Minima Cardiniana 377/3

Domenica 8 maggio 2022, Madonna del Rosario di Pompei

UN “NON-COBELLIGERANTE” TUTTO RISPETTO PER LA LIBERTÀ, LA SOVRANITÀ E LA VITA UMANA…
UCRAINA, LA NATO GELA ZELENSKY: MAI LA CRIMEA ALLA RUSSIA
Ieri l’apertura del leader ucraino a Putin. Stoltenberg: “Ci siamo sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale”
Altolà della Nato sull’annessione della Crimea alla Russia. Dopo l’apertura di Zelensky di ieri, con il leader ucraino che è sembrato pronto a rinunciare alla penisola pur di arrivare alla pace, arriva oggi lo stop del segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. “I membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea”, dichiara in un’intervista al giornale tedesco Welt, ripresa da Ukrinform. “Ci siamo sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale”. Poco prima il suo braccio destro, il vicesegretario generale Mircea Geoana, in un’intervista ad Al Jazeera, sottolineava come la guerra stesse entrando in una “fase decisiva”. In mattinata il ministro degli Esteri Di Maio aveva definito le parole di ieri di Zelensky: “Un’apertura importantissima”.
Nei prossimi giorni, secondo Stoltenberg, “ci possiamo aspettare e dobbiamo prepararci all’offensiva russa anche con più brutalità” e a “distruzioni anche maggiori di infrastrutture cruciali e aree residenziali”. Il segretario ritiene che l’offensiva russa nell’Ucraina orientale non si sia ancora dispiegata per la resistenza di Kiev: “Assistiamo a uno stridente contrasto tra le forze russe e ucraine: le truppe ucraine sono coraggiose e sanno per cosa stanno combattendo. Le truppe russe soffrono di una carenza di guida, di morale basso e molti neanche sanno per cosa si stanno battendo”.
La Nato comunque, sottolinea Stoltenberg, “non è parte belligerante” ma sta aumentando la concentrazione di truppe ed equipaggiamenti sul fianco orientale per proteggere i suoi membri e la Germania gioca un ruolo principale in questo quadro. Circa le minacce nucleari di Mosca, Stoltenberg nota: “Ascoltiamo la retorica della minaccia nucleare da parte della leadership russa. Ciò è irresponsabile e avventato. La guerra nucleare non può essere vinta e non dovrebbe essere mai combattuta, neppure in Russia”. Dall’inizio delle ostilità, il 24 febbraio scorso, l’Alleanza non ravvisa comunque indicazioni di un innalzamento di livello nella preparazione dell’arsenale nucleare russo.
L’apertura a un accordo di pace di compromesso era arrivata ieri dal presidente ucraino. Zelensky ha dichiarato che l’intesa sarebbe possibile se le forze di Mosca si ritirassero “sulle posizioni del 23 febbraio”. Un intervento in video alla Chatham House, think tank britannico con sede a Londra, che è sembrato un implicito segnale distensivo diretto a Putin, per riprendere il dialogo.
Il leader ucraino ha lasciato intendere che Kiev non pretenderebbe la restituzione della Crimea, annessa dai russi nel 2014. “Da parte nostra non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati”, ha precisato, evitando di avanzare richieste pure su quella parte del Donbass fra Donetsk e Lugansk sottratta a sua volta al controllo di Kiev dal 2014.
Le parole di Zelensky sono state definite oggi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio “un’apertura importantissima”. La Crimea “fuori dall’accordo di pace” sarebbe un segnale a Putin che ora “deve dimostrare di voler venire al tavolo, di non volere la guerra”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. “Non dobbiamo abituarci all’idea che questa guerra debba andare avanti all’infinito, non dobbiamo dimenticare l’obiettivo della pace”, le sue parole.
(Quotidiano Nazionale, 7 maggio 2022)

Insomma siamo alle comiche, anche se per fortuna (o purtroppo?) non ancora alla comica finale. Zelensky si rende conto che Putin ha bisogno di un risultato concreto da presentare in Piazza Rossa il 9 maggio, sa anche benissimo di dover far di tutto per uscire dal pasticcio che ha provocato tirando troppo la corda con Mosca, forse comincia a capire – se non lo ha già capito da tempo – che gli americani hanno usato e danneggiato anche lui ma non sa più che pesci prendere; Stoltenberg gli ricorda che non è lui il padrone del gioco, ma d’altronde ribadisce il suo ipocrita nonbelligerantismo perché, come tutti gli arroganti, vuol essere obbedito anche senza bisogno di scomodarsi a dare ordini; e Di Maio, che giorni fa ha ripetutamente fatto la figura della zanzara con l’elefantessa della nota storiella (“Metteremo la Russia in ginocchio”) loda intempestivamente Zelensky senza aver prima sentito il parere dei suoi padroni della NATO e di Washington. Infine un’aurea massima, del tipo di quella “Non ci sono più le mezze stagioni”.