Minima Cardiniana 376/1

Domenica 1 maggio 2022, III Domenica del Tempo Pasquale
San Giuseppe Lavoratore, Festa del Lavoro

EDITORIALE
FRANCO CARDINI
L’ALTA LEZIONE CIVICA ED ETICA DEL PRESIDENTE MATTARELLA
Un 25 aprile davvero fondamentale e innovativo. Per capire a fondo quanto lo sia, basti citare alla lettera, intendere a fondo e commentare in modo adeguato la Parola del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Oggi c’è tra gli storici concordia nell’assegnare il titolo di resistente a tutti coloro che, con le armi o senza, mettendo in gioco la propria vita, si oppongono a un’invasione straniera, frutto dell’arbitrio e contraria al diritto, oltre che al senso della dignità”.
Righe esemplari, di altissimo tenore. Siamo tutti grati, onorati e commossi per averla ricevuta. Tuttavia, il Signor Presidente ci consentirà alcune ovvie, banali chiose alla Sua magistrale lezione:

1. Che gli storici siano concordi nel fornire, a proposito del “titolo di resistente”, l’interpretazione ch’egli viene dal proporci, francamente non ci risulta.

2. Ammettendo in ogni caso, sulla fiducia che al Presidente è dovuta, che il Suo parere sia esatto, ci permettiamo di osservare com’esso chiuda definitivamente le porte a un’interpretazione assolutamente ed esclusivamente antifascista del movimento di resistenza che conosciamo come squisitamente tale, quello coevo alla e coincidente con la seconda guerra mondiale. E ci sia consentito di aggiungere che, stando alla scelta di campo della NATO e dell’Occidente a proposito del conflitto attualmente in corso, che vede combattere – e, va riconosciuto, valorosamente – a fianco dei resistenti ucraini anche i neonazisti del reparto “Azov”, nel Giudizio del Signor Presidente appare implicito anche un positivo riconoscimento dell’azione di tale reparto come resistente: il che chiude irreversibilmente, ci sembra, ogni possibilità d’interpretazione del movimento di resistenza come movimento di tipo antifascista (quanto meno se si accetta la corrente e francamente un po’ sbrigativa interpretazione del fascismo e del nazismo come sinonimi).

3. Inoltre, alla luce dell’Alta parola del Signor Presidente, “resistenti” risultano a buon diritto confermati i seguenti popoli: gli irakeni nel 1991 e quindi ancora nel 2003 e anni successivi; i serbi nel 1999; gli afghani nel 2001 e anni seguenti; gli irakeni nel 2003 e anni seguenti; gli osseti meridionali nel 2008; i libici e i siriani nel 2011; gli yemeniti sciiti a più riprese; a parte i seviziati nella prigione di Abu Ghraib a Baghdad e i “supposti terroristi” illegalmente imprigionati senza prove e trattenuti senza processo nella base navale statunitense di Guantanamo (isola di Cuba, quindi extraterritoriale). Questo elenco è costituito da persone vittime tutte dell’aggressione statunitense, diretta o tramite NATO, il che colpevolizza anche i paesi complici e satelliti della NATO stessa. Fra tali paesi c’è l’Italia. Come cittadino italiano, come pubblico funzionario della Repubblica Italiana e come ufficiale dell’Arma Aeronautica italiana in congedo illimitato, mi vergogno di esser costretto a considerare me stesso come complice di questi crimini; e non dubito che, a fortiori, tale sentimento sarà altamente condiviso anche dal Signor Presidente. Così come mi vergogno che l’Alta Corte di Giustizia dell’Aja, che appare tanto sollecita nei confronti della Russia e di Putin, non si sia mai occupata di questi crimini.

Questo, purtroppo, è tutto.