Domenica 15 maggio 2022, San Torquato
UNA LETTERA AL PAPA
FERMARE LA GUERRA
APPELLO A PAPA FRANCESCO PER UNA CONFERENZA DI PACE
Santo Padre,
ci rivolgiamo a lei come cittadini europei in grande ansia per il protrarsi di una guerra fratricida – sciaguratamente e volutamente provocata due mesi fa dalla Russia con l’invasione in Ucraina – che sembra non avere alcuna possibilità di arrestarsi. Se il nostro primo pensiero va alla popolazione ucraina vittima di un’aggressione insensata, non possiamo non esprimere sconcerto e angoscia perché nelle stanze della politica la preoccupazione sembra sia solo quella di “vincere” distruggendo l’avversario. Come lei ha più volte ribadito, questa è una folle utopia. Oggi le guerre non le vince nessuno e le perdiamo tutti. Ci rivolgiamo a lei perché, come una voce fuori dal coro, continua a sostenere le ragioni della mediazione e della negoziazione. La pace la si costruisce accettando quello che può essere l’unico compromesso realista: il resto è ferocia e miopia.
Siamo convinti che lei abbia un ruolo fondamentale in questo momento storico. Quello di riunire intorno a sé gli operatori di pace affinché anche i leader politici si convincano a dare vita alle opportune iniziative in quella direzione. Siamo anche convinti che la sua presenza in Europa abbia oggi un significato particolare e sia una occasione unica nella storia. Intorno alla sua figura di uomo di pace si potrebbe riunire nel cuore dell’Europa una Conferenza di Pace a cui invitare i capi di stato di buona volontà, mantenendola al tempo stesso come luogo aperto ai due contendenti. È importante che una iniziativa simile nasca da una figura come lei, super partes, e che diventi un vero e proprio “luogo” della pace.
Rammaricandoci per le mancate iniziative da parte dei leader europei in questo senso e dopo i vari e sinora inani tentativi cui abbiamo assistito da parte di Israele e Turchia, infine dell’Onu, siamo drammaticamente consci che non si può attendere una Conferenza di Pace da parte di chi oggi brandisce la guerra a oltranza come unica soluzione. Crediamo fermamente che non è dai politici, meno che mai dai generali, che possa nascere qualcosa che porti a un cambiamento radicale della situazione. Le chiediamo di farsi promotore di una iniziativa che al centro dell’Europa – certo sarebbe meglio se fosse Gerusalemme il luogo, ma oggi ci appare impossibile – da subito apra un tavolo di mediazione. L’Europa ha una storia di pace recente a cui non vuole abdicare. Si sente investita da una missione e un ruolo che oggi solo lei, Santo Padre, può incarnare. L’Europa che, a differenza di altre superpotenze, non crede più nella guerra come strumento per disegnare il futuro e sa bene che dalla guerra nasce solo la fine dell’umanità e del pianeta. La pace che lei propugna è pace per gli esseri umani martoriati, è pace per la natura distrutta, per le risorse di un pianeta in bilico sul disastro. Ci rivolgiamo a lei perché sappiamo che solo nella speranza di un futuro che nasce da una concezione compassionevole dell’umanità può radicarsi un mondo nuovo.
Franco La Cecla, antropologo
Roberto Righetto, giornalista
Paolo Sorbi, sociologo
2 maggio 2022