Minima Cardiniana 366/5

Domenica 20 febbraio 2022, Sant’Eleuterio

UNA POLEMICA LETTERARIA
ENRICA GARZILLI
LE TRAPPOLE DELLA MISOGINIA E DEL MORALISMO NEL PENSIERO CRITICO
“Calvino? Scrittore furbo e sopravvalutato. Scrittrici contemporanee? Nessuna, è la cavalcata delle Valchirie”.
Non ho mai letto questo autore ma dubito che lo leggerò, almeno a breve. Intervista di Matteo Nucci a Giorgio Montefoschi che spazia sulla sua vita e sulla letteratura. Argomento: il suo ultimo libro, storia di un amore borghese in cui la donna tradisce (sai che originalità! Se c’è l’happy end potrebbe proporla per la serie Harmony, successo assicurato). Articolo pubblicato su L’Espresso del 7 febbraio 2022.
Alla domanda: quali sono le scrittrici italiane che le piacciono? Nessuna perché è una cavalcata delle Valchirie, ogni volta che una pubblica un libro tutte le altre dicono che ha cambiato loro la vita. E quindi, quante vite hanno?
E io chiedo all’esimio scrittore: e allora? Ma si può bollare tutte le autrici viventi basandosi sulle reazioni (positive poi!) delle altre? Ma che c’entra?
Un cliché un po’ frustro e trito. Se una critica la collega allora è invidiosa e non c’è peggior nemico di una donna di un’altra donna. Se la plaude non è sincera e lo fa per scambio favori.
Ma tu, esimio critico, che ne pensi? Tu con la tua testa, se ne hai una, hai mai letto i libri delle scrittrici contemporanee italiane, innanzi tutto? E non ce n’è una che ti piaccia solo perché alle colleghe piace?
Solo in Italia ci sono giudizi professionali così chiaramente misogini. Mi spiace dirlo ma questo non è un giudizio sul merito ma sembra più l’espressione di problemi personali.
Montefoschi dice anche che Calvino è sopravvalutato e furbo, in pratica che manipolava Einaudi. Non concordo né sul merito, né sulla “metodologia” della lettura della sua opera.
Anni fa, in USA, stavo dimenticando l’italiano. Il buon italiano. Ho cominciato a prendere libri nella biblioteca aperta di Harvard – che goduria! Entri, ti aggiri per gli scaffali, chilometri di scaffali, molti piani negli edifici e centinaia di stanzoni ognuno, e prendi tutti i libri che vuoi – e i primi che mi capitarono a tiro erano di Calvino. Sono rimasta folgorata dalla sua ottima ed elegante scrittura. Dalle sue pagine letterarie così poetiche. Dalla sua fantasia. E non sapevo assolutamente della sua appartenenza politica o dell’amicizia con Einaudi.
Che importa se un romanziere, se un autore di letteratura o un poeta è di destra o sinistra? A meno che non sia uno storiografo o non scriva di storia o di storici. A meno che non faccia riferimenti culturali diretti. A meno che non si analizzi per conoscere le sue influenze, o per scriverci su.
Che importa se è diventato amico dell’editore potente che l’ha sponsorizzato. Quanti fanno così e non sono diventati immortali?
La domanda da fare innanzi tutto è: la sua opera ci piace o no?
Come dire che un quadro di Boccioni non ci piace perché era futurista e il Futurismo era un’arte amante, riamata, dal Fascismo. E allora? Ma quel quadro ci piace o no? Boccioni per noi è bravo o no?
Moralismo (o invidia?) e gretta misoginia, avulsa da pensiero critico, in questa intervista. L’unica cosa che a mio parere Montefoschi ha detto di buono è che ora i critici letterari sono laudatores e non criticano. Per dire subito dopo, però, che c’è chi lo fa, ma scrive su “rivistine”. E ti pareva.
Questa lettura di una parte della cultura italiana mi fa orrore. Questa metodologia critica, se così si può definire, che è un giudizio finto razionale sparato a caso. Che di razionale, oltre tutto, non ha niente. La stessa che nella storia ha bollato dei grandi storici perché ritenuti, a torto o a ragione, di parte.
In questo caso propongo allo scrittore di eliminare dalle antologie, dalle biblioteche e dalle librerie tutte le opere delle scrittrici italiane e tutte le opere di Calvino e di sostituirle con le sue. Forse spera in questo.