Minima Cardiniana 364/4

Domenica 6 febbraio 2022
San Tito, V Domenica dopo l’Epifania

AMICIZIE E DISCUSSIONI AI TEMPI DEL COVID
Ormai le polemiche sul Covid e sul vaccino sono parte del nostro abituale panorama esistenziale, con molte varianti: qui ad esempio, da qualche settimana, leggiamo delle prese di posizione del filologo Francesco Benozzo e delle critiche al riguardo del suo Maestro e Amico Andrea Fassò. Ormai sono una consuetudine…
Fassò replica puntualmente alle ragioni del CIEB, dal quale a questo punto ci attendiamo una controreplica. Fassò se la prende col suo Allevo, Collega e Amico Francesco Benozzo, “obiettore di coscienza” al vaccino e per questo sospeso dall’insegnamento universitario e dal relativo stipendio. È, lo ripetiamo, anche suo amico. Resta tuttavia fedele alla massima
Amicus Franciscus, magis amica Veritas: che dal canto mio non mi sogno nemmeno di contestare.

Il discorso è un altro. Benozzo e la sua fama stanno pagando un alto prezzo in seguito alla decisione di rifiutare il vaccino. Alcuni suoi amici e/o estimatori hanno avviato per questo una “catena della solidarietà” alla quale si può accedere versando un contributo (consigliamo sia mensile, fino alla soluzione del problema) con causale “Regalo a Francesco Benozzo” sotto forma di bonifico (IBAN – IT 39B0364 601600 5266941 46401). Qualcuno ha rifiutato di aderirvi, scrivendomi di farlo in quanto dissenziente dalle scelte di Benozzo. Anch’io ho in origine aderito alla sua protesta, ma – al pari di Massimo Cacciari, con il quale concordo – me ne sono quindi allontanato: del resto, l’adesione concettuale ad alcune delle argomentazioni benozziane non mi ha vietato di trivaccinarmi. Ciò non toglie che io prenda parte alla “catena della solidarietà” che gli permette d’insistere nella sua scelta, contraria alla mia, finché le circostanze non si normalizzino in qualche modo consentendogli di rientrare nel suo posto di lavoro all’Università di Bologna.
Qualcuno – non mi sento autorizzato a farne il nome – mi replica che non seguirà il mio esempio per una “ragione di principio”. Rispetto sempre le “ragioni di principio”, ma preferirei che fossero lontane da motivi economici e comunque da alibi di sorta: il che, specie quando si applicano a soggetti che attraversano una fase di fragilità, non sempre avviene. Attenzione ad alibi sollevati in malafede. Un buon esame di coscienza è sempre e comunque auspicabile, parola di allievo della Compagnia di Gesù che tale si vanta di essere.
Ad ogni buon conto, agli onesti e rigorosi fautori della “ragione di principio”, rispondo con una miserabile ragione desunta dalla mia esperienza di essere umano imperfetto e miserabile: scusatemi, voi che siete – come diceva Fabrizio de André nella
Canzone dei Drogati – “semidèi – che vivete in castelli inargentati – e di gloria toccaste gli apogei”, quando un povero cristo (e perciò figura del Cristo) vi chiede un euro che fate, glielo rifiutate con la scusa di voler evitare che vada a sperperarselo in un bicchiere di vino o in un pizzico d’“erba”? Se fate questo, o semidèi, accettate da quel miserabile che io sono l’elemosina di un “Dio vi perdoni”.
Last, but not least, caro Andrea: Orwell ha “smarronato” eccome. 1984 sarà ben stato scritto nell’anno della definitiva rottura tra URSS e Occidente e del decollo della guerra fredda, ma Orwell ha appunto perciò “smarronato” sia nell’analisi relativa al presente e al futuro del comunismo sovietico – che sarà stato quel che si vuole ma non era certo la “dittatura del Grande Fratello”, se non immaginata tra i fumi di un libertarismo sbrigliato che avrebbe preluso al maccartismo della “caccia alle streghe” – sia in quella, in parte implicita, delle magnifiche sorti e progressive della democrazia rappresentativa occidentale, precipitata ormai dal tempo nel totalitarismo iperliberista e nella dittatura delle lobbies. Un 1984 che prevedesse ad esempio il baratro di un individualismo sfrenato e di un produttivismo-consumistico al fondo del quale ci sarebbero state la tirannia mondialista delle politically correctness e cancel culture, quello sì avrebbe dato un’idea del nuovo totalitarismo che allora ci attendeva e che ora fa allegramente strame della nostra libertà. Così com’è, 1984 ubbidiva non so quanto onestamente alla propaganda anticomunista e antisovietica, che in quel momento faceva il gioco di sappiamo ben troppo bene chi. Che in prospettiva potesse condannare in blocco qualunque forma di “totalitarismo”, è possibile: ma che dire del fatto che il vero controllo capillare e totale della società si realizzi adesso, da noi, mentre si celebra a ogni piè sospinto il trionfo della privacy? Se lo facessimo leggere oggi a una classe di millennials ben dotati e non ancor del tutto dediti alla droga individualistico-consumista, a chi credi che penserebbero loro: a Hitler, a Stalin o a Zuckerberg?

