Minima Cardiniana 380/6

Domenica 29 maggio 2022, Ascensione

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John Kleeves, Sacrifici umani. Stati Uniti: i Signori della guerra, nuova edizione, edizioni Il Cerchio, collana “La Bottega d’Eraclito”; prefazione di Marcello Veneziani, pagg. 128, euri 18,00.
Di John Kleeves, pseudonimo dell’italo-americano Stefano Anelli, si è molto parlato a causa della sua tragica morte, il 18 settembre 2010, che ha dato origine anche a complesse dietrologie.
Esponente del Partito Comunista Americano durante la sua lunga carriera professionale negli USA, si trasferì in Italia nel 1990, cercando di condividere con la sinistra italiana vent’anni di studi critici sulle basi antropologiche, economiche e culturali degli Stati Uniti d’America; dovette toccare con mano che a sinistra in Italia non si poteva più parlare criticamente del padrone. Trasferitosi a Rimini, entrò in contatto con la Casa editrice Il Cerchio, per la quale pubblicò nel 1991 il suo primo saggio in italiano, Vecchi trucchi. Le strategie e la prassi della politica estera americana (Nuova edizione, Rimini 2011). Continuò a cercare di diffondere il frutto della propria conoscenza diretta della società americana fino al 2009, per poi ritirarsi.
Tema centrale di questo suo saggio è la “cultura della guerra” diffusa negli USA e permeante sia il ceto politico che quello militare statunitense sin dalla genesi storica dello Stato americano.
Se dal punto di vista prettamente bellico tale cultura è alla base dell’invenzione della “Guerra totale”, di cui Kleeves spiega la genesi storica e le sempre più raffinate e devastanti metodologie, è sul piano antropologico-culturale che questo saggio apre prospettive di grande interesse, dimostrando come la “cultura della guerra” statunitense nasca e si sviluppi all’interno di una visione del mondo pseudo-religiosa, esattamente di tipo vetero-testamentaria secolarizzata, in cui lo Stato assume la funzione di “incarnazione del popolo eletto” ed i suoi nemici vengono di conseguenza disumanizzati e ridotti a mere incarnazioni del “male”; come risulta anche dalle parole di una miriade di telepredicatori evangelici americani, il compito del “nuovo crociato” americano è quindi quello di distruggere fino alle radici la presenza del “male” nel mondo. La “guerra totale” viene quindi elevata ad autentico “sacrificio” pseudoreligioso, non più elevato sull’altare per Jahvè, ma nei campi di battaglia a conferma del ruolo provvidenziale del nuovo “popolo eletto”. Come ben si può notare in filigrana anche nel recentissimo caso della guerra in Ucraina.