Minima Cardiniana 375/5

Domenica 24 aprile 2022
Domenica in Albis, Solennità Liturgica di San Giorgio

MA COM’È IL “NUOVO OLTRECORTINA”? UNA TESTIMONIANZA DAL KAZAKHSTAN
ROBERTO BOLTRI
PER FAVORE: PER ORA, FUORI L’UCRAINA E LA GEORGIA DALLA NATO!
Inizio narrandovi un episodio capitatomi personalmente a Kiev in Ucraina una domenica mattina di 15 anni fa: ero in volo da Almaty a Milano con scalo a Kiev.
Arrivati qui, noi 150 passeggeri dovevamo cercare i cancelli d’imbarco per le diverse destinazioni (io Milano). L’organizzazione si dimostrò fin da subito scarsa ed i passeggeri kazaki, che tutti parlavano il russo, chiedevano agitati, a destra e manca, informazioni.
Gli ucraini di servizio che tutti, evidentemente, parlavano il russo (le radici della Russia sono tutte nell’antica RUS oggi Kiev) fingevano di non capire ma, soprattutto, rispondevano in un incomprensibile ucraino.
Quella domenica ho visto vecchie e vecchi piangere per la tensione e la malinconia del sogno infranto della Grande Madre Russia (Vielica Mat Rossia…).
Passati gli anni sono arrivate in Ucraina e Georgia le “rivoluzioni arancioni” e “delle rose” che avevano l’obiettivo di spostare questi paesi nella sfera d’influenza dell’Europa e della Nato ribaltando il difficile equilibrio negoziato da Gorbaciov e Reagan.
Ma le tensioni internazionali non si fermano alla Georgia e Ucraina.
Martedì 4 gennaio scorso vengo svegliato da colpi di arma da fuoco in strada sotto casa proprio qui ad Almaty, Kazakhstan, dove vivo da anni.
Bande armate scorrazzano per la città svaligiando negozi, banche e farmacie alla ricerca di narcotici.
Un mio nipote poliziotto a Kizilorda viene ferito in un assalto di una banda armata al locale posto di polizia e oggi vive il difficile stress post-traumatico.
L’esercito e polizia kazaki tentano di sedare i tumulti (qualche volta esagerando) ma spesso fallendo.
Per nostra fortuna interviene, tempestivamente (su richiesta kazaka), Putin con l’esercito che (pure se tenuto in disparte e senza sparare un colpo) fa da deterrente e contribuisce a ristabilire l’ordine e, dopo 3 giorni, rientra in patria.
Io, finalmente, grazie a Putin, posso uscire fare le spese ed il tampone antivirus! La disinformazione in Occidente vi mentirà affermando che Putin ha invaso il Kazakhstan.
Questa è la verità da me vissuta personalmente.
Vivendo io in Asia Centrale da 25 anni, non sono stupito delle recenti vicende perché sono, da tempo, testimone di tentativi di “ucrainizzare” il Kazakhstan perché (ad Occidente) reputato troppo vicino a Putin ma, soprattutto, perché qui, nella Nuova Via della Seta, il Kazakhstan è l’anello di congiunzione ideale tra Russia e Cina e un “ventre molle”, per alcuni, da colpire.
Sono anni che si tenta di destabilizzare la Russia e l’Asia Centrale per “contenere” la Cina (la vecchia teoria della “cintura verde” di Zbigniew Brzezinski).
I recenti disordini qui non mi hanno sorpreso anche se, sinceramente, non mi aspettavo gli scontri armati sotto casa, ma ero abituato ad azioni mascherate o ben camuffate.
Dopo il Kazakhstan ecco i fatti dell’Ucraina ma, mi duole dirvelo, il 50% dell’informazione italiana non ci sta capendo proprio nulla.
Pare che i soli industriali dell’acciaio del bergamasco, dopo la crisi energetica, abbiano le idee geopolitiche molto chiare.
Come molto chiare sono pure le analisi della splendida rivista “Limes” e dell’ISPI.
Tanta la confusione nell’informazione italiana quando, finalmente, gli scorsi giorni, nella trasmissione Piazza Pulita, un grande Romano Prodi ha chiarito la situazione geopolitica dell’Ucraina con poche e chiarissime e semplici parole.
Prodi ha narrato che il suo governo, nel 2008, in accordo con Francia e Germania, ha discusso e deciso quale atteggiamento assumere verso le rivoluzioni arancioni di Georgia e Ucraina.
La decisione fu chiara e giustissima: non affrettarne l’ingresso nella Nato e considerare Ucraina e Georgia stati cuscinetto tra Europa e Federazione russa.
Rispettiamo questa decisione e, oggi, negoziamo l’arretramento dell’esercito russo arretrando, nella stessa misura, le forze Nato!
Non cadiamo nelle trappole degli odii antirussi di ucraini baltici e polacchi!
Ascoltate su YouTube l’intervista di Prodi e vedrete che tutto vi sarà chiaro.
Io che, facendo il volontario nel Levante, rischio di trovarmi coinvolto (come a gennaio) in conflitti a fuoco (e non), temo soprattutto le azioni dell’Occidente come le ho vissute personalmente in Bosnia, Kosovo, Somalia, confine afgano e Yemen. Ma temo soprattutto la disinformazione italiana. Per questo l’intervista di Romano Prodi (per me condivisibile in toto) spero serva a far fare al nostro Paese quel salto politico oggi necessario.
Lasciatemi concludere sul gas russo.
Se verranno accolti i suggerimenti di Prodi e (più modestamente) i miei vedrete che il metano russo presto ritornerà da noi e speriamo a un prezzo scontato perché i russi e gli asiatici amano l’Italia di un amore immeritato e, forse, ingiustificato!