ANDREA FASSÒ
QUANDO IL BUE DÀ DEL CORNUTO ALL’ASINO
Nel suo intervento di MC 363/6 (30.1.2022) il CIEB invita a inviare “rilievi, precisazioni, correzioni, controproposte” al suo Parere.
Eccone qualcuna.

… nella misura in cui l’assunzione di detti “medicinali” sperimentali comporti un rischio per i soggetti riceventi, la campagna vaccinale si configura come una sperimentazione di massa…
Si insiste ancora sui medicinali “sperimentali”. Poteva esser giusto un anno fa. Ma oggi, dopo centinaia di milioni di vaccinazioni, la sperimentazione è fatta. O dovevamo aspettare altri dieci anni di sperimentazione su campioni limitati di soggetti? E intanto usare il metodo Boris Johnson-prima maniera? Lasciare andare tutto per conto suo contando sulla morte – cosa volete che sia – dei nonni e su un’ipotetica immunità di gregge?

Il CIEB ritiene anzitutto necessario ricordare che le circolari ministeriali sopra citate raccomandano la gestione farmacologica dei pazienti affetti da Covid unicamente mediante trattamenti sintomatici a base di paracetamolo o di farmaci antinfiammatori non steroidei, scoraggiando i medici di base dall’utilizzo delle terapie da essi ritenute più idonee caso per caso e in concreto, secondo scienza e coscienza.
Ora, il CIEB – del quale fanno parte non solo poeti ma anche esperti giuristi – sa che una raccomandazione non è un obbligo e – soprattutto – che una circolare ministeriale non è una legge. Quale mai medico di base si sarà sentito obbligato a praticare una terapia raccomandata da una circolare?
Nessuna disciplina ha precluso nulla a nessun medico.
Ancora:

se le circolari ministeriali sopra citate non avessero ostacolato – fino a precludere – l’individuazione di terapie specifiche…
Quali terapie?

… lasciando così insoddisfatta l’esigenza medica di contrastare il Covid, la campagna vaccinale non avrebbe potuto essere avviata.
Dunque le ipotetiche terapie specifiche sarebbero state così efficaci, a detta del CIEB, da rendere inutile la vaccinazione. Eppure è abbastanza noto che la profilassi incide molto di più della terapia.
E intanto grazie ai vaccini le restrizioni cominciano a ridursi: in Danimarca, in Norvegia, in Francia… Anche in Italia “la scelleratezza dei delinquenti al potere” (parole di un fondatore del CIEB, 23.1.22) si prepara ad allentare le restrizioni, anche in Italia, limitatamente – va da sé – ai vaccinati (ohibò, è una discriminazione?). Intanto possiamo dire con certezza che rispetto a un anno fa sono diminuiti i decessi, e che coloro che ancora muoiono o vanno in terapia intensiva sono in grande maggioranza non vaccinati.
Dice ancora il CIEB:

… la campagna vaccinale ha di fatto privilegiato l’immissione in commercio dei soli “vaccini” fondati sulla tecnica dell’mRNA, dagli effetti farmacologici e genetici non noti, privando il pubblico della possibilità di scelta tra questi e i vaccini tradizionali e proteici, rispetto ai quali si dispone di evidenze scientifiche più consolidate.
Nemmeno questo è vero. Per molti mesi accanto a Pfizer e Moderna è stato usato il vaccino AstraZeneca, fondato sull’inoculazione del virus (mia moglie e io lo abbiamo ricevuto con le prime due iniezioni il 7 aprile e il 23 giugno 2021; e così è stato per diversi nostri amici e conoscenti). Poi a causa di alcune controindicazioni AstraZeneca è stato per lo più accantonato.
Semmai ci sarebbe da domandarsi (ma il CIEB non se ne cura) perché – grazie a un cavillo della Corte dei Conti – non sia stato omologato il vaccino italiano ReiThera, anch’esso basato sull’inoculazione del virus. Qui sì possono essere entrati in gioco gli interessi delle aziende più potenti.
Il CIEB lo sa? Gli interessa? O il suo problema è solo l’opposizione a qualsiasi vaccino?
Continua il CIEB:

… infine è sotto gli occhi dell’intera opinione pubblica che uno degli obiettivi principali della gestione politica dell’emergenza Covid e della stessa campagna vaccinale è costituito dall’introduzione, per scopi evidentemente diversi da quelli sanitari, di strumenti di controllo fondati sulla digitalizzazione della vita dei cittadini e degli stranieri residenti in Italia, che con ogni probabilità saranno mantenuti anche dopo la cessazione dello stato di emergenza: ed è in questo senso che deve essere colta la relazione funzionale tra obbligo vaccinale e accesso al Green Pass.
Peccato che “l’intera opinione pubblica” sappia perfettamente che, non da oggi, la nostra vita è registrata, digitalizzata, schedata. Quando il 7 aprile 2021 ho ricevuto la prima iniezione, mi è stato rilasciato un attestato in cui erano indicate tutte le vaccinazioni da me subìte dal 1.12.1964 in poi: 4 antipolio e 5 antitetano (mancava solo la sesta antitetano, 5.5.2016, che mi era stata praticata privatamente a casa).
È registrata la nostra vita familiare, scolastica, lavorativa; sono registrati i farmaci che assumiamo; si sa perfino se dormiamo molto o poco… Non c’è stato bisogno di inventare il Green pass: ci si era già arrivati da un pezzo.
Senza contare che le mail e le telefonate non richieste che ci arrivano ci dicono che è registrato anche molto di più: se leggiamo e cosa leggiamo, cosa mangiamo, quale automobile possediamo o non possediamo, chi frequentiamo, per chi votiamo, se crediamo in Dio o se siamo atei, se andiamo in chiesa, se preghiamo e quante volte al giorno, e naturalmente chi è il nostro gestore di acqua, gas, luce, telefono… Io so benissimo che, quando queste mie righe saranno postate sul blog, saranno pubbliche e dunque si saprà (si sa già, in realtà) che cosa penso di covid, di vaccini, di Green pass, di No Green pass e di argomenti connessi. Si sa anche, già dal luglio scorso, che cosa penso di Raffaella Carrà e di quell’Aldo Grasso che ne ha fatto un demenziale elogio funebre (a proposito, speriamo che l’eccellente Monica Vitti, che ci ha lasciati ieri, ottenga dalla TV qualcosa di più della regina del Tuca Tuca).
“In qualche modo Orwell è stato buon profeta per quanto abbia smarronato sul còmputo calendariale” mi rispondeva Franco Cardini la settimana scorsa (MC 362/4). Macché smarronato, Franco: nel 1984 (che com’è noto non è che la semi-inversione di 1948, anno in cui Orwell scriveva) tutto era già cominciato. Orwell aveva capito tutto, e non sull’Unione Sovietica come in tanti hanno – loro sì – smarronato, ma sul libero e democratico e capitalistico Occidente dove il CIEB vigila tuttora con solerzia sul rispetto della libertà individuale di non vaccinarsi. Trentotto anni dopo, le cose sono andate un bel po’ avanti e Google sa anche quali sono stati i miei spostamenti durante tutto il 2021.
E il bello è che questi difensori delle libertà individuali e delle libere scelte perorano le loro cause non solo su Internet, ma su Facebook e su altri social network. Tutto a beneficio della privacy. Se domani andassero davvero al potere dei “fanatici schiavisti del totalitarismo 2.0” (parole di un poeta fondatore del CIEB, da anni presente su Facebook), avrebbero gioco facile.
Infine, non dimentichiamo che

… tra gli effetti non inattesi della campagna vaccinale si colloca anche l’incitamento alla discriminazione e all’odio nei confronti dei soggetti che hanno scelto di non vaccinarsi, o non possono farlo, di cui si prospetta concretamente addirittura l’esclusione dalle cure mediche in spregio a un altro principio generale di bioetica e di biodiritto, il principio di equo accesso alle cure sanitarie.
Non temete, amici del CIEB: il giuramento di Ippocrate non è stato abolito. Nessuno viene escluso dalle cure mediche, se non quegli sventurati che, bisognosi di cure e di ricovero, se li sono visti negare o rinviare a causa dell’affollamento degli ospedali a opera – lo credereste? – di non vaccinati. Senza contare quei malati “normali” che hanno agonizzato e sono morti in completa solitudine, per l’impossibilità di ricevere visite da parte dei loro cari a causa – questo proprio non lo immaginereste – del rischio dell’infezione da Covid, che i no vax (che hanno il toupet di paragonarsi agli internati di Auschwitz, con tanto di stella gialla e vestito a righe) hanno moltiplicato e protratto.
“Si prospetta l’esclusione dalle cure mediche” – [e non concretamente] – solo nei mugugni e nei brontolii della gente comune (“Io a quelli lì gli rifiuterei le cure”; “io gli direi che se le paghino loro”; “io li manderei tutti a ***”…); ma nemmeno il più sgangherato dei sottosegretari ha mai prospettato, men che mai concretamente, un’eventualità del genere. Chi è malato è curato; chi è in pericolo è soccorso; l’omissione di soccorso rimane un reato previsto dal codice penale.
Attenzione a non usare troppo i si prospetta, i potrebbe, i probabilmente, i magari, i non si può escludere, i con ogni probabilità e così via. In questo modo siam buoni tutti a discutere. Ma non è né onesto né leale. Serve soltanto a proseguire un discorso sempre più autoreferenziale.

Quanto all’“incitamento alla discriminazione e all’odio nei confronti dei soggetti che hanno scelto di non vaccinarsi, o non possono farlo”, ebbene non posso che essere d’accordo con voi nel condannare i teppisti (fascisti o no che fossero) che hanno assaltato la sede della CGIL a Roma, o i tre modenesi che da tempo assaltano scuole, bar ecc., o addirittura quelli che hanno riempito di insulti Fiorello colpevole di prenderli per i fondelli, o coloro che hanno ripetutamente minacciato i medici, gli infermieri, Bonaccini (definito Dio sa perché “quel fascistello” da un membro del CIEB), Sileri, Bassetti e addirittura Liliana Segre, con l’aggiunta dell’insulto postumo a David Sassoli: tutti colpevoli… di rifiutare il vaccino?
No, a dir la verità è il contrario: le minacce, gli insulti, e in diversi casi violenze vere e proprie, sono rivolti dalla variegata galassia dei No Vax a coloro che vaccinano e si vaccinano, che prendono posizione pubblicamente sulla necessità di vaccinarsi, che esigono il Green pass, che criticano anche severamente chi con l’ostinato rifiuto del vaccino contribuisce a mantenere vivo e a protrarre il contagio. Voi, CIEB, non appartenete certamente a questa genìa; ma sareste un po’ più credibili se prendeste le distanze in modo netto e severo da quei facinorosi sinvergüenza. E magari da Donald Trump, da Jair Bolsonaro, da Viktor Orbán e da altri gentiluomini di casa nostra.
Ebbene sì, siamo in parecchi: ma non discriminiamo né odiamo; semplicemente siamo stufi. “Ma la smettessero sti *** di berciare di diritti e di libertà quando la gente si ammala e muore”; “ma cos’è questa moda del non-vaccino messo al centro del mondo quando i problemi sono di tutt’altra qualità e portata!”; “mannaggia a quella sciagurata campagna no-vax di sette-otto anni fa: ha fatto credere agli sprovveduti che il vaccino sia uno strumento di oppressione; ma guardassero all’Egitto, alla Cina, all’Arabia Saudita, a Guantánamo!”; “ma insomma la piantassero con ste ***!”.
Non è odio; è impazienza, è insofferenza. Forte; anche da parte mia.
L’odio? Cercatelo dalla vostra parte. E il bue la smetta di dar del cornuto all’asino.
Le controproposte provate a farle voi. Vi ho già chiesto: voi, se foste al governo, cosa fareste?

Concludiamo con una postilla, visto che l’argomento richiede un approfondimento. Non è tanto a George Orwell che dobbiamo rifarci per (ri)leggere un’analisi spietata della nostra modernità; quanto a William Golding e al suo Lord of the Flies [Il signore delle mosche], romanzo pubblicato nel 1954, dove l’autore preconizza, con estrema lucidità, il dramma del presente. Ci torneremo la prossima settimana.