno era a firma di Alberto Negri, l’altro di Paolo Guzzanti. La sua missiva mi è arrivata in ritardo: scherzi del computer. Rispondo solo adesso. Fornisco qui ai lettori il testo del materiale propostomi dal signor Marelli e la mia risposta. Come al solito, il dialogo è aperto e qualunque opinione sensata e documentata è la benvenuta.
Buonasera professor Cardini,
mi chiamo Giovanni Marelli e seguo spesso, durante i viaggi in auto, le sue conferenze pubblicate su Youtube. Ieri ho aperto per la prima volta il suo sito e ho letto l’articolo di A. Negri dedicato alla crisi Nato-Russia per la questione Ucraina. Proprio ieri [9 gennaio, n.d.r.] Paolo Guzzanti su “Il Riformista” dedicava all’argomento un lungo articolo.
Riporto a seguire stralci di entrambi gli articoli.
Alberto Negri
NATO-Russia, chi assedia chi?
In sostanza cosa chiede Mosca? Putin ha chiesto una garanzia agli Usa, ricordando la promessa di James Baker e di Bush padre fatta a Gorbaciov che accettava la riunificazione delle due Germanie in cambio del fatto che l’Alleanza Atlantica non si sarebbe allargata a Est.
Invece alla fine della guerra fredda, sotto la spinta americana e lo scioglimento dell’Urss nel dicembre 1991, l’Alleanza si è allargata a una dozzina di Paesi (prima del Patto di Varsavia) e oggi è una coalizione di 30 stati, dal Nord America all’Europa occidentale, dai Paesi baltici alla Turchia. A questo bisogna poi aggiungere un corollario non indifferente: Israele, ovvero il maggiore alleato degli Usa, che sta facendo la “sua” Nato con i Patti d’Abramo stretti con i Paesi arabi.
Paolo Guzzanti
La guerra in Ucraina non si farà…
Una settimana fa il New York Times ha ripercorso l’intera faccenda dei rapporti fra Nato e Russia, che fu discussa apertamente fra il presidente americano Ronald Reagan e l’ultimo segretario generale del partito comunista sovietico Michail Gorbaciov. Tutta la trattativa fu pubblica e gli Stati Uniti allora proposero al leader sovietico due soluzioni: o un trattato impegnativo in forza del quale la Nato non avrebbe ficcato il naso nell’ex impero sovietico tenendosene fuori, oppure una grande somma di denaro sotto forma di aiuti materiali e in valuta all’Urss, ma consentendo alla Nato di fare acquisti fra i vecchi alleati dell’Urss. Gorbaciov, dopo avere a lungo tergiversato optò per la grossa somma lasciando libera la Nato di espandersi, come subito fece subito, ottenendo l’adesione della Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Ungheria e repubbliche baltiche.
DOMANDA DI GIOVANNI MARELLI
È possibile che per il medesimo fatto (fine dell’URSS, trattativa NATO-RUSSIA, allargamento della NATO a EST) ci siano due versioni così inconciliabili? Francamente sarei tentato di considerare quella riportata da Paolo Guzzanti come la più attendibile per il semplice fatto che su questioni diplomatiche così delicate non credo che si possano fare le promesse e i giuramenti da Boy Scout.
Il punto è che però una verità su un fatto così vicino a noi deve pur esserci! Altrimenti si può scrivere di tutto e il contrario di tutto ma in fondo basta dire, come in ogni bar che si rispetti “A me mi piace il Putin perché mi dà quel senso di sicurezza che qui non c’è più, con tutti questi drogati, ladri, zingari, negri e trans che girano dappertutto senza che nessuno gli dica niente… Una volta non era mica così!”.
RISPOSTA DI FRANCO CARDINI
Gentile signor Marelli,
Ecco il mio parere.
Michail Gorbaciov era totalmente impegnato in quello che, al tempo delle sue trattative con Reagan, poteva ancora sembrare conseguibile. La proposta del presidente statunitense somigliava, per la verità, piuttosto a un ricatto, data la situazione interna e internazionale dell’URSS in quel momento (mi torna alla mente la celebre anche se non so se davvero proferita invettiva del morente Francesco Ferrucci al mercenario Maramaldo e passata in proverbio). Resta – anche nella testimonianza di Guzzanti – il fatto allarmante che a quel che pare il presidente USA trattava la NATO per quel che in effetti esso è, una protesi governata da Washington, senza la minima considerazione degli alleati.
Comunque, non è questo il punto: o meglio, lo è sotto il profilo politico sostanziale, non su quello formale e diplomatico. Il fatto è che dal canto Suo Lei pone una legittima domanda non già sul primo, bensì sul secondo profilo. Ora, appunto a proposito di esso, il panorama istituzionale e quello internazionale sono da allora profondamente cambiati. La NATO, nella sua trasformazione degli ultimi tre decenni, ha completamente mutato se non addirittura stravolto il quadro politico-strategico dell’assetto euromediterraneo: con ciò gli USA, autentici protagonisti del fatto, sono andati ben al di là dello “status quaestionis” qual esso era al tempo dell’umiliante accordo Reagan-Gorbaciov. Ma, se è vero che “pacta sunt servanda”, è anche vero ch’essi debbono essere mantenuti al loro stato formale. Ora è sotto gli occhi di tutti che le cose sono cambiate: da una parte il sistema USA-NATO ha trasformato l’area baltica in una sorta di antemurale militare antirusso e si appresta a fare lo stesso spostando la sua linea “de facto” offensiva ulteriormente ad est, con l’acquisizione dell’Ucraina che ignora oltretutto i diritti delle comunità russe ivi residenti (il che si aggiunge al colpo di mano del 2008 sulla Georgia); dall’altra uno dei due contraenti del patto Reagan-Gorbaciov, l’URSS, non esiste più. Tra l’URSS di allora e la Confederazione degli Stati Indipendenti di adesso c’è una netta, decisa e irreversibile soluzione di continuità che automaticamente vanifica gli accordi precedenti, a parte le mosse successive statunitensi che già di per sé li disattendevano. L’autorevole quotidiano newyorkese aggira frettolosamente la questione, parlando di rapporti fra NATO e Russia. Ma tra la Federazione Russa all’interno dell’URSS e la Federazione Russa attuale manca il requisito della continuità, mentre le condizioni tra allora e adesso sono profondamente mutate. Mi atterrei pertanto al quadro tracciato da Negri: meglio non avallare atti di pirateria politica travestiti da abili sotterfugi diplomatici. Saluti cordiali. Franco Cardini
SÌ, VABBE’, PERÒ ESISTE UN DOCUMENTO… CHE FACCIAMO, LO TRASCURIAMO?
Prima di decidere se ha ragione Negri oppure Guzzanti, comunque, considerate questo documento non insignificante: NATO Expansion: What Gorbachev Heard | National Security Archive (gwu.edu). A noi le fonti sono sembrate affidabili: ve le passiamo tutte così come le abbiamo noi. A Voi il giudizio: è in Palio il Pinocchio d’Oro 2022 per chi ha il naso più lungo.