Minima Cardiniana 366/4

Domenica 20 febbraio 2022, Sant’Eleuterio

UN GIORNALISTA FUORI DAL CORO
Talvolta capita che, nella marea di informazione a senso unico e allineata al flusso atlantista, si scorga un salvagente. In questo caso, si tratta della risposta alla domanda di un lettore da parte di un giornalista di lungo corso e di indiscutibile esperienza: Paolo Di Mizio, che tiene una rubrica sul quotidiano La Notizia, fondato e diretto da Gaetano Pedullà. In questo caso, alla domanda di un lettore in merito ai motivi di un’eventuale guerra in Ucraina, Di Mizio risponde così.

PERCHÉ KIEV È UNA POLVERIERA
Gentile lettore,
è dalla caduta del muro di Berlino che in Ucraina si gioca una lotta sotterranea tra Russia e Usa. Un nuovo Le Carrè saprebbe ben raccontarla nei suoi romanzi. Deve sapere che nessun altro Paese filo occidentale confina con la Russia, fatta eccezione per la neutrale Finlandia e le piccole Estonia e Lettonia, che non sono fonte di grave minaccia per Mosca.
L’Ucraina invece condivide con la Russia 1.500 km di frontiera. Il 40% dei suoi abitanti è russo o di origine russa. La lingua russa è parlata da tutti e l’ucraino nacque come dialetto del russo.
Ma soprattutto l’Ucraina è la mitica culla della nazione slava dell’est. Gli imperatori ottomani, secoli fa, mandavano gli ambasciatori a Kiev, non a Mosca. Le città di Odessa e Mariupol erano le perle sul Mar Nero degli Zar e dell’Urss.
Oggi invece l’Ucraina è una lama nel fianco di Mosca. Lungi dal farne un Paese neutrale, gli americani hanno cercato di attrarre Kiev verso l’occidente. Con ogni probabilità ci fu la regia americana dietro le “rivoluzioni arancioni” del 2004 e 2014, come dietro la strage di Maiden, quando cecchini georgiani, arruolati da un militare americano, spararono sulla folla, facendo ricadere le colpe sulle forze filogovernative.
E infine, se l’Ucraina entrasse nella Nato, dal lì i missili americani potrebbero colpire Mosca in 8 minuti (5 per i missili ipersonici), senza dare ai russi il tempo di difendersi. È quanto basta per capire le ansie di Putin.