Minima Cardiniana 383/5

Domenica 19 giugno 2022, Corpus Domini

LA SITUAZIONE: ALCUNE VOCI
1. PAPA FRANCESCO, ADRIANO SOFRI E LA “COMPLESSITÀ”
Riportiamo alcuni passi significativi del dialogo tra papa Francesco e Antonio Spadaro di Civiltà Cattolica.
Non c’è il buono e il cattivo nella guerra in Ucraina. È quanto traspare dalle parole di Papa Francesco durante una conversazione con Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, pubblicata alcuni giorni fa dalla “Stampa”.
“Dobbiamo allontanarci dal normale schema di ‘Cappuccetto rosso’: Cappuccetto rosso era buona e il lupo era il cattivo. Qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro. Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: ‘Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro’. Ha concluso: ‘La situazione potrebbe portare alla guerra’. Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo”.
Bergoglio è tornato a parlare di terza guerra mondiale:
“Quello che stiamo vedendo è la brutalità e la ferocia con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi. E i russi, in realtà, preferiscono mandare avanti ceceni, siriani, mercenari. Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco. Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli. È pure vero che i russi pensavano che tutto sarebbe finito in una settimana. Ma hanno sbagliato i calcoli. Hanno trovato un popolo coraggioso, un popolo che sta lottando per sopravvivere e che ha una storia di lotta. Devo pure aggiungere che quello che sta succedendo ora in Ucraina noi lo vediamo così perché è più vicino a noi e tocca di più la nostra sensibilità. Ma ci sono altri Paesi lontani – pensiamo ad alcune zone dell’Africa, al nord della Nigeria, al nord del Congo – dove la guerra è ancora in corso e nessuno se ne cura. Pensate al Ruanda di 25 anni fa. Pensiamo al Myanmar e ai Rohingya. Il mondo è in guerra. Qualche anno fa mi è venuto in mente di dire che stiamo vivendo la terza guerra mondiale a pezzi e a bocconi. Ecco, per me oggi la terza guerra mondiale è stata dichiarata. E questo è un aspetto che dovrebbe farci riflettere. Che cosa sta succedendo all’umanità che in un secolo ha avuto tre guerre mondiali? Io vivo la prima guerra nel ricordo di mio nonno sul Piave. E poi la seconda e ora la terza. E questo è un male per l’umanità, una calamità. Bisogna pensare che in un secolo si sono susseguite tre guerre mondiali, con tutto il commercio di armi che c’è dietro!”

Parole che evidentemente hanno lasciato il segno, tanto da scomodare un intellettuale del calibro di Adriano Sofri, attualmente a Odessa come inviato del quotidiano “Il Foglio”. L’ex leader di Lotta Continua ha risposto in questo modo:

Troppa complessità, Santo Padre: in Ucraina servono le armi.
Le parole del Papa e quelle dei cardinali. Ma qui la storia dell’aggressore e dell’aggredito è tanto noiosa quanto vera. Le armi sono la risposta alla domanda “cosa manca oggi” a Kyiv. E se è vero che servono anche le preghiere, come dice il Vaticano, è anche vero che non aiutare chi è aggredito significa darla vinta all’aggressore.
Odessa, dal nostro inviato. In una estemporanea rassegna stampa vorrei cominciare da Guido Viale, che amo – e di cui ammiro intelligenza e integrità – dissentire dai propri personali avversari è stucchevole. Ieri Viale concludeva, dopo aver evocato la tragica lezione di Verdun: “Per questo, oltre alle sacrosante carovane della pace e alle prospettate iniziative di interposizione, le possibilità di un armistizio passano oggi per la lotta senza quartiere contro l’invio di armi in Ucraina”. A me sembra, lo dico rozzamente, che, senza le armi, sull’Ucraina incomba non un armistizio ma una disfatta, che la metterebbe intera alla mercé della soperchieria di Putin. Come mai una constatazione così elementarmente evidente per me è per il mio amico Viale l’evidenza opposta, propugnata “senza quartiere”? Ci sono due contendenti che si sparano addosso, con diverso animo – gli uni al servizio, spesso rassegnato, di un’aggressione, gli altri alla difesa della propria terra e della propria gente – e con una accertata sproporzione di risorse. Uno dei contendenti, quello che per tutti (quasi, il delirio esiste, e anche l’infamia), naturalmente anche per Viale, è l’aggressore, non ha alcuna intenzione di cessare il fuoco. Se lo facesse l’altro, per scelta o perché è vuoto di munizioni, non diventerebbe soltanto un bersaglio inerme?
(Adriano Sofri, Il Foglio, 16 giugno 2022)
Caro Sofri, il contrario della semplicità, da lei auspicata replicando al papa, non è la complessità che rimprovera al Santo Padre: è il semplicismo, che invece gli è proprio. (FC)

2. GEORGE SOROS CONTRO VLADIMIR PUTIN: CHE COSA ESCOGITA PER FERMARE IL CREMLINO
“Dobbiamo mobilitare tutte le nostre risorse per porre fine alla guerra, occorre sconfiggere Putin il prima possibile”. Lo ha detto George Soros nel solito incontro con i giornalisti a margine del World Economic Forum.
Osservando che l’Europa “sembra andare nella giusta direzione” per una risposta al conflitto, Soros ha affermato che “Mario Draghi è più coraggioso del cancelliere tedesco Olaf Scholz sul gas russo”. Lo ha detto George Soros nel consueto intervento al World Economic Forum. Nell’incontro con i giornalisti a margine del World Economic Forum il finanziere e filantropo George Soros ha reso noto che ha scritto una lettera al premier italiano, Mario Draghi, in cui sottolinea che l’Europa, che è proprietaria dei gasdotti, ha in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia. “Penso che Putin sia stato intelligente a ricattare l’Europa con il taglio del gas ma l’Europa ha in realtà una posizione di maggiore forza” rispetto a Mosca, ha aggiunto Soros.
(Il Tempo, 24 maggio 2022)

3. (GAS)DOTTI, MEDICI E SAPIENTI; NONCHE’ SACRI EGOISMI (BENE O MALE)
Non giusto o sbagliato ma più o meno utile.
Non siamo arbitri della questione russo-ukraina ma temiamo l’espansione russa. Per non subire la stessa sorte, è bene mandare armi a chi combatte al posto nostro. Provvedere a non finanziare altri attacchi coi soldi del gas. Allargare l’alleanza perché la eventuale difesa ci costi meno. Conta che gli USA siano nostri alleati perché sono forti ed utili alla difesa. Conta la comune civiltà ellenico-romana. Contano le prove di coesione che ci hanno dato nel 1917 e nel 1944. Conta che siano nostri ottimi clienti. Ed i legami umani della nostra emigrazione. Conta il confronto etico tra Ukraina e Russia ed il confronto tra noi e la Russia. Meglio confrontarsi con gli USA. Tutto si misura sulla bilancia tra mondo occidentale ed altro russo o cinese. Meglio occidentali come sempre. Né si può escludere che un giorno la Russia debba difendersi dalla Cina. La Siberia una volta (prima di Jermack) era cinese.
Cappuccetto rosso (alias Gb Oneto)
PS. I popoli Finlandese e Svedese sanno a chi unirsi e da chi difendersi. Senza obbedire a USA o altri.

4. LA PACE? QUELLA CHE VUOLE L’UCRAINA!
Sig. Presidente,
Lei oggi ha dichiarato che “è l’Ucraina a dover scegliere la pace che vuole” (cfr. www.rainews.it). Orbene, certo a causa della sua indubbia grave ignoranza sia della storia che del diritto internazionale Lei, Presidente, non ha ancora capito che in realtà l’Ucraina non vuole alcuna pace!
Se così non fosse, non avrebbe certo mandato nel 2014 le sue forze armate nel Donbass, per negare all’oblast di Luhansk e a quello di Doneck l’indipendenza dalla stessa Ucraina che del tutto legittimamente (cfr. l’art. 1 della Carta dell’ONU) la grande maggioranza di quelle due popolazioni aveva rivendicato.
Purtroppo, come suol dirsi factum infectum fieri nequit. E dopo tutti i morti e tutte le distruzioni di questa maledetta, sacrilega guerra l’esito di eventuali nuovi rituali referendum per l’indipendenza di quelle due Repubbliche separatiste del Donbass – più difficilmente un nuovo referendum in Crimea – potrebbe anche avere ora, nel 2022, un esito differente da quello dei referendum del 2014, incredibilmente ignorato non solo dall’Ucraina, ma anche dai cinici Stati Uniti e dalla servile Unione Europea.
Con tutto il rispetto che Le è dovuto,
Stefano Imperiali