Minima Cardiniana 365/4

Domenica 13 febbraio 2013, Santa Fosca

… E AVANTI CON IL DERBY VAX-NO VAX
Finirà mai, il tormentone Benozzo- Fassò? C’è chi se lo augura e chi auspica il contrario. Noi, non lo nascondiamo, ci stiamo divertendo: a questo punto però auspicheremmo uno sforzo da entrambe le parti.

FRANCESCO BENOZZO
IN RISPOSTA ALLE OBIEZIONI DI ANDREA FASSÒ AL V PARERE DEL CIEB
Caro Andrea,
ho letto le tue critiche al V parere del CIEB, pubblicate sui MC del 6 febbraio scorso, intitolate Quando il bue dà del cornuto all’asino. Detto con molta franchezza, non vorrei entrare nel merito delle tue obiezioni, perché mi paiono davvero scritte con la mano sinistra (fin dalla prime righe, quando sostieni che è ora di finirla di parlare di sperimentazione di massa, perché “oggi, dopo centinaia di milioni di vaccinazioni, la sperimentazione è fatta”, confermando dunque che anche a tuo parere di sperimentazione di massa si tratta, per quanto gli individui che vi si sottopongono non vengano pagati per farla volontariamente, come accade per ogni vera sperimentazione, ma siano anzi affamati dallo Stato – che li inganna fingendo che non lo sia – o costretti a subirla per imposizione; e che si tratti di una sperimentazione è confermato anche dal fatto che i trial clinici di questi trattamenti genici scadranno, a seconda dei casi, tra l’ottobre 2023 e il luglio 2024).
Sono certo che l’inusuale superficialità dei ragionamenti del tuo scritto in questione, in qualche caso espressa con parole veementi e canzonatorie, sia dovuta alla tua sincera preoccupazione per la mia situazione lavorativa e cioè economica, conoscendo tu bene le mie difficoltà, e che sia in fondo una conseguenza del tuo accorato tentativo di invitarmi a fare qualche passo indietro: di questa tua apprensione per le conseguenze delle mie scelte ti ringrazio sinceramente.
Ciò detto, voglio dirti che ho deciso di scriverti una risposta solo per ribadire una verità a me molto chiara: negli scorsi 30 anni sei stato tu a insegnarmi, anche sulla scorta di quel grande filosofo del diritto che era tuo padre, che non bisogna mai fidarsi di ciò che si legge e che viene detto, specie quando viene detto dai portavoce ufficiali di una disciplina o di un apparato; sei stato tu a spiegarmi, ripetutamente, che ogni scienza è per sua natura un’arte del dubbio e una forma di dietrologia, a meno che non si travesta in una caricatura di se stessa; sei stato tu ad incoraggiarmi a studiare le cose al di là di come sono esposte e raccontate (fino ad aderire anche tu, per esempio, alle mie posizioni totalmente disallineate sulle origini delle lingue romanze: posizioni che la scienza filologica ufficiale, di cui sono portavoce i baroni che manovrano – oggi più che mai – i concorsi, le abilitazioni e i destini degli studiosi, considera, come minimo, complottiste e negazioniste); sei stato tu, in definitiva, a farmi capire che non bisogna cedere ai ricatti quando si avverte un’ingiustizia, accomodandosi – in senso etimologico – sulle posizioni maggioritarie e condivise acriticamente dal branco (accademico, ma non solo).
Nella paradossale, surreale, per certi versi comica situazione attuale (come vedi non ho perso il vizio, da te sempre deprecato, di accumulare aggettivi), che non solo io e il CIEB accostiamo alle più becere forme di totalitarismo dissimulato, mi sarei pertanto aspettato di trovare in te, come sempre, un esempio, e non certo uno degli antagonisti che non sa fare altro che ripetermi i triti e contraddittori slogan dei ministri, le ingannevoli metafore da quattro soldi degli elzeviristi della “Repubblica” (green pass come patente, vaccino come cintura di sicurezza, e chi più ne ha più ne metta) e i maldestri lambiccamenti di virologi in malafede che imperversano ahimè anche sui canali televisivi che tu reputi seri in quanto liberi dal demone del berlusconismo, come “Rai 3” o altri che io non conosco.
Mi rattrista che, anche pubblicamente, tu e io ci troviamo invece oggi su posizioni così diverse. Vorrei che sapessi, nondimeno, che sono proprio i tuoi insegnamenti a farmi sentire oggi lucido nella difficoltà e sereno nella discriminazione che subisco in modo così grave in prima persona. E vorrei che tu sapessi che ti sono profondamente grato per questo, al di là di tutto. So d’altronde piuttosto bene, e lo so da tempo, che sulla frontiera tra la Contea e i Cancelli di Moria anche molti valorosi Númenoreani hanno per qualche tempo assecondato le scelte di Mordor, apparse loro, per qualche oscura ragione (Gandalf parlava di “imperscrutabilità dei recessi del cuore”), equilibrate e veritiere.