Domenica 10 luglio 2022, Sante Rufina e Seconda
LA BATTAGLIA DELLE PAROLE
DINO COFRANCESCO
SE IL FASCISMO SI CHIAMA ORA SOVRANISMO
Giovanni Belardelli sul ‘Foglio’ del 21 giugno ha scritto un coraggioso articolo, Il paradigma del fascismo in agguato è una costante che qui si porta sempre. A partire dagli anni 50, identificati nel fascismo “i peggiori umori della società italiana”, la sinistra anpista squalificò come fascisti tutti i suoi avversari politici – dalla DC a Berlusconi passando per Craxi. Oggi, però, conclude lo storico romano, “come un limone troppo spremuto, il paradigma del fascismo in agguato sembra ormai aver esaurito qualunque ulteriore possibilità di utilizzazione. Ma non è detta l’ultima parola”.
Sì, non è detta giacché al termine ‘fascismo’ si è sostituito quello di ‘sovranismo’, segnato anch’esso dalla messa al bando del ‘nemico’ e dall’interdizione di qualsiasi dialogo col Male (Pierre-André Taguieff ha scritto sul tema pagine definitive). Se si consulta l’Enciclopedia Treccani, c’è da vergognarsi nel leggere la voce ‘sovranismo’ (2017) giacché alle tre righe della definizione—Posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di uno popolo o di uno Stato, in antitesi alle tematiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovranazionali di concertazione”—non fanno riscontro analisi storiche e politologiche avalutative ma tre articoli di vilipendi—due di ‘Repubblica’ uno del ‘Corriere della Sera’– che, oltretutto, tirano in ballo il sovranismo parlando d’altro (la Brexit, la devolution etc.). Mai la cultura italiana era caduta più in basso: Giovanni Gentile, che fondò l’Istituto Italiano dell’Enciclopedia, facendone un modello invidiato dall’Europa, trasalirebbe nella sua tomba di Santa Croce. Ma torniamo alla voce: ci si può preoccupare delle ‘dinamiche della globalizzazione’ e avere riserve sulle ‘politiche sovranazionali di concertazione’, senza essere considerato un nemico della Democrazia, del Progresso, dei Diritti Umani? Le idee di Draghi, dei mercatisti, dell’Istituto Bruno Leoni devono diventare ‘senso comune’, etica repubblicana, passaporto della correttezza politica? E cos’è questo se non il ‘pensiero unico’, al quale un vero liberale dovrebbe essere allergico?
(Il Giornale del Piemonte e della Liguria, 28 giugno 2022)
…e allergici anche molti altri, senza bisogno di essere “veri liberali”